Immagine in primo piano di una chitarra classica ripresa mentre viene suonata.

Versi

Ci sono versi poetici capaci di evocare molti aspetti della filosofia di vita rock stoica. D’altro canto, il rock è fatto anche di versi (quelli delle canzoni), quindi detiene una stretta parentela con l’arte poetica. Qui abbiamo voluto raccogliere qualche esempio di strofe poetiche capaci di lasciare un segno e di indicare una via.

LA FINE CON UN GEMITO

This is the way the world ends
This is the way the world ends
This is the way the world ends
Not with a bang but a whimper.

[In questo modo finisce il mondo
In questo modo finisce il mondo
In questo modo finisce il mondo
Non con un botto, ma un gemito.]

(Versi da “The hollow men” di T. S. Eliot)


Immagine in bianconero in primo piano di Thomas Stearns Eliot, noto come T. S. Eliot, poeta, saggista, critico letterario e drammaturgo statunitense naturalizzato britannico. Qui alcuni versi da "The Hollow Men".
T. S. Eliot (CC)

Immagine in bianconero di Robert Lee Frost, poeta statunitense, uno dei più noti e importanti del panorama americano, il quale fu anche traduttore e drammaturgo. Qui un passaggio da "The Road Not Taken".
Robert Frost (CC)

LA STRADA MENO BATTUTA

Two roads diverged in a wood, and I—
I took the one less traveled by,
And that has made all the difference.

[Due strade divergevano in un bosco, e io
Io presi la meno battuta,
E da questo tutta la differenza è venuta.]

(Versi da “The road not taken” di Robert Frost)


CHI SI FERMA E’ PERDUTO

The woods are lovely, dark and deep,   
But I have promises to keep,   
And miles to go before I sleep,   
And miles to go before I sleep.

[I boschi sono belli, cupi e profondi,   
Ma ho delle promesse da mantenere,   
E miglia da fare prima di dormire,   
E miglia da fare prima di dormire.]

(Versi da “Stopping by the woods on a snowy evening” di Robert Frost)


VISITATORI NOTTURNI

Once upon a midnight dreary, while I pondered, weak and weary,
Over many a quaint and curious volume of forgotten lore—
While I nodded, nearly napping, suddenly there came a tapping,
As of some one gently rapping, rapping at my chamber door.
“’Tis some visitor,” I muttered, “tapping at my chamber door—
 Only this and nothing more.

[Una volta, era tetra mezzanotte, mentre meditavo, debole e stanco,
Su certi bizzarri e curiosi volumi d’una tradizione abbandonata;
Mentre chinavo il capo, quasi sonnecchiando, d’un tratto sentii bussare,
Come se qualcuno leggermente picchiettasse, picchiettasse alla porta della mia camera.
“Qualche visitatore” mormorai “batte alla porta della mia camera;
 Solo questo e nulla più”.]

(Versi da “The raven” di Edgar Allan Poe)


IL RESTO E’ SCORIE

What thou lovest well remains,
                                                  the rest is dross
What thou lov’st well shall not be reft from thee
What thou lov’st well is thy true heritage

[Quel che veramente ami rimane,
                                                  il resto è scorie
Quel che veramente ami non ti sarà strappato
Quel che veramente ami è la tua vera eredità.]

(Versi da “Canto 81” di Ezra Pound)

Immagine in bianconero in primo piano di Ezra Weston Loomis Pound, poeta, saggista e traduttore statunitense, il quale trascorse la maggior parte della sua vita in Italia. Qui alcuni versi da "Canto 81"
Ezra Pound (CC)

Immagine in bianconero in primo piano di Charles Olson, poeta statunitense. Qui un passaggio da "As The Dead Prey Upon Us".
Charles Olson (CC)

I MORTI DENTRO NOI STESSI

As the dead prey upon us,
they are the dead in ourselves,
awake, my sleeping ones, I cry out to you,
disentangle the nets of being!

[Mentre i morti ci danno la caccia,
loro sono i morti in noi stessi,
sveglia, miei dormienti, mi appello a voi,
sbrogliate la rete dell’essere!]

(Versi da “As the dead prey upon us” di Charles Olson)


SOGNI MANDATI DA HERMES

My dreams are not frightening,   
they are not nightmares. But   
their irrationality puzzles
me. What is Hermes trying to
tell me? Is he playing a game   
with me? Last Monday night   
I dreamt about a school for   
young children who had heads   
but no bodies. Last night it   
was a cow that was galloping   
in our meadow like a horse.   
Another night, and this one   
was a bit scary, I swam across   
the lake with my head under   
water, I didn’t have to breathe air.

[I miei sogni non sono spaventosi,   
non sono incubi. Ma   
la loro irrazionalità mi
stupisce. Cosa Hermes prova a
dirmi? Lunedì notte   
ho sognato una scuola per   
giovani ragazzi che avevano teste   
ma non corpi. La notte scorsa 
era una mucca che galoppava   
sul nostro prato come un cavallo.   
Un’altra notte, e questa volta  
è stato un po’ spaventoso, io nuotavo   
nel lago con la mia testa sotto   
l’acqua, non avevo bisogno di respirare aria.]   

(Versi da “In the God’s dreams” di James Laughlin)

Immagine di una statua raffigurante Hermes.
Hermes / Mercurio (CC)

Immagine in bianconero in primo piano di Carl Sandburg, poeta statunitense insignito di due Premi Pulitzer: uno per la poesia nel 1951 ed uno per la storia nel 1959. Qui un passaggio da "At A Window".
Carl Sandburg (CC)

SCAMBIO

Give me hunger,
O you gods that sit and give
The world its orders.
Give me hunger, pain and want,
Shut me out with shame and failure
From your doors of gold and fame,
Give me your shabbiest, weariest hunger!

But leave me a little love,
A voice to speak to me in the day end,
A hand to rouch me in the dark room.
Breaking the long loneliness.

[Datemi fame,   
O voi dèi che sedete e date   
Ordini al mondo.
Datemi fame, dolore e mancanza,
Chiudetemi fuori, con vergogna e fallimento,   
Dalle vostre porte d’oro e fama,   
Datemi la vostra più meschina, sfinita fame!   
Ma lasciatemi un po’ d’amore, 
Una voce che mi parli sul finire del giorno,   
Una mano che mi tocchi nella stanza buia,   
A spezzare la lunga solitudine.] 

(Versi da “At a window” di Carl Sandburg)


POCHE PAROLE

Per una donna, amico mio, che schianto
l’autunno! Ad ogni suo ritorno sai
che sempre, fin da bambina, ho pianto”.
Altro non dici a chi ti vive accanto,
a chi vive di te, del tuo dolore
Che gli ascondi; e si chiede se più mai,
anima, a dove e a che, rifiorirai.

(Versi da “L’autunno” di Umberto Saba)

Immagine in bianconero in primo piano di Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, poeta, scrittore e aforista italiano. Qui alcuni versi da "L'Autunno".
Umberto Saba (CC)

Immagine della Villa Il Meleto, residenza estiva del poeta Guido Gozzano, ai piedi del Colle di Macugnano, a circa un chilometro da Agliè, in Piemonte. Qui un passaggio da "La Via Del Rifugio".
Il Meleto ad Agliè (To) casa di Gozzano (CC)

AUTOCITAZIONE

Socchiudo gli occhi, estranio
ai casi della vita.
Sento fra le mie dita
la forma del mio cranio…

Ma dunque esisto! O Strano!
vive tra il Tutto e il Niente
questa cosa vivente
detta guidogozzano!

(Versi da “La via del rifugio” di Guido Gozzano)


VANAGLORIA

Non è il mondan romore altro ch’un fiato
di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi,
e muta nome perché muta lato.

(Versi da “La divina commedia” di Dante Alighieri, Purgatorio canto XI)

Immagine raffigurante Dante Alighieri visto di profilo (destro). Qui un passaggio dal "Purgatorio" canto XI.
Dante (CC)