Nella filosofia di vita rock stoica per la cura di sé i film sono una occasione di apprendimento perché mostrano luoghi, fatti e persone altrimenti ignoti o irraggiungibili.

Film

Il cinema suggerisce una gran quantità di modi originali e sorprendenti di vedere le cose e la vita. Inoltre, suggerisce l’idea (non poco allettante) di poter stare in questo mondo come recitando in un film. Ciò non solo nel senso di prendere l’esistenza – tutta – come una faccenda assai relativa, ma anche di vederla come sempre aperta a mille possibilità e situazioni inattese. Qui di seguito, in ordine alfabetico, alcuni film (con nostre brevi annotazioni) capaci di cambiare la vita allo spettatore in virtù d’una trama straordinaria o anche – talvolta – d’una sola scena o persino d’una sola battuta. “Dopotutto, domani è un altro giorno (Rossella O’Hara interpretata da Vivien Leigh in “Via col vento”, 1939).

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A

A BEAUTIFUL MIND
Immagine in primo piano di Russell Crowe sorridente in smoking (“Russell Crowe” by Eva Rinaldi Celebrity Photographer is marked with CC BY-SA 2.0). Il film è "A Beautiful Mind".
Russell Crowe [“Russell Crowe” by Eva Rinaldi Celebrity Photographer is marked with CC BY-SA 2.0.]

diretto da Ron Howard (2001) – Questa rassegna cinematografica parte in media res. Ecco, infatti, un film in cui la “mente” (notevole tema filosofico) è assoluta protagonista. Si tratta della mente di un illustre matematico, vissuto realmente (1928 – 2015). La mente è pure nel titolo dell’opera (“mind“). Quindi è utile un clic sulla parola greca “hegemonikon“, per affacciarsi sulla sezione PAROLE G-O di questo sito.

LA MENTE

Non importa quanto una mente sia brillante, acuta, rigorosa. Pure una mente così – come tutte – non può essere lasciata a se stessa e deve essere accudita. La mente umana, infatti, è una macchina assai delicata. Lo è come risultato di millenni in cui è stata ipertrofizzata e sovraccaricata. Lo dimostrano gli innumerevoli casi di suo malfunzionamento e devianza (quante persone fuori di testa!). Più il ‘marchingegno’ collocato nella scatola cranica è sofisticato e sovradimensionato più esso richiede cure e attenzioni. Una persona mentalmente semplice e un bambino hanno bisogno di cure minori rispetto a un geniaccio esuberante. Ma noi umani facciamo il contrario, trattando i bambini (e i semplici) come deficienti da accudire, mentre riteniamo gli “intellettualmente superdotati” capaci di badare perfettamente a loro stessi.

Così come un motore potente e sofisticato è capace di performance sbalorditive, ma deve essere sottoposto a continue manutenzioni e aggiustamenti, allo stesso modo una mente eccelsa ha bisogno di costante monitoraggio. Lo stesso cervello capace di elaborare ragionamenti notevoli può presentare aspetti altamente problematici. Perciò, nessun uomo può essere ridotto alla sola sua materia grigia e potenza di “calcolo”.

Per esempio, un caso positivo (quello di una mente a tutto tondo), sta nella grandezza di Albert Einstein, ben oltre la sua già notevole statura’ come fisico. Basta leggere le sue riflessioni al riguardo dell’umanità per annoverarlo fra i grandi, in assoluto, non solo fra i grandi della scienza.

Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi (Albert Einstein).

LA CURA DI SÉ

Il senso di realtà, la capacità di adattamento e il saper stare al mondo non dipendono quasi per nulla dall’intelligenza pura (quella misurata come QI). Anzi, le strette facoltà mentali possono perfino costituire un ostacolo al senso di realtà. Più il pensiero razionale (“dianoia“) è sviluppato più le altre facoltà della persona (empatia, affettività, sensibilità) rischiano di diminuire. Insomma, menti superiori necessitano superiori attenzioni. Si tratta di cervelli spinti verso i loro limiti, stressati, sottoposti a una tensione altissima. Einstein, proprio con la sua apertura verso altri orizzonti di pensiero (al di là della scienza) si è preso CURA DI SÉ e della sua portentosa intelligenza.

Forse è bello avere una grande intelligenza ma il dono più importante è scoprire un grande cuore (John Forbes Nash interpretato da Russell Crowe in “A beautiful mind”, 2001).

Il film racconta la storia vera di un grande matematico, il quale avrebbe dovuto prendersi CURA DI SÉ e dei suoi “disturbi” prima di arrivare a soffrirne in modo straziante e invalidante. Invece, Nash (di lui narra la pellicola) ascolta persino voci imprecisate (sono solo nella sua testa), e non si tratta di manifestazioni del “daimon” socratico. Forse non sarebbe stato un grande matematico se non avesse dedicato tutto sé stesso agli studi, trascurando la propria salute mentale e immolando il proprio cervello alla causa scientifica. Ma sarebbe stato comunque un grande uomo. Magari più felice.

Jennifer Connelly interpreta Alicia Larde Nash.

Il film è ispirato all’omonimo libro del 1998 di Sylvia Nasar.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Where is my mind”Pixies (1988) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


ABOUT SCHMIDT (A proposito di Schmidt)

diretto da Alexander Payne (2002) – Una buona vecchiaia è fra gli obbiettivi della vita filosofica. In questo senso, gli anni precedenti l’invecchiamento devono essere una preparazione, un addestramento (“askesis“). Sono, cioè, il tempo utile ad affinare il modo di pensare, di agire e soprattutto di “reagire” agli eventi (esterni, ma anche “interni”, come lo sono, per esempio, gli stati d’animo, i sentimenti).

Il lavoro filosofico da compiere durante la “vita giovane” è propedeutico alla CURA DI SE.

Per anni impiegato in una compagnia assicurativa, Warren Schmidt, va in pensione e resta vedovo dopo 42 anni di matrimonio. Non ha mai compiuto su di sé un’opera di “tirocinio” e di apprestamento alla senilità. Così deve fare i conti con un passato insoddisfacente e deve affrontare un futuro non promettente. Cerca di rimediare, ma non è facile.

Ma io quando mai ho fatto la differenza? C’è una cosa al mondo migliorata grazie a me? (Warren Schmidt interpretato da Jack Nicholson in “A proposito di Schmidt”, 2002).

LA VECCHIAIA

Sull’argomento della vecchiaia, si legga “Cato Maior de senectute“, opera scritta da Cicerone (latino: Marcus Tullius Cicero, inglese: Cicero) nel 44 a.C., ovvero poco prima della morte di Cicerone stesso, e dedicata all’amico Attico. Raccomandabile, inoltre, “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde da cui è stato tratto – fra gli altri – un film del 1945 diretto da Albert Lewin.

Kathy Bates interpreta Roberta Hertzel.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Old man”Neil Young (1972) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


ABSOLUTE POWER (Potere assoluto)

diretto da Clint Eastwood (1997) – Ci può essere qualcosa di ‘filosofico’ nella vita di un ladro? Lasciando per un attimo da parte il disvalore in sé del furto e ignorando anche le sue motivazioni (per esempio, uno stato di assoluta necessità oppure una scelta “politica” come quella di <sottrarre ai ricchi per dare ai poveri>), un malvivente può, comunque, essere “elegante”, capace di non commettere violenze nonché particolarmente dedito a coltivare virtù (“aretè“) quali scrupolosità, esattezza, perfezione del gesto.

Comunque, questo film si occupa dell’arroganza del potere. E della corruzione morale del potere. Infatti, oltre al sobrio e perspicace ladro (testimone involontario della brutale uccisione d’una donna), al centro della vicenda c’è addirittura il presidente degli Stati Uniti (interpretato da Gene Hackman). Questi vuole sedurre la moglie d’un amico, ma la serata finisce, soprattutto per la donna, nel peggiore dei modi, complice qualche bicchiere alcolico di troppo.

La faccenda si ingarbuglia rapidamente, così devono intervenire i servizi segreti per “coprire” il delitto, ignari di agire sotto gli occhi del ladro di preziosi (nascosto dietro una parete). Insomma, il ladro di alto profilo è quasi un gentiluomo se paragonato al torbido e depravato presidente.

Per molti filosofi della Grecia antica e della Roma imperiale, il comportamento di condottieri e governanti è un tema a dir poco cruciale. Tutta la cultura della CURA DI SÈ nasce proprio come formazione etica dei giovani destinati al potere.

Siamo troppo vecchi per raccontarci puttanate (Luther Whitney interpretato da Clint Eastwood in “Potere assoluto”, 1997).

Di capitale importanza (sul tema della formazione) il testo “Alcibiade” di Platone, riguardante, appunto, l’acerbo e inesperto Alcibiade destinato a diventare un leader della Grecia antica e, perciò, da formare e far crescere anche eticamente.

Laura Linney interpreta Kate Whitney (figlia di Luther).

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1996 di David Baldacci.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “The power”Snap! (1990) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


A CLOCKWORK ORANGE (Arancia meccanica)

diretto da Stanley Kubrick (1971) – E’ facile cadere in interpretazioni filosofiche – erroneamente di stampo ‘nietzschiano’ – della scellerata vicenda criminale e psicopatologica del protagonista del film. In realtà, il disgraziato Alex vive esattamente al contrario di quanto farebbe un “nostro” filosofo. Infatti, si scatena in orrende e gratuite violenze al solo scopo di procurarsi emozioni forti, di breve durata. Tuttavia, c’è molto di filosofico, invece, nel prezzo a lui richiesto (dalla vita) quando, poi, deve subire le comprensibili “retribuzioni” da parte di tutte le sue vittime.

Non si tratta di una vera e propria forma di giustizia (“dikayosine“), ma si afferma comunque una legge universale: tutte le scelte, prima o poi, hanno conseguenze.

Stai attento. Stai bene attento, oh Dim, se della vita la continuazione a cuor ti sta (Alexander DeLarge interpretato da Malcom McDowell in “Arancia meccanica”, 1971).

Da molti decenni si è affermato, per indicare questa legge generale del destino, il termine “karma“, anche se esso non sarebbe il più calzante. Comunque, lo indichiamo qui perché, per gli stoici dell’antichità, il concetto di fato è di grande importanza. Vedere anche “heimarmene” nella nostra sezione PAROLE G-O.

Inoltre, è buona l’occasione per accennare a una certa vicinanza di alcuni temi del pensiero religioso/filosofico indiano alla speculazione greco-antica a cui in questo sito si fa ampio riferimento.

Patrick Magee interpreta Frank Alexander.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1962 di Anthony Burgess.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Secondo movimento” dalla Sinfonia 9 in re minore op. 125Ludwig van Beethoven (1824) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


A FISH CALLED WANDA (Un pesce di nome Wanda)
Locandina del film "A fish called Wanda".

diretto da Charles Chrichton (1988) – Questo divertentissimo “classico” cinematografico è un ottimo pretesto per dire una cosa magari urticante: gangster e impostori possono avere un lato filosofico, se dotati di sveltezza, humor, leggerezza, sagacia, intelligenza o altre singole “virtù“. Pensiamo alla iconica figura del “ladro gentiluomo” (vedi anche il film “Potere assoluto”, qui sopra), nei confronti del quale si trascura il reato per apprezzare lo sfoggio di buoni propositi e buone maniere.

Nel film di Crichton non si tratta di gentiluomini, ma di gaglioffi dotati, però, di consistente arguzia e pure di una certa simpatia. Certamente, la presenza di apprezzabili virtù nei malavitosi si verifica di rado. Molto di rado. Ma tanto basta a demolire il preconcetto secondo cui chi delinque è sempre e invariabilmente distante da qualsiasi filosofia di vita. Di pari passo, cade anche il pregiudizio secondo cui nelle fila dei filosofi si annoverano sempre e solo persone “seriose”.

Sappilo: Aristotele non era belga; e l’essenza del messaggio del Buddhismo non è ‘ogni uomo pensi a sé stesso’; e la London Underground non è un movimento rivoluzionario! Questi sono tutti errori, mi sono informata! (Wanda Gershwitz interpretata da Jamie Lee Curtis in “Un pesce di nome Wanda”, 1988).

In chiave scherzosa e umoristica, alcuni passaggi del film possono far venire in mente pure alcune forme della cosiddetta “pazzia divina”. Il riferimento è a quanto espresso dalla parola greca “mania” cioè a uno stato di esaltazione euforica e creativa, a volte pericoloso, ma anche benefico.

John Cleese interpreta Archie Leach.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Main titles”John Du Prez (1988) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


AFTER HOURS (Fuori orario)
Locandina (di Marvin Mattelson) del film "After Hours".

diretto da Martin Scorsese (1985) – Il caos della vita, l’imprevedibilità incombente su ogni situazione, nonché la natura fragile e caduca dei rapporti umani sono rappresentati in maniera strepitosa in quasi cento minuti di colpi di scena, fraintendimenti, coincidenze stupefacenti e ordinarie bassezze metropolitane.

E’ una descrizione impietosa, eppure necessariamente divertente (umorismo nero), dello scenario in cui scivola, al calar delle tenebre, la vita d’una grande metropoli. Le regole diurne (già continuamente minacciate) a notte fonda si rivelano ancor più fragili e vengono ignorate (persino invertite) a vantaggio di rapporti molto più primitivi e tribali.

Questo non è un libro. È un prolungato insulto. È uno scaracchio in faccia all’arte, un calcio in culo a divinità, bellezza e verità (Marcy Franklin interpretata da Rosanna Arquette in “Fuori orario”, 1985).

Il film fotografa senza sconti il radicale cambio di “ethos” fra la dimensione convenzionale del giorno e quella dominata dall’oscurità notturna. Così, non c’è bisogno, per mettere alla prova la propria tenuta caratteriale, di andare nella giungla. La giungla è molto più vicina, a portata di mano: basta attendere il calar del sole. E, quando la vita scivola in uno stato di guerra (perché bisogna guardarsi da tutto e da tutti), si è in grado di misurare il proprio grado di saggezza (“phronesis“).

Si può essere saggi in virtù di una naturale disposizione, magari posseduta da sempre (dalla nascita), o anche grazie a una repentina svolta, giunta senza aver effettuato particolari percorsi per ottenerla. L’altra strada, l’addestramento (“askesis“), è più definita ed è una scelta consapevole.

Griffin Dunne interpreta Paul Hackett.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “After hours”The Velvet Underground (1969) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


ALIEN 
Locandina (di Philip Gips) del film "Alien".

diretto da Ridley Scott (1979) – E’ un sano esercizio filosofico quello di ricordare, ogni tanto, la possibilità di essere, noi, non ‘soli’ nell’universo. Ancor più “filosofico” è tener sempre presente l’inconsistenza del tanto sbandierato primato umano (asseritamente positivo) sulle altre creature.

Ebbene, questo inesistente primato non regge già qui sulla Terra – dove caso mai noi umani primeggiamo in malvagità e turpitudine – ma ancor meno potrebbe reggere al confronto di creature extraterrestri più efficaci nel campo della lotta quotidiana per la sopravvivenza (come mostrato in questo film) oppure più intelligenti (come mostrato in altre pellicole).

La nostre sconfinate autostima (“oiesis“) e arroganza hanno bisogno di ridimensionamenti, con salutari bagni d’umiltà. L’alieno, il diverso, lo sconosciuto, possono improvvisamente evidenziare le nostre enormi limitatezze.

Ammiro la sua purezza: un superstite non offuscato da coscienza, rimorsi o illusioni di moralità (Ash interpretato da Ian Holm in “Alien”, 1979). Un forte riferimento ai limiti imposti dalla coscienza (quando, invece, occorrerebbe determinazione implacabile se si è in lotta per la sopravvivenza) è pure presente in alcuni passaggi enunciati dal colonnello Kurtz nel film “Apocalypse now”, qui sotto).

Questa pellicola di Scott ci porta nello spazio siderale. Così possiamo usarla anche come occasione per evocare una storica nozione dello Stoicismo, quella di “ekpyrosis“. Si tratta di un concetto utile anche su una scala assai meno universale, per esempio a livello individuale. Potremmo immaginare un processo di ciclico rinnovamento e purificazione personale: la distruzione dell’individuo vecchio e superato per far posto alla nascita dell’individuo nuovo e di maggiore valore. Chi abbia studiato qualcosa dell’alchimia e di alcune opere di Carl Gustav Jung troverà molti punti di contatto.

Sigourney Weaver interpreta Ellen Ripley.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “The alien”Manchester Orchestra (2017) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


A LOVE SONG FOR BOBBY LONG (Una canzone per Bobby Long)
Locandina del film "A Love Song For Bobby Long".

diretto da Shainee Gabel (2004) – Motivi di ispirazione filosofica ce ne sono a bizzeffe in questo film. E’ davvero una vita controcorrente, scelta per principi morali e/o politici, quella del professore di letteratura Bobby Long e del suo assistente Lawson Pines? O si tratta solo di scapestrataggine e dissolutezza?

Di certo, il film racconta una vita trascinata fra partite a scacchi, musica e citazioni poetiche, in un’abitazione quasi in malora. Nonostante ciò, non è esattamente una vita perduta. Forse è più etico l’atteggiamento della diciottenne Purslane “Pursy” Hominy Will – interpretata da Scarlett Johansson – la quale, con i suoi limiti (soprattutto dovuti alla giovane età), cerca di mettere ordine nella trascuratezza alcolica e fumosa dei due ‘adulti’.

Ricordati una cosa, Purslane: l’erbaccia è solo erbaccia, anche se fa fiori splendidi (Lee interpretato da Clayne Crawford in “Una canzone per Bobby Long”, 2004).

Bobby Long è uno dei tanti professori immaginari di cui è piena la storia del cinema (qui ricordiamo George Falconer, interpretato da Colin Firth in “A single man”, e Robert Crawford, interpretato da F. Murray Abraham in “Finding Forrester”). Queste figure suggeriscono molte riflessioni anche sul concetto di istruzione, educazione, insegnamento (“paideia“).

John Travolta interpreta Bobby Long.

Il film è basato sul romanzo “Off Magazine Street” di Ronald Everett Capps.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Love song for Bobby Long”Grayson Capps (2004) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


AMADEUS 
Locandina (di Peter Sis) del Film "Amadues".

diretto da Milos Forman (1984) – Ecco la precisa fotografia di un talento (persino un genio) afflitto da irrimediabili mancanze di filosofia pratica. Proprio come Wolfgang Amadeus Mozart, altri spiriti, maggiormente qualificati rispetto alla media umana, possono faticare a collimare con gli standard sociali dei mediocri e delle loro miserie (vedi qui sopra A Beautiful Mind). Alla fine, per non poter (o voler) accettare alcuni “intelligenti” compromessi, gli esseri dotati di menti più libere e creative finiscono con il soccombere tragicamente.

La sua era una musica che non avevo mai udito, espressione di tali desideri, di tali irrefrenabili desideri… mi sembrava di ascoltare la voce di Dio. Ma perché, perché Dio avrebbe scelto un fanciullo osceno quale suo strumento? Era incredibile. Quel pezzo doveva essere un caso, per forza. Guai se non lo fosse stato” (Antonio Salieri interpretato da F. Murray Abraham in “Amadeus”, 1984).

Nessun vero filosofo suggerirebbe mai a Mozart di vendere la propria dignità e purezza, ma di “farsi furbo”, almeno un pochino! Arricchirsi è cosa superflua e volgare, ma non è bello morire di stenti dopo aver composto opere immortali.

In questa vicenda, affiora anche il concetto di “pazzia ispirata”, “mania” divina, poiché lo strepitoso (e precoce) musicista austriaco sembra davvero posseduto da una sublime ispirazione d’origine soprannaturale. Attenzione a non confondere questa ispirazione travolgente con il “daimon” socratico, il quale è un suggeritore interiore più simile a un folletto la cui missione è mettere in allerta – quando necessario – il proprio “ospite”.

Tom Hulce interpreta Wolfgang Amadeus Mozart.

Il film è un adattamento dall’omonima opera teatrale del 1979 di Peter Shaffer.  

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Requiem in Re minore K 626” Wolfgang Amadeus Mozart -> ASCOLTA SU YOUTUBE.


A PERFECT WORLD (Un mondo perfetto)
Locandina (di Bill Gold) del film "A Perfect World".

diretto da Clint Eastwood (1993) – Il titolo di questa pellicola è sarcastico poiché tutto, in essa, è ben lontano da ogni perfezione. Sono rappresentati tanti passi falsi. E ci sono pure molti tentativi, sempre deboli e imprecisi, di redenzione. La trama evidenzia la forza prevalente degli eventi rispetto ai vani tentativi di governarli da parte degli esseri umani. Insomma, mantenere dritta la “barra etica” è impresa ardua dinanzi alla forza del destino. Ma questo è, in ultima analisi, il senso della vita filosofica: provarci sempre, con tutte le proprie forze, fallendo pure, ma a testa alta.

In un mondo perfetto l’avremmo già preso da tanto tempo… In un mondo perfetto non sarebbe neanche successo (Red Garnett interpretato da Clint Eastwood in “Un mondo perfetto”, 1993).

Kevin Costner interpreta Robert ‘Butch’ Haynes.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Perfect world”Talking Heads (1985) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


APOCALYPSE NOW 
Locandina (di Bob Peak) del film "Apocalypse Now".

diretto da Francis Ford Coppola (1979) – È la storia di un colonnello americano di grandissimo talento, ma sopraffatto dalle pressioni di una guerra assurda (Vietnam) e dal proprio ego eccedente. Così afferma l’alto comando militare degli Stati Uniti. Perciò, arriva proprio dall’alto comando americano l’ordine di eliminare fisicamente il colonnello Kurtz, ritenuto mentalmente alla deriva, nella giungla asiatica, dove si è autonominato comandante di un manipolo di ammutinati fuori di testa.

Forse, più semplicemente, è la vicenda di un uomo non disposto a piegarsi a ipocrisie e menzogne. Perciò, quest’uomo eticamente ispirato, si ritrova su un percorso il cui approdo finale (morte per mano dei suoi stessi commilitoni) egli prevede perfettamente – e in qualche misura addirittura auspica – per porre fine alle proprie sofferenze morali. A quest’ultima ipotesi il film allude apertamente.

FILM PAZZO SU UNA GUERRA PAZZA

Il risultato è una pellicola epica, psichedelica, scombussolata come lo è ogni guerra (in particolare questa guerra rappresentata come totalmente demenziale). È una magistrale interrogazione sulla natura umana, dove tutti i protagonisti sono anche caricature di loro stessi.

Accusare un uomo di omicidio quaggiù era come fare contravvenzioni per eccesso di velocità alla 500 Miglia di Indianapolis (Cap. Benjamin L. Willard interpretato da Martin Sheen in “Apocalypse now”, 1979).

Magnifica la figura del tenente colonnello William “Bill” Kilgore (Robert Duvall) interessato egualmente a fare surf e a sterminare il nemico col napalm: “Mi piace l’odore del napalm di mattina. Una volta, una collina, la bombardammo, per dodici ore, e finita l’azione andai lì sopra. Non ci trovammo più nessuno, neanche un lurido cadavere di Viet. Ma quell’odore… si sentiva quell’odore di benzina. Tutta la collina… odorava di… di vittoria“.

Questa pazza, bellissima opera cinematografica fa venire alla mente, fra l’altro, la nozione di “ekpyrosis” sia intesa come ciclica distruzione e rigenerazione universale sia intesa come processo di purificazione personale.

Marlon Brando interpreta Walter E. Kurtz.

Il film è liberamente (e molto vagamente) ispirato al romanzo del 1899 Heart of Darkness (Cuore di Tenebra) di Joseph Conrad.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “The end (Apocalypse Now version)”The Doors (1979) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


A SINGLE MAN (Un uomo solo)
Locandina del film "A Single Man".

diretto da Tom Ford (2010) – Nella vita, le vere prove sono tragiche, impreviste, ingiuste. Le nostre reazioni dinanzi agli eventi estremi dicono perfettamente “chi siamo”, ma dicono anche “chi siamo diventati un attimo dopo la tragedia” (oppure un mese dopo, un anno dopo). La filosofia dovrebbe prepararci proprio a situazioni così impegnative, tanto come dovrebbe prepararci alla vecchiaia e alla morte, nostre e dei nostri cari (su questo si veda “A proposito di Schmidt” qui sopra).

A volte cose orribili hanno la loro bellezza (Carlos interpretato da Jon Kortajarena in “Un uomo solo”, 2010).

Colin Firth interpreta George Falconer.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1964 di Christopher Isherwood.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Stillness of the mind”Abel Korzeniowski (2010) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


AUGUST: OSAGE COUNTY (I segreti di Osage County) 
Locandina del film "August; Orange County".

diretto da John Wells (2013) – Il confronto con parenti e amici è non solo un campo di battaglia, ma uno dei più impegnativi terreni di applicazione delle proprie convinzioni filosofiche. Gli elementi psicologici in ballo sono talmente profondi da mettere a durissima prova anche gli spiriti più addestrati e tolleranti. Il vero filosofo è colui il quale, nello scenario familiare, riesce a essere come vuole, senza farsi travolgere da affetti e idiosincrasie.

Grazie a Dio non prevediamo il futuro altrimenti non ci alzeremmo dal letto!” (Barbara Weston interpretata da Julia Roberts in “I segreti di Osage County”, 2013).

Meryl Streep interpreta Violet Weston.

Il film è stato scritto da Tracy Letts e basato su una sua opera teatrale omonima.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Can’t keep it inside”Benedict Cumberbatch (2013) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


AUS DEM NICHTS (IN THE FADE) (Oltre la notte)
Locandina del film "Aus Dem Nichts" (In The Fade).

diretto da Fatih Akin (2017) – Come non dare ragione a una donna la quale riserva agli assassini di suo marito e del loro figlio di sei anni lo stesso trattamento “esplosivo” riservato senza pietà, tempo addietro, ai suoi due grandi affetti? Tuttavia, anche fregandosene delle leggi giuridiche – ovviamente contrarie a queste cruente vendette – la filosofia morale ordinaria le sconsiglia comunque.

Praticare rabbia, livore e risentimento significa precipitare nell’aberrazione (ottenendo, peraltro, effimere soddisfazioni e trasformando sé stessi in persone simili a quelle contro le quali si indirizza la rabbia).

Non c’è vendetta valida quanto l’oblio, giacché esso basta a seppellire il nemico nella polvere del suo nulla (Baltasar Gracián).

Diane Kruger interpreta Katja Şekerc.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Here comes revenge”Metallica -> ASCOLTA SU YOUTUBE


AUTOMATA 
Locandina del film "Automata".

diretto da Gabe Ibanez (2014) – L’intera letteratura su robot, androidi e umanoidi (di varia natura) è una cartina di tornasole su noi stessi e sui nostri limiti. Perciò la fantascienza è quasi sempre una riflessione filosofica sull’essenza umana, sull’etica e su questioni moralmente dirimenti come la libertà di scelta. Insomma, una fonte inesauribile per chi non si accontenta di esistenze convenzionali e appiattite su vuote e ripetitive abitudini.

Vede, il suo brillante cervello ha delle limitazioni: limitazioni fisiche, limitazioni biologiche, mentre questa testa di latta ha soltanto la limitazione rappresentata dal secondo protocollo (Susan Dupré interpretata da Melanie Griffith in “Automata”, 2014).

Antonio Banderas interpreta Jacq Vaucan.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Ohm sweet ohm”Kraftwerk (1975) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera B

Immagine di Brad Pitt appoggiato a una scrivania e con una coppola in testa (“ISS Downlink with Actor Brad Pitt (NHQ201909160005)” by NASA HQ PHOTO is marked with CC BY-NC-ND 2.0). Qui si parla di "Babel".
Brad Pitt [“ISS Downlink with Actor Brad Pitt (NHQ201909160005)” by NASA HQ PHOTO is marked with CC BY-NC-ND 2.0.]

BABEL 

diretto da Alejandro Gonzalez Inarritu (2006) – La vita è un intreccio complesso e davvero stupefacente di coincidenze, concatenazioni, incroci e combinazioni. Un intricato reticolo avvolge tutto insieme ed è troppo sottile e ramificato per essere a noi visibile.

Un film come questo può aiutare a intuire il groviglio situazionale in cui siamo esistenzialmente intrappolati, inducendoci a maggiore umiltà nei confronti dell’avventura terrena e convincendoci di quanta poca autentica libertà resti davvero agli esseri umani. Essa (la poca libertà) è comunque molto importante, proprio perché poca e quindi da utilizzare con saggia oculatezza. Bisogna imparare a gestire le proprie reazioni dinanzi agli eventi ineluttabili.

L’uomo veramente libero è colui che rifiuta un invito a pranzo senza sentire il bisogno di inventare una scusa (Jules Renard).

Brad Pitt interpreta Richard Jones.

Brano suggerito: “Babel”Mumford & Sons (2012) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BEFORE I GO TO SLEEP 
Locandina britannica del film "Before I Go To Sleep".

diretto da Rowan Joffé (2014) – Christine si sveglia, ogni mattina, senza ricordare nulla della propria vita, persino del giorno prima. In pratica, ogni giorno è tabula rasa e lei deve ricominciare da zero. La sconcertante situazione minaccia le umane certezze (già alquanto scarse) e sconvolge gli ordinari concetti di identità, di biografia, di auto-appartenenza.

Proviamo a pensare cosa sarebbe la nostra vita se, ogni mattina, ci svegliassimo senza un bagaglio di ricordi, senza un nostro curriculum vitae, senza riconoscere i volti dei nostri familiari (e senza sapere chi sono i nostri familiari).

Cos’è un ricordo? Qualcosa in tuo possesso o qualcosa perso per sempre? (Isabel Allende).

Nicole Kidman interpreta Christine Lucas.

Il film è basato su un omonimo libro del 2011 di Steve J. Watson.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Before I go to sleep / End titles”Edward Shearmur (2014) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BEHIND ENEMY LINES (Dietro le linee nemiche)
Locandina del film "Behind Enemy Lines".

diretto da John Moore (2001) – Il carattere, la forza d’animo e altre decisive qualità della natura umana sono messe in risalto soprattutto nelle circostanze veramente impegnative. Laddove sia questione di vita o di morte è molto difficile barare.

Se la posta in gioco è davvero importante, il carattere è necessario e non si può inventarselo al momento. Ritrovarsi all’improvviso in territori sconosciuti e ostili, sapendo di rischiare la cattura e l’uccisone, è un test, senza appello, sulla tenuta psicologica e sull’acutezza dell’ingegno.

Nel caso specifico della vicenda narrata da questa pellicola cinematografica, aiuta anche avere un ‘capo’ come l’ammiraglio Leslie McMahon Reigart (interpretato da Gene Hackman).

Il vero coraggio credi sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede (Harper Lee).

Owen Wilson interpreta Chris “Longhorn” Burnett.

Brano suggerito: “Enemy”Tommee Profitt, Sam Tinnesz & Beacon Light (2019) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BEING JOHN MALKOVICH (Essere John Malkovich)
Locandina del film "Being John Malkovich".

diretto da Spike Jonze (1999) – L’incredibile esperienza di poter diventare un’altra persona per un tempo di circa 15 minuti, entrando di fatto nella sua testa (in questo caso, nella testa del famoso attore John Malkovich) innesca enormi interrogativi filosofici. Sono domande riguardanti i confini reali o immaginari fra le persone.

Dove finisce il mio IO e dove comincia quello di un’altra persona? Siamo certi di essere irrimediabilmente confinati nella nostra vita senza poter fare esperienze delle vite altrui? Magari apparteniamo tutti a un’unica coscienza universale di cui siamo soltanto articolazioni (prive di effettiva singolarità). Magari siamo tutti espressioni diverse (ma non parcellizzate) di un cosmo onnicomprensivo. Chissà!?

Non sai quanto sei fortunata a essere una scimmia, perché la coscienza è una vera maledizione: io penso, io sento, io soffro… e tutto quanto vorrei in cambio è l’opportunità di fare il mio lavoro e loro non me lo fanno fare perché io svelo le contraddizioni (Craig Schwartz interpretato da John Cusack in “Essere John Malkovich”, 1999)

Cameron Diaz interpreta Lotte Schwartz.

Brano suggerito: “In my mind”Wallners -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BIRUMA NO TATEGOTO (THE BURMESE HARP) (L’arpa birmana)
Locandina del film "Biruma No Tategoto" (The Burmese Harp).

diretto da Kon Ichikawa (1956; nel 1985 è stato pubblicato un remake diretto dallo stesso regista e con identico titolo, ma a colori e con un diverso cast) – La ricerca di sé stessi è un’operazione filosofica di primaria importanza. Ancor più impegnativo, poi, è il rivendicare, riaffermare e mantenere quel sé stessi appena individuato, accettando il prezzo da pagare. Infatti, essere sempre sé stessi comporta inevitabilmente un prezzo da pagare.

Nessun pensiero umano può dare una risposta a un interrogativo inumano. Io potevo solo portare un poco di pietà laddove era esistita solo crudeltà (Mizushima interpretato da Shôji Yasui in “L’arpa birmana”, 1956).

Spesso il prezzo della scoperta di sé stessi è una rottura netta con chi si è stati; con il mondo a cui si è appartenuti; con le abitudini della propria intera esistenza. Metanoia, nel senso di <conversione radicale>, è la parola chiave di questo processo di rifondazione dell’individuo.

Il filosofo Aldo Capitini, nel suo saggio La Compresenza dei Morti e dei Viventi (1966), ha scritto: “religioso indubbiamente è nell’Arpa Birmana il contrasto tra il piacevolissimo ritorno dei reduci alle cose semplici e quotidiane della vita e la missione di chi resta, solo e piangente, a seppellire i soldati morti“.

Rentarō Mikuni interpreta il capitano Inoue.

Il film è basato su un omonimo libro per bambini di Michio Takeyama.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “The burmese harp Theme”Akira Ifukube -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BLACK HAWK DOWN (Black Hawk abbattuto)
Locandina del film "Black Hawk Down".

diretto da Ridley Scott (2001) – Una operazione militare meticolosamente pianificata e poi affidata a personale altamente qualificato può fallire. Può andar male per un dettaglio piccolissimo, per un imprevisto di poco conto, per un incidente in sé minore rispetto al quadro complessivo. Essere pronti a gestire eventi inattesi è un grande imperativo filosofico-esistenziale. D’altro canto, la vita è fatta di contrattempi e intoppi casuali.

Probabilmente la nostra esistenza è interessante proprio per la sua imponderabilità. Solo la nostra miope arroganza può farci illudere della prevalenza – nella vita – di pianificazioni e previsioni basate su un’ordinata logica lineare.

L’elemento casuale, invece, è parte assai grande della realtà quotidiana, quindi, il buon senso deve sempre contemplare l’irruzione, in ogni situazione, di almeno un imprevisto. E deve pure contemplare la possibile mancanza di qualsiasi imprevisto (salvo considerare come “imprevedibile” anche l’assenza di ogni imprevisto).

Sai un mio amico mi ha chiesto… quando stavamo per imbarcarci… mi ha chiesto… ‘ma perché andate a combattere una guerra altrui… cosa credete, di essere eroi?’. Non gli ho saputo rispondere al momento… ma se lo chiedesse adesso direi di no… direi non è per niente così. Nessuno chiede di diventare un eroe… Solo, le cose vanno così a volte (Sergente scelto Matthew Eversmann interpretato da Josh Hartnett in “Black Hawk abbattuto”, 2001).

Josh Hartnett interpreta Matt Eversmann.

Il film è basato sul saggio storico del 1999 Black Hawk Down: A Story of Modern War (Falco Nero. Una storia vera di uomini in guerra) di Mark Bowden il cui tema è la battaglia di Mogadiscio del 1993.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Ashes to ashes”Hans Zimmer (2001) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BLADE RUNNER
Locandina (di John Alvin) del film "Blade Runner".

diretto da Ridley Scott (1982; nel 2017 è stato pubblicato il sequel BLADE RUNNER 2049 diretto da Denis Villeneuve) – Cosa differenzia un essere umano da un replicante, da un umanoide, da un automa? La scienza ha sempre indicato questa “differenza” soprattutto nelle emozioni e nei sentimenti. Non nei processi relativi al pensiero (ormai largamente riproducibili).

Io penso, Sebastian, pertanto sono (la replicante Pris interpretata da Daryl Hannah in “Blade Runner”, 1982).

In effetti, ormai padroneggiamo i meccanismi del pensiero logico (al punto da aver concepito l’Intelligenza Artificiale), ma non sappiamo ancora bene cosa sia la sfera affettiva. Tuttora i sentimenti umani (particolarmente quelli complessi) sono difficilmente riproducibili in una macchina, sia pur altamente sofisticata.

Tuttavia, se tutti gli altri componenti di una creatura artificiale risultassero davvero identici alla natura umana, allora emozioni e sentimenti dovrebbero insorgere – come naturale conseguenza – in un robot Nexius-6, il modello di replicante al centro di questo film indimenticabile. Quindi, l’unica differenza fra gli umani e le loro riproduzioni artificiali si ridurrebbe alla genesi e ai materiali utilizzati, non sussistendo differenze sul piano dei processi interni e dei comportamenti.

Bella esperienza vivere nel terrore, vero? In questo consiste essere uno schiavo (Roy Batty interpretato da Rutger Hauer in “Blade Runner”, 1982).

Harrison Ford interpreta Rick Deckard.

Il film è un adattamento dal racconto di fantascienza del 1968 Do Androids Dream of Electric Sheep? (Il cacciatore di androidi) di Philip K. Dick.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “One more kiss, dear”Vangelis (scritto nel 1982 ma pubblicato solo nel 1994) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BOHEMIAN RHAPSODY
Locandina del film "Bohemian Rhapsody".

diretto da Bryan Singer (2018) – E’ la storia del leader dei  Queen, Freddie Mercury, simile a quella di tanti altri protagonisti della musica rock internazionale, in eterno bilico fra vette di eccellenza artistica, vizi smodati e puerilità inspiegabili. Vicende in sé altamente imperfette, eppure “perfette” per dimostrare l’assoluta insufficienza del talento a garantire un’esistenza felice e appagata.

Fallirai se fingerai di essere chi non sei! (il padre di Freddie Mercury, Bomi Bulsara, interpretato da Ace Bhatti in “Bohemian Rhapsody”, 2018).

Sono proprio gli squilibri fra grandi doti innate e incapacità personali quotidiane a causare i drammi più irrisolvibili e talvolta fatali. La risposta è sempre un percorso filosofico basato sulla “conoscenza di sé” allo scopo di migliorarsi e fortificarsi.

Rami Malek interpreta Freddie Mercury.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Bohemian rhapsody”Queen (1975) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BRAZIL
Locandina americana (di Terry Gilliam) del film "Brazil".

diretto da Terry Gilliam (1985) – Rappresentazione originale ed efficace di un mondo distopico in preda a sconcertanti derive tecnocratiche. Una dimensione sospesa fra allucinato, demenziale e grottesco, gestita da poteri cinici e semi-occulti il cui evidente scopo è tenere sotto scacco masse inebetite di impiegati del nulla e dell’assurdo.

Eccoci qua. Il suo nuovo numero sulla porta del suo nuovo ufficio. E dietro quella porta la attendono incarichi importanti e delicati. Congratulazioni, DZ-015 e benvenuto nella nostra squadra (Mr. Warrenn interpretato da Ian Richardson in “Brazil”, 1985)

Seguendo il film, nasce più volte il sospetto di non essere in presenza di situazioni messe in scena al solo scopo di ottenere un improbabile scenario kafkiano. In effetti, andando poco oltre il primo impatto, si capisce di assistere a situazioni niente affatto lontane dalla comune realtà quotidiana.

Se ne deduce un problema di punto di vista: finché siamo immersi fino al collo nell’assurdità rischiamo l’assuefazione e, quindi, l’incapacità di vedere le storture e le alienazioni in cui siamo immersi. La sfida per chi voglia condurre un’esistenza filosofica, nel caotico guazzabuglio della vita contemporanea, è fatta di acuto discernimento, nervi saldi e infaticabile esame d’ogni cosa.

Jonathan Pryce interpreta Sam Lowry.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Aquarela do Brasil” – scritta da Ary Barroso, orchestrata da Michael Kamen e cantata da Geoff Muldaur e Maria Muldaur (1968) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BRINGING OUT THE DEAD (Al di là della vita)
Locandina del film "Bringing Out The Dead".

diretto da Martin Scorsese (1999) – Per la serie “condizioni estreme”, sottocategoria “non ci facciamo mancare niente”. La situazione qui descritta riguarda il lavoro in un servizio di ambulanze per il pronto soccorso.

Dopo un po’ arrivai a capire il mio ruolo: non era tanto salvare vite umane quanto essere testimone, ero uno straccio per il dolore, bastava fossi presente (il paramedico Frank Pierce interpretato da Nicolas Cage in Al di là della vita, 1999).

È senza dubbio una massacrante sfida capace di mettere a dura prova nervi, convinzioni morali e pure principi filosofici (di chiunque, anche di uomini d’acciaio). La domanda possibile per una riflessione filosofica è: bisogna già essere un po’ socratici e stoici, prima di avventurarsi in un lavoro del genere, oppure lo si diventa (socratici e stoici) proprio dopo aver affrontato una sfida tanto impegnativa?

Patricia Arquette interpreta Mary Burke.

Il film è basato sull’omonimo romanzo di Joe Connelly del 1998.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “I’m so bored with the U.S.A.”The Clash (1977) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


BROKEBACK MOUNTAIN (I segreti di Brokeback Mountain)
Locandina del film "Brokeback Mountain".

diretto da Ang Lee (2005) – Anche il proprio orientamento sessuale dovrebbe essere inquadrato nel contesto di una vita filosofica, ossia con sobrietà, rigore e conservando costantemente il più ampio controllo di sé stessi.

Le ragazze non si innamorano di chi le fa ridere (Cassie Cartwright interpretata da Linda Cardellini in “I segreti di Brokeback Mountain”, 2005).

Il problema non è la smodatezza in sé, ma l’eventuale origine degli eccessi dal fallimento dei tentativi di contenimento. Infatti, in questo caso, manca una capacità di governare sé stessi. Per la filosofia socratica e per quella stoica, non riuscire a dominarsi è deprecabile. Detto ciò, nessuno è perfetto e, quindi resta accettabile, ogni tanto, perdere il controllo, purché siano autentici i tentativi di migliorare sé stessi.

Heath Ledger interpreta Ennis Del Mar.

Il film è basato su un omonimo racconto breve del 1997 di Annie Proulx.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “It’s so easy!”Linda Ronstadt -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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C

Immagine in primo piano di Kate Winslet sorridente (“Kate Winslet” by Somewhere In Toronto is marked with CC BY-SA 2.0). Il film è "Carnage".
Kate Winslet [“Kate Winslet” by Somewhere In Toronto is marked with CC BY-SA 2.0.]

CARNAGE
Locandina del film "Carnage".

diretto da Roman Polanski (2011) – Si può essere adulti, istruiti, civili, vivere a New York ed essere animati da buone intenzioni nel voler chiarire la ragione per cui i propri figli sono giunti ad azzuffarsi (banali motivi). Si può essere tutto questo (stiamo parlando di due normalissime coppie di genitori) eppure trascendere inesorabilmente in una sempre più accesa lite verbale fatta di incomprensioni, livori, equivoci e colpi bassi.

Io credo nel dio del massacro. Il dio regnante incontrastato dalla notte dei tempi (Alan Cowen interpretato da Christoph Waltz in Carnage, 2011).

Purtroppo, le parole possono uscire di bocca da sole, se non si è ben addestrati all’autocontrollo e se non si è raggiunta una condizione d’imperturbabilità. Purtroppo, i pensieri possono imboccare la strada più nefasta, se non si sa restare lucidi, dignitosi, composti e costruttivi.

Insomma, la deriva comportamentale è sempre dietro l’angolo, se manca la capacità di adottare l’atteggiamento filosofico. Trascendere è sempre possibile in assenza d’una solida educazione alla filosofia socratica e stoica.

Kate Winslet interpreta Nancy Cowan.

Il film è basato sull’opera teatrale del 2006 Le Dieu du carnage (Il Dio del massacro) di Yasmina Reza.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Carnage”Nick Cave & Warren Ellis (2021) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


CATCH ME IF YOU CAN (Prova a prendermi)
Locandina del film "Catch Me If You Can".

diretto da Steven Spielberg (2002) –  Una vita di truffe, sotterfugi, plagi, travestimenti truffaldini e millanterie. Una vita comunque faticosa. Perché si tratta di manipolazioni spesso impegnative e di alto livello, rivelatrici d’una intelligenza pronta e d’una personalità versatile.

Due topolini caddero in un secchio pieno di panna; il primo topolino si arrese subito e annegò, il secondo topolino non voleva mollare e si sforzò a tal punto da trasformare quella panna in burro, così riuscì a saltar fuori; signori da questo momento io sono quel secondo topolino (Frank Abagnale Senior interpretato da Christopher Walken in “Prova a prendermi”, 2002).

Una gran quantità di talento (e di energia) impiegata solo per raggirare e fingere, senza mai condurre a obbiettivi di piena e autentica realizzazione. E’ un clamoroso caso di spreco, un esemplare caso di sperpero delle proprie abilità e risorse. In poche parole, l’opposto di una vita filosofica.

Leonardo DiCaprio interpreta Frank Abagnale Jr.

Il film è basato sull’omonima autobiografia (forse anch’essa mendace) di Frank Abagnale.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Come fly with me”Frank Sinatra (pubblicazione originale nel 1958) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


CITY OF ANGELS (La città degli angeli)
Locandina del film "City Of Angels".

diretto da Brad Silberling (1998) – Per una volta, la faccenda degli umani e degli angeli si capovolge (la faccenda è quella degli umani invidiosi degli angeli). In questa pellicola delicata e visionaria, un angelo desidera diventare umano perché si innamora di una donna (in carne e ossa) interpretata da Meg Ryan.

Seth non conosce la paura. Né il dolore. Né la fame. Sente la musica all’alba. Ma rinuncerebbe a tutto. La ama fino a questo punto (Nathaniel Messinger interpretato da Dennis Franz in “La città degli angeli”, 1998).

Il messaggio del film non richiede cervellotiche interpretazioni: gli angeli sono creature meravigliose, ma l’amore fisico a loro non è concesso. E l’amore terreno è davvero qualcosa d’impareggiabile.

Noi aggiungiamo questo: tendere verso la spiritualità e ambire a conseguire doti divine restano obbiettivi sublimi, ma da perseguire pur sempre restando umani. Ci viene facile asserire ciò anche perché, ovviamente, gli umani restano umani anche se in taluni rarissimi casi possono riuscire ad assomigliare molto agli angeli.

Nicolas Cage interpreta Seth.

Il film è un libero remake della pellicola del 1987 Wings of Desire (Der Himmel über BerlinIl cielo sopra Berlino) di Wim Wenders.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “If God will send his Angels”U2 (1997) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


CLOSE ENCOUNTERS OF THE THIRD KIND (Incontri ravvicinati del terzo tipo)
Locandina del film "Close Encounters Of The Third Kind".

diretto da Steven Spielberg (1977) – Non smetteremo mai di alzare il naso verso il cielo immaginando e desiderando la presenza di altri esseri senzienti, simili a noi, da qualche parte nell’universo. Questo perché ci sentiamo molto soli nell’infinito. E ci sembra anche improbabile, in un cosmo praticamente illimitato, il non verificarsi, anche altrove, di condizioni favorevoli alla vita.

La vita come la intendiamo noi. Inoltre, ci deve essere un motivo se quasi sempre ci aspettiamo intelligenze superiori, dotate di gioia naturale e grandemente pacificate.

La prova dell’esistenza di una vita intelligente da qualche parte nell’universo ci è data dal fatto di non aver mai cercato di contattarci
(Bill Watterson).

Nel nostro intimo ambiamo a raggiungere le qualità di olimpico distacco e potenza di pensiero immaginate negli ipotetici (per ora) alieni. Eppure basterebbe diventassimo noi così saggi e pacifici, in modo da assumere il ruolo degli alieni superiori nei confronti di altre forme di vita “inferiori” residenti in chissà quale recesso intergalattico. Ma, a questo, noi, non pensiamo mai.

Richard Dreyfuss interpreta Roy Neary.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Wild signals”John Williams -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera D

Immagine del profilo sorridente di Jennifer Garner (“Jennifer Garner” by Josh Jensen is marked with CC BY-SA 2.0). Il film è "Dallas Buyers Club".
Jennifer Garner [“Jennifer Garner” by Josh Jensen is marked with CC BY-SA 2.0.]

DALLAS BUYERS CLUB

diretto da Jean-Marc Vallée (2013) – E’ una vita filosofica quella di chi combatte contro preconcetti superficiali, contro sistemi sociali iniqui, contro ipocrisie erette a pseudo-valori, contro esuberanti poteri industriali e farmaceutici, contro regole imposte da politiche manipolatorie.

In poche parole, è molto filosofico opporsi alle falsità in costante dominio sulle abitudini superficiali e sul torpore distratto delle coscienze.

Anemia, cancro, riduzione del midollo osseo, crisi epilettiche, febbre, perdita dell’udito, impotenza, neuropatia… a te sembra AIDS? No, lo trovi scritto sulla confezione dell’AZT, è la lista degli effetti collaterali (Ron Woodroof interpretato da Matthew McConaughey in “Dallas Buyers Club”, 2013).

Visto come va il mondo, non si può essere sempre in guerra contro tutti e tutto perché in tal caso si diventerebbe non filosofi bensì velleitari e cocciuti don chisciotte.

Jennifer Garner interpreta la dottoressa Eve Saks.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “City of angels”Thirty Seconds To Mars (2013) ASCOLTA SU YOUTUBE


DANCES WITH WOLVES (Balla coi lupi)
Locandina del film "Dances With Wolves".

diretto da Kevin Costner (1990) – L’osservazione non giudicante dei comportamenti animali (essi stessi supremamente non giudicanti) è un formidabile esercizio filosofico. Anzi, è un percorso di apprendimento della realtà e di noi stessi per come dovremmo essere, se capaci di riconnetterci all’ordine delle cose (perduto al momento dell’insorgere della parola e della nominazione degli elementi).

Stavo pensando, di tutte le piste di questa vita la più importante è quella verso l’essere umano. Penso tu sia su questa pista e ciò è bene” (Uccello Scalciante interpretato da Graham Greene in “Balla coi lupi”, 1990).

Alcuni animali esercitano speciali fascinazioni su di noi perché più visibilmente dotati di fierezza, corrette reazioni istintive e integrazione con l’assoluto. Per esempio, il rapporto dell’uomo con il lupo, pur risultando spesso controverso, è quasi magico, sovrannaturale. E talvolta meraviglioso.

Kevin Costner interpreta John J. Dunbar.

Il film è un adattamento dell’omonimo libro del 1988 di Michael Blake.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Heart of the wolf”Eldrvak -> ASCOLTA SU YOUTUBE


DEAD POETS SOCIETY (L’attimo fuggente)
Locandina del film "Dead Poets Society".

diretto da Peter Weir (1989) – Da una prospettiva filosofica, sono da rigettare completamente le sterili istituzioni didattiche fondate su criteri impersonali, tecnici, amministrativi. La formazione degli individui è una faccenda estremamente seria. Nella vita umana, essa è la circostanza più influente e foriera di conseguenze collaterali, insieme alla famiglia d’origine: meriterebbe, perciò, ben altro impegno e attenzione.

«O Capitano, mio Capitano!» Chi conosce questo verso? Nessuno? È una poesia di Walt Whitman; parla di Abramo Lincoln. Ecco, in questa classe potete chiamarmi professor Keating o, se siete più audaci, «O Capitano, mio Capitano». Ora dissiperò alcune voci, cosicché non inquinino i fatti. Certo, anch’io ho frequentato Welton… e sopravvivo. Comunque, a quel tempo, non ero la mente eletta oggi di fronte a voi: ero l’equivalente intellettuale di un gracile corpicino, andavo sulla spiaggia e tutti mi tiravano i libri di Byron in piena faccia (professor John Keating interpretato da Robin Williams in “L’attimo fuggente”, 1989).

Rimpiangiamo autentici maestri capaci di relazionarsi con gli allievi su un livello personale, profondamente rispettoso ed edificante. Vorremmo scuole di vita affidate a filosofi, magari capaci anche di molti errori, ma comunque desiderosi di mettersi davvero in gioco in un rapporto solido e leale con i soggetti da formare.

Aspettiamo la battaglia mentre in realtà stiamo già combattendo (Todd Anderson interpretato da Ethan Hawke in L’attimo fuggente, 1989).

Robin Williams interpreta John Keating.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Let’s have a party”Wanda Jackson (1958) – ASCOLTA SU YOUTUBE


DEJA VU (Corsa contro il tempo)
Locandina del film "Deja Vu".

diretto da Tony Scott (2006) – La nostra esperienza del tempo (la nostra esperienza di ciò da noi chiamato “tempo”) è indubbiamente lineare. Ma un’autentica indagine filosofica ha il dovere di mettere in dubbio soprattutto le faccende più apparentemente “indiscutibili”. Come, appunto, lo scorrere regolare del tempo.

Per esempio, bisognerebbe provare a immaginare il tempo come circolare, ricorrente, ciclico. Oppure si potrebbe ipotizzare un tempo sovrapposto a se stesso (in una sorta di compresenza – da noi non percepibile – di tutti i suoi momenti). E perché non considerare persino l’ipotesi della non esistenza del tempo, il quale, in tal caso, si ridurrebbe a essere solo il nostro espediente (innato) per organizzare e gestire la realtà.

Una bomba ha un proprio destino. Un suo fato predeterminato dal suo creatore. E chiunque tenti di alterare quel destino, verrà distrutto. Chiunque tenti di impedire il suo compimento, lo farà compiere. Questo lei non capisce: non siamo qui per coesistere, io sono qui per vincere. Quindi è meglio lei si procuri un intervento divino, le servirà” (Carroll Oerstadt interpretato da Jim Caviezel in “Corsa contro il tempo”, 2006).

Denzel Washington interpreta Douglas Carlin.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Coming back to you”Macy Gray (2006) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


DER MEDICUS (THE PHYSICIAN) (Medicus)
Locandina del film "Der Medicus" (The Physician).

diretto da Philipp Stolzl (2013) – La medicina (in senso autentico, tradizionale, olistico) è filosofia. E la filosofia (in senso autentico, tradizionale, olistico) è medicina. Cura dei corpi e cura delle anime dovrebbero sempre accompagnarsi in una integrazione armoniosa di piani complementari. Solo una scellerata e superficiale specializzazione ha separato le due componenti (o meglio: i due aspetti di una sola realtà).

La vera saggezza si fonda sulla conoscenza delle relazioni indissolubili fra salute corporale e spirituale. Chi padroneggia queste dinamiche espande le possibilità di comprensione ed entra in una dimensione dove i limiti si dissolvono per lasciar posto a trasparenze inimmaginabili.

La pretesa odierna di voler capire tutto con l’intelletto è quanto di più spaventoso vi sia. In medicina non si può capire davvero nulla con l’intelletto. […] Tutto quanto riguarda la medicina va colto in una visione diretta con una facoltà percettiva da sviluppare precedentemente (Rudolf Steiner).

Tom Payne interpreta Rob Cole/Jesse Ben Benjamin.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1986 di Noah Gordon.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “The physician”Schirin Partowi (2013) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


DOG DAY AFTERNOON (Quel pomeriggio di un giorno da cani)
Locandina del film "Dog Day Afternoon".

diretto da Sidney Lumet (1975) – Bisogna stare attenti a non imbarcarsi in imprese (buone o cattive) troppo grandi per le proprie possibilità. Il caso e gli imprevisti sono sempre prevalenti rispetto a pianificazioni giocoforza approssimative.

Chi potrebbe davvero contemplare tutte le possibilità d’una qualsiasi circostanza? Troppe volte gli “incidenti” prevalgono anche su programmi altamente professionali e studiati in ogni dettaglio.

Se qualcuno mi deve ammazzare, spero lo faccia perché mi odia a morte e non mi ammazzi perché è il suo mestiere (Sonny Wortzik interpretato da Al Pacino in “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, 1975).

Un filosofo potrebbe pure arrivare a rapinare una banca, se le sue motivazioni fossero in qualche modo condivisibili, se le circostanze non offrissero alternative e se fosse capace di garantire una altissima probabilità di successo senza spargimento di sangue.

In tutti gli altri casi, il filosofo farebbe bene a restare a casa, magari a leggere un buon libro. Poi, se decidesse comunque di andare in banca armato, sarebbe non un filosofo, ma un banditello da strapazzo.

James Broderick interpreta l’agente federale Sheldon.

Il film è basato sull’articolo della rivista Life “The Boys in the Bank” di P. F. Kluge e Thomas Moore.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Amoreena”Elton John (1970) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


DON JUAN DEMARCO (Don Juan De Marco – Maestro d’amore)
Locandina del film "Don Juan DeMarco".

diretto da Jeremy Leven (1995) – Il protagonista di questo film (Don Juan) dice “ci sono solo quattro domande importanti nella vita: cosa è sacro, di cosa è fatto lo spirito, per cosa vale la pena vivere e per cosa vale la pena morire. La risposta, ad ognuna di queste domande, è la stessa: solo l’amore“.

Le quattro domande della pellicola rientrano perfettamente fra le grandi questioni della nostra filosofia. E la risposta a esse è da considerarsi corretta, soprattutto se con il termine “amore” si intende qualcosa capace di andare oltre il significato più comune e quotidiano. Insomma, pensiamo all’amore come a un principio universale la cui forza sia capace di tenere insieme i molteplici elementi del reale.

Devo riferire con rammarico dell’ultimo paziente del quale mi sono occupato, il grande amante Don Juan DeMarco: soffriva solo di un romanticismo del tutto incurabile e, peggio ancora, fortemente contagioso (Dr. Jack Mickler interpretato da Marlon Brando in “Don Juan De Marco – Maestro d’amore”, 1975).

Johnny Depp interpreta John Arnold DeMarco / Don Juan.

Il personaggio principale del film è liberamente ispirato al protagonista del poema Don Juan (Don Giovanni) di George Gordon Byron.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Have you ever really loved a woman?”Bryan Adams (1995) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


DRIVE
Locandina del film "Drive":

diretto da Nicolas Winding Refn (2011) – E’ molto filosofico eccellere in una tecnica, in una competenza, in una abilità, come, per esempio, la guida delle automobili. Non è, invece, filosofico il mettere a disposizione di efferate imprese criminali questa capacità, questa “arte”.

La perfezione del gesto (e persino la sua sublime estetica) non può essere astratta dal contesto umano e sociale in cui ha luogo. C’è di più: anche essere indifferenti rispetto al contesto, magari non sapendone giudicare la portata morale (facciamo il caso di qualcuno incapace di suddividere le azioni in “buone” o “cattive”) è filosoficamente inaccettabile, perché rivela mancanza di lucidità e di consapevolezza.

Se hai qualche desiderio, o dei piani, o dei sogni per il futuro, sarà meglio tu li metta da parte. Dovrai passare il resto della tua vita a guardarti le spalle. Voglio essere chiaro su questo, perché devi sapere la verità (Bernie Rose interpretato da Albert Brooks in “Drive”, 2011). 

Ryan Gosling interpreta il pilota.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 2005 di James Sallis.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Drive”The Cars (1984) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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E

Immagine di Bob Dylan durante un concerto con chitarra e cappello a falde bianco (“Bob Dylan (2010)” by US Department of State is marked with CC BY-NC 2.0). Qui si parla di "Easy Rider".
Bob Dylan [“Bob Dylan (2010)” by US Department of State is marked with CC BY-NC 2.0.]

EASY RIDER (Easy Rider – Libertà e Paura)

diretto da Dennis Hopper (1969; nel 2012 è stato pubblicato il prequel EASY RIDER: THE RIDE BACK diretto da Dustin Rikert) – Andare controcorrente può essere una scelta filosofica. Ma non esiste un “controcorrente” astratto se non l’anarchia, l’improvvisazione, la rivolta sic et sempliciter. Quindi, un comportamento “controcorrente” – in senso filosofico – deve avere un contenuto di azioni, scelte, atteggiamenti aderenti a una linea intrapresa con lucidità e coscienza. Una linea improntata, appunto, a valori filosofici.

Ah sì, è vero: la libertà è tutto, d’accordo… Ma parlare di libertà ed essere liberi sono due cose diverse. Voglio dire, è difficile essere liberi quando ti comprano e ti vendono al mercato. Bada, non dire mai a nessuno ‘non sei libero’, perché quello si darà un gran da fare a uccidere, a massacrare, per dimostrarti di esser libero. Certo: ti parlano e ti riparlano di questa famosa libertà individuale; ma quando vedono un individuo veramente libero, allora hanno paura (George Hanson interpretato da Jack Nicholson in “Easy rider”, 1969).

Peter Fonda interpreta Wyatt “Captain America”.

La colonna sonora del film include Ballad Of Easy Rider di Roger McGuinn le cui prime parole sono state scritte da Bob Dylan -> ASCOLTA SU YOUTUBE


EYES WIDE SHUT
Locandina del film "Eyes Wide Shut".

diretto da Stanley Kubrick (1999) – La filosofia non si è occupata molto di sesso e di fantasie sessuali. Eppure, ogni filosofia autentica (cioè rivolta alla CURA DI SE) non può prescindere da una riflessione sull’atteggiamento umano in una sfera così intima e sentita.

Conoscere i propri impulsi, deviazioni, repressioni e fantasie può essere un compito filosofico da affrontare con spirito libero e, magari, anche con una certa ironia e disincanto. Chi sia sessualmente frustrato non può dirsi a buon punto nel faticoso percorso del gnōthi seautón (conosci te stesso).

Ero a New York e ha squillato il telefono: ‘buongiorno, sono Stanley Kubrick. Ti sto mandando tre scene del mio prossimo film, si intitola Eyes Wide Shut. Spero accetterai la parte’. Clic! Due minuti dopo dal fax si materializzano 5 pagine di un dialogo bellissimo con Tom Cruise. Io, però, dovevo essere svestita. Allora chiamo l’assistente e chiedo: ‘è possibile coprirmi un po’? No? Ah, allora grazie, no’! (Eva Herzigová)

Tom Cruise interpreta Bill Harford.

Il film è basato sul racconto del 1926 Traumnovelle (Dream StoryDoppio sogno) di Arthur Schnitzler.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Masked ball”Jocelyn Pook (1999) ASCOLTA SU YOUTUBE


E.T. THE EXTRA-TERRESTRIAL (E.T. l’extra-terrestre)
Locandina (di John Alvin) del film "E.T. The Extra-terrestrial".

diretto da Steven Spielberg (1982) – Solo un bambino può dar corpo, senza preconcetti, a un’amicizia piena, ossia priva di vincoli restrittivi ed eventuali condizionamenti. Perciò, un bambino può dare amicizia (senza riserve mentali) a una persona completamente diversa da lui stesso, a una persona di un’altra cultura, di un’altra tradizione, di un’altra religione, di un altro ethos.

Per lo stesso motivo, un bambino può essere profondamente amico (e, quindi, autenticamente rispettoso) di un animale, di un pazzo, di un extraterrestre. Il rispetto dei ragazzi verso le diversità è un grande insegnamento nei confronti di chi ha la mente infarcita di giudizi sommari, spesso biechi e banali.

Naturalmente, poi, questa popolarissima pellicola cinematografica richiama l’immarcescibile tema della nostra possibile non solitudine nell’universo. E anche questo è un argomento ricco di implicazioni filosofiche e di considerazioni relative alla natura umana.

Spielberg voleva una cosa brutta ma innocente. Beh, per farlo brutto bastava mettere molte grinze sul volto. Farlo innocente era più difficile, perché poteva sembrare stupido. Poi ho guardato il mio gattino e nei suoi occhi ho visto proprio l’innocenza. Beh, se togliate le orecchie a un gatto e spostate un po’ più su il naso vedrete molto dell’immagine di E.T. (Carlo Rambaldi).

Henry Thomas interpreta Elliott Taylor.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Life on Mars?”David Bowie (1973) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera F

Immagine di Nicolas Cage sorridente in mezzo alla folla con una ghirlanda di fiori al collo (“Nicolas Cage-close up” by Kristin.Standafer is marked with CC BY-SA 2.0).
Nicolas Cage sorridente in mezzo alla folla con una ghirlanda di fiori al collo (“Nicolas Cage-close up” by Kristin.Standafer is marked with CC BY-SA 2.0).

FACE/OFF (Face/off – Due facce di un assassino)

diretto da John Woo (1997) – Immaginiamo quanto possa risultare disturbante l’incontro con una persona la cui faccia è identica alla nostra. Non una faccia assai simile, molto somigliante, ma proprio la stessa, identica faccia. Ecco, questa esperienza è ovviamente impossibile, ma immaginarla consente di avviare una molteplicità di riflessioni sul concetto di identità.

Possiamo ridurre noi stessi al volto dinanzi a noi nello specchio e riprodotto nel nostro documento d’identità? No, non possiamo. Ma non possiamo nemmeno accettare l’esistenza di un’altra persona dotata della stessa nostra faccia, perché, noi, questa ‘nostra faccia’ la consideriamo unica, irripetibile.

Da qui il discorso si allarga fino a immaginare un nostro clone, una nostra replica esatta, insomma un nostro doppione. Quale rapporto avremmo con la realtà (e con noi stessi) se ciascuno di noi avesse un doppio in giro per il mondo, magari con una storia diversa e parlante una lingua diversa?

Per missione dovevo entrare in un carcere federale come Castor Troy. Dio, un’assurdità. E, u-un intervento chirurgico mi ha dato l-le sembianze di… Castor, la sua faccia! E poi, uh, per qualche motivo, Castor si è svegliato dal suo… uh, dal coma, e ha ucciso… chiunque sapesse della missione. Non prima di essersi trasformato in me (Sean Archer, come Castor Troy, in “Face/off – Due facce di un assassino”, 1997).

John Travolta interpreta Sean Archer / Castor Troy.

Nicolas Cage interpreta Castor Troy / Sean Archer.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Eyes without a face”Billy Idol (1984) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


FALLING DOWN (Un giorno di ordinaria follia)
Locandina del film "Falling Down".

diretto da Joel Schumacher (1993) – Qui assistiamo alla violenta e giustizialista deriva di un uomo devastato dalla pressione mentale. Si tratta, quindi, di una persona estranea all’addestramento filosofico improntato innanzi tutto sulla “conoscenza di sé” e sul “controllo di sé”.

Tuttavia, il modo in cui William “Bill” Foster “sbrocca”, è fatto di una determinazione e di una relativa lucidità sorprendenti rispetto alla comune idea per cui la “follia” è sostanzialmente illogica, caotica, disordinata.

Ho superato il punto di non ritorno. Lo sai qual è? È il punto in cui, in un viaggio, conviene proseguire. Ricordi gli astronauti quando si ritrovarono nei guai? Andavano sulla luna. Qualcosa andò storto e bisognava riportarli sulla terra. Ma avevano superato il punto di non ritorno, cosi dovettero fare tutto il giro intorno della Luna e persero i contatti con la Terra per ore… tutti, col fiato sospeso, si aspettavano di veder sbucare dall’altra faccia della Luna un carico di morti. Ora ci sono io, sull’altra faccia della luna, ho perso i contatti con il mondo e tutti dovranno stare con il fiato sospeso (William “Bill” Foster interpretato da Michael Douglas in “Un giorno di ordinaria follia”, 1993).

La vera “follia” è molto complessa, dotata di un proprio raziocinio, caratterizzata da obbiettivi precisi e da necessità stringenti. Resta fortissimo il messaggio “morale”: dovremmo tutti ricevere, in età giovanile, una formazione filosofica per essere attrezzati ad affrontare nel migliore dei modi situazioni critiche e altamente stressanti.

D’altro canto, certe situazioni “altamente impattanti sulla psiche” non sono affatto rare. Tutti, nella vita, dobbiamo fronteggiare momenti difficili, prima o poi.

Michael Douglas interpreta William “Bill” (“D-Fens”) Foster.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Falling down”Oasis (2009) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


FAR FROM THE MADDING CROWD (Via dalla pazza folla)
Locandina del film "Far From The Madding Crowd".

diretto da Thomas Vinterberg (2015) – Ognuno di noi è chiamato ad affrontare un percorso di vita unico e irripetibile. A volte si tratta di un percorso fortunato (o almeno “tendenzialmente fortunato”). Altre volte può essere irto di ostacoli e costellato di eventi infausti. Ma, proprio nella seconda ipotesi, un atteggiamento filosofico (cioè “imperturbabile”) viene messo alla prova e può dimostrare la sua eventuale validità.

Grazie Gabriel, avete sempre lottato per me. Mi siete rimasto accanto quando tutto il mondo mi era contro. Ne abbiamo passate tante insieme… Ero il vostro primo amore e voi il mio. E ora dovrò vivere senza di voi (Bathsheba Everdine interpretata da Carey Mulligan in “Via dalla pazza folla”, 2015).

Bisognerebbe attraversare le alterne fortune della vita sempre con fermezza, dignità e spirito d’accettazione. Mai darsi troppa importanza: la realtà è sempre preponderante sulle nostre ambizioni e desideri. Anche se, attenzione, ciò non deve sfociare nell’atteggiamento opposto di acquiescenza, apatia e immobilismo.

Si faccia sempre il possibile, evitando d’inseguire l’impossibile, altresì evitando di subire passivamente l’autodeterminarsi delle cose.

Matthias Schoenaerts interpreta Gabriel Oak.

Il film è il quarto adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Thomas Hardy.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “A face in the crowd”Tom Petty (1990) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


FINDING FORRESTER (Scoprendo Forrester)
Locandina del film "Finding Forrester".

diretto da Gus Van Sant (2000) – E’ la storia di un attempato scrittore testardamente determinato a vivere chiuso in casa, senza beneficiare minimamente del prestigio ottenuto dal suo unico lavoro letterario, considerato dalla critica un capolavoro. Ma il destino sempre si oppone anche alla più forte cocciutaggine.

Così, William Forrester entra in destinale contatto con il giovane Jamal Wallace, il quale, molto presto, lo elegge a propria guida indispensabile per affrontare una inattesa sfida universitaria. Insomma, il nostro appartato scrittore deve spezzare il proprio isolamento assoluto e assumere il ruolo di maestro, nell’antica accezione del termine: maestro di vita, maestro di autodisciplina, maestro di formazione.

L’aspetto, inatteso, nello sviluppo della trama, è il ruolo “speculare” del giovane, il quale deve “correggere” la vita timorosa e rinunciataria dell’adulto, riportandolo in una dimensione sociale. Bellissima storia di scambi umani invidiabili e incredibilmente costruttivi per entrambe le parti in causa.

Caro Jamal, un tizio una volta scrisse di come abbandoniamo i nostri sogni per paura di fallire o, ancora peggio, per paura di aver successo. Io ero sicuro fin dal principio di come avresti realizzato i tuoi sogni, ma non immaginavo quanto anch’io avrei realizzato i miei. I tempi cambiano, giovanotto, e anche se ho dovuto attendere l’inverno della vita per vedere le cose di quest’ultimo anno, non c’è dubbio: avrei aspettato a lungo e inutilmente se non fosse stato per te (lettera scritta da William Forrester a Jamal Wallace).

Sean Connery interpreta William Forrester.

Rob Brown interpreta Jamal Wallace.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “You’ve got a friend”Carole King (1971) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


FIRST SNOW (Presagio finale – First snow)
Locandina del film "First Snow".

diretto da Mark Fergus (2006) – Un uomo viene avvertito da un veggente (riluttante) della morte imminente inscritta nel proprio destino. L’uomo, Jimmy Starks, secondo la predizione del “vate” (interpretato da J. K. Simmons) è destinato a morire all’arrivo della prima neve invernale.

Da quel momento, il personaggio, interpretato da Guy Pearce, fa di tutto per sottrarsi all’appuntamento con la morte. Ovviamente innesca solo una catena di eventi preordinati (dal fato) proprio per portarlo, senza scampo, all’appuntamento finale.

<Ogni uomo crea il proprio destino>: niente diverte gli dei più di questa affermazione (Jimmy Starks interpretato da Guy Pearce in “Presagio finale – First snow”, 2006).

La morale è semplice: non si sfugge in alcun modo alla già scritta trama della propria esistenza poiché essa contempla, in partenza, anche tutti gli (eventuali) sforzi umani per sfuggirle. L’atteggiamento filosofico corretto – in un caso del genere – dovrebbe essere una umile e serena accettazione del destino rivelato.

Ma questa postura è molto più facile dirla e non attuarla. Anzi, ciascuno di noi considererebbe l’annuncio della disgrazia funesta un chiaro ‘alert’ del destino per offrirci l’occasione di scampare al letale appuntamento. Sciaguratamente, si tratta di umana presunzione e financo di arroganza.

Piper Perabo interpreta Deirdre.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “First snow”Emancipator (2006) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


FLATLINERS (Linea mortale)
Locandina (di John Alvin) del film "Flatliners".

diretto da Joel Schumacher (1990; nel 2017 è stato pubblicato un remake con lo stesso titolo ma diretto da Niels Arden Oplev) – La filosofia è un metodo di preparazione alla vecchiaia e alla morte. Ma non c’è granché di filosofico nel sottoporsi volontariamente a tre o quattro minuti di stato mortale per “assaggiare” cosa c’è – eventualmente – “dall’altra parte”.

Giocare con la morte in questo modo è ben poco filosofico, nonché rischioso, ovviamente. Tuttavia, la morte deve essere guardata sì con rispetto, ma senza particolare timore, essendo prevista per tutti, da sempre. Ed essendo essa stessa il più grande mistero destinato ad accompagnarci per l’intera durata della vita mondana.

Non ho paura della morte. Sono stato morto per miliardi e miliardi di anni prima di nascere, e ciò non mi ha causato il benché minimo disturbo (Mark Twain).

Kiefer Sutherland interpreta Nelson Wright.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Resuscitation”Sheryl Crow (1999) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


FORREST GUMP
Locandina del film "Forrest Gump".

diretto da Robert Zemeckis (1994) – Gli sciocchi quasi sempre hanno un cuore puro. E un cuore puro è capace di grandi imprese perché non guastato da dubbi, retro-pensieri, calcoli e altre bassezze prodotte dalla cosiddetta “facoltà intellettiva”. Quindi, coloro i quali sono ritenuti (dalla presuntuosa maggioranza) “meno svegli” e “meno brillanti” hanno vantaggi enormi dal punto di vista dello spirito e della morale.

Il loro status è quasi invidiabile perché dona a costoro una forza d’animo non comune. È la forza d’animo di chi non deve galleggiare sulle acque limacciose dei propri dubbi e dei propri calcoli di convenienza. Ma anche quozienti intellettivi alti possono comunque effettuare importanti decostruzioni del sé e raggiungere stati di ragguardevole purezza. È un lavoro particolarmente difficile perché consiste nello sgombrare la propria mente da posticce impalcature assai contorte e artificiose.

Hanno conferito a te, un imbecille, un broccolo il quale va in televisione a fare la figura del deficiente davanti all’intero dannatissimo Paese, la Medaglia d’Onore del Congresso? (Tenente Dan Taylor interpretato da Gary Sinise).

Tom Hanks interpreta Forrest Gump.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1986 di Winston Groom.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “For what it’s worth”Buffalo Springfield (1967) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


FULL METAL JACKET
Locandina del film "Full Metal Jacket".

diretto da Stanley Kubrick (1987) – Tutte le situazioni sgradevoli e negative possono essere vissute dagli esseri umani come inutili perdite di tempo. Oppure possono essere viste come ‘prove’ di crescita e formazione, attraverso cui rafforzarsi e temprarsi. Anche se banale (a dirsi), questo capovolgimento interpretativo delle circostanze spiacevoli della vita resta la risposta più incredibilmente produttiva ed efficace a nostra disposizione.

Non c’è dubbio: accettata pienamente questa teoria, una enorme difficoltà resta nella conseguente dimensione applicativa. Ciò avviene perché la tendenza a scoraggiarsi, affliggersi e compatirsi è sempre molto forte. Tuttavia, la spinta a compiere convintamente lo sforzo di ribaltamento può venire dagli altrui esempi concreti, ossia da tutte le persone già riuscite a compiere questa impresa “rivoluzionaria”, trasformando disgrazie e fallimenti nella più formidabile lezione della propria esistenza. Per fortuna, esempi così non mancano!

BENVENUTE RECLUTE!

Se voi signorine finirete questo corso… e se sopravviverete all’addestramento… sarete un’arma! Sarete dispensatori di morte e pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno… siete uno sputo! La più bassa forma di vita del globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, ma solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta “merda”! Siccome sono un duro non mi aspetto di piacervi… ma più mi odierete più imparerete! Io sono un duro però sono giusto! Qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l’eguaglianza: non conta un cazzo nessuno! I miei ordini sono di scremare tutti quelli privi delle palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene, luridissimi vermi?! (Sergente maggiore Hartman interpretato da R. Lee Hermey in “Full metal jacket”, 1987)

Matthew Modine interpreta J. T. “Joker” Davis.

Il film è basato sul romanzo del 1979 The Short-Timers (Nato per uccidere) di Gustav Hasford.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “These boots are made for walkin'”Nancy Sinatra (1965) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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G

Immagine di Ethan Hawke (“0034-In_Conversation_With_Ethan_Hawke-Fred_Trauerts-Fred Trauerts – Ethan Hawke-55” by Montclair Film is marked with CC BY 2.0). Il film è "Gattaca".
Ethan Hawke [“0034-In_Conversation_With_Ethan_Hawke-Fred_Trauerts-Fred Trauerts – Ethan Hawke-55” by Montclair Film is marked with CC BY 2.0.]

GATTACA (La porta dell’universo)

diretto da by Andrew Niccol (1997) – Il nostro materiale genetico determina del tutto chi siamo, cosa faremo e quando moriremo? Ogni cosa è già precisamente inscritta nel dna? Oppure abbiamo una effettiva libertà di scelta? In questo secondo caso, quali e quanti spazi di vera libertà?

Inoltre: l’eugenetica è assolutamente e totalmente deprecabile oppure potrebbe salvare l’umanità, ridurre le sofferenze ed essere applicata con saggio raziocinio? Eventualmente da chi? Sono solo alcune delle cruciali domande sollevate da un film il cui titolo usa le lettere iniziali delle quattro basi azotate di cui è composto il DNA, l’adenina, la citosina, la timina e la guanina.

Ci ho guadagnato di più io: ti ho prestato solo il mio corpo. Tu mi hai prestato i tuoi sogni (Jerome Eugene Morrow interpretato da Jude Law in “Gattaca – La porta dell’universo”, 1997).

Ethan Hawke interpreta Vincent Freeman, del quale occorre notare proprio il nome: “Vincenzo Uomolibero”.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Universal mind”The Doors (1970) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


GONE GIRL (L’amore bugiardo)
Locandina del film "Gone Girl".

diretto da David Fincher (2014) – E’ difficile imbattersi in una storia così densa di bugie e falsità. Per chi desidera praticare una vita filosofica, questo film è lo spunto per riflettere sulle conseguenze collaterali delle menzogne, soprattutto a livello antropologico.

Infatti, chi pratica l’inganno provoca non solo un danno alle vittime dell’inganno, ma anche a sé stesso, poiché crea una propria dimensione talmente artefatta e distorta da far perdere del tutto le coordinate del reale.

Per questo motivo i bugiardi mentono anche quando non c’è alcun motivo per farlo. Mentono perché l’invenzione e il raggiro sono diventate le loro modalità di vivere, ponendoli molto lontano da ogni semplice verità esistenziale. Una dimensione umana fatta di falsificazioni e raggiri configura condizioni personali di enorme tristezza e squallore.

Sono molto più felice ora da morta, tecnicamente scomparsa, vicino all’essere morta presunta, andata. E quel pigro, bugiardo, fedifrago e ignaro di mio marito andrà in prigione per il mio assassinio. Nick Dunne si è preso il mio orgoglio, la mia dignità, le mie speranze, i miei soldi. Ha solo preso finché io non ho smesso di esistere. Questo si chiama omicidio e il castigo si è adeguato al delitto (Amy Ellitt-Dunne interpretata da Rosamund Pike in “L’amore bugiardo”, 2014).

Ben Affleck interpreta Nicholas “Nick” Dunne.

Il film è stato scritto da Gillian Flynn ed è basato sull’omonimo suo libro del 2012.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “With suspicion”Trent Reznor & Atticus Ross (2014) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


GRAN TORINO
Locandina del film "Gran Torino".

diretto da Clint Eastwood (2008) – Facciamo la conoscenza di uno scorbutico veterano della guerra di Corea: uomo tutto d’un pezzo, dotato di valori rigorosi, ma anche di insidiosi pregiudizi. Eppure, nonostante l’età avanzata, alcune sgradevoli circostanze personali (è molto malato) lo inducono a mutare moralmente e lo trasformano, prima, in un mentore (nei confronti di alcuni giovani vicini di casa) e, poi, nel loro salvatore (commette una sorta di suicidio pur di aiutarli).

Ecco alcuni capisaldi di una vita filosofica: non smettere mai di migliorare sé stessi, ammettere i propri errori e fallimenti, mettersi in gioco anche a costo della vita (pure Socrate si è suicidato, sia pur ubbidendo a un “ordine” del tribunale ateniese).

Vuoi sapere cosa si prova a uccidere un uomo? Beh, ci si sente di merda, se ti interessa. E ancora peggio è prendere una medaglia al valore per aver ucciso un poveraccio il quale voleva solo arrendersi e vivere. Esatto, un piccolo muso giallo spaventato come te. Gli ho sparato dritto in faccia proprio col fucile da te imbracciato poco fa. Non c’è un giorno in cui io non ci pensi. Tu non vuoi questo sulla coscienza. Io ormai ho le mani sporche di sangue. Sono macchiato. Ecco perché vado lì da solo stasera (Walt Kowalski interpretato da Clint Eastwood in “Gran Torino”, 2008).

Quando un uomo muore, un capitolo non viene strappato dal libro, ma viene tradotto in una lingua migliore (John Donne).

Bee Vang interpreta Thao.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Once in a lifetime”Talking Heads (1981) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


GRAVITY
Locandina del film "Gravity".

diretto da Alfonso Cuaron (2013) – Cominciamo da una curiosità: il protagonista di questo film ha lo stesso nome (Kowalski) del protagonista del film citato in precedenza in questa selezione (vedi “Gran Torino”). Non il solo nome accomuna i due personaggi: il Kowalsky di “Gravity” commette (come quello di “Gran Torino”) una sorta di suicidio a beneficio altrui, in questo caso lasciandosi andare alla deriva nel cosmo per salvare la compagna di lavoro spaziale (Dottoressa Ryan Stone).

Per il resto, la sfiga impera in ogni situazione illustrata da questa pellicola, istruendoci su come le cose, nella vita, possano andare davvero per il verso storto. A quel punto, diventa imperativo compiere le scelte moralmente giuste, per salvare almeno coscienza e dignità (quando tutto il resto è ormai perduto).

Vuoi tornare a casa o vuoi restare qui? Certo è bello quassù! Puoi chiudere tutti quanti gli impianti; spegnare tutte le luci; chiudere gli occhi e scordarti il mondo. Qui nessuno ti fa del male; sei al sicuro. Che senso ha andare avanti? Che senso ha vivere?… Mettiti comoda, goditi il viaggio, devi piantare i piedi bene a terra e cominciare a vivere la tua vita… Ehi, Ryan!… è ora di tornare a casa! (Matt Kowalski interpretato da George Clooney in “Gravity”, 2013).

Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan Stone.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Shenzou”Steven Price (2013) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


GUILAI (COMING HOME) (Lettere di uno sconosciuto)
Locandina del film "Guilai" (Coming Home).

diretto da Zhang Yimou (2014) – Come reagireste voi se, dopo anni di lavori forzati, tornaste a casa (da fuggiaschi) per scoprire la persona amata sofferente di amnesia e incapace di riconoscervi? Come reagireste se la causa di questo penoso stato mentale fossero gli abusi e le violenze da lei subite in vostra assenza? Come reagireste se vostra figlia fosse colpevole di tradimento a vostro danno con conseguente consegna di voi stessi nelle mani della polizia?

Non esiste una reazione più dignitosa, composta e ammirevole di quella mostrata dallo sfortunato docente cinese, vittima della Rivoluzione Culturale e protagonista di questa storia. A noi piace pensare a una sua esemplare reazione ‘filosofica’. Ci piace pensare a Lu Yanshi come a un filosofo saggio. Ma dobbiamo essere onesti e riconoscere il peso qui giocato soprattutto da un immenso Amore e non da una formazione filosofica.

Chi ha un <perché> per vivere può sopportare quasi ogni <come> (Friedrich Nietzsche).

Chen Daoming interpreta Lu Yanshi.

Il film è un adattamento dal romanzo The Criminal Lu Yanshi di Geling Yan.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Coming home”Iron Maiden (2010) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera H

Immagine di Clint Eastwood sorridente che saluta la folla (“Clint Eastwood” by Siebbi is marked with CC BY 2.0). Qui si parla di "Hereafter".
Clint Eastwood [“Clint Eastwood” by Siebbi is marked with CC BY 2.0.]

HEREAFTER

diretto da Clint Eastwood (2010) – La morte costituisce un problema filosofico immenso. Definire e comprendere qualcosa situabile totalmente “oltre l’esperienza” (trattandosi della fine di ogni esperienza, per come noi intendiamo la parola e il concetto di esperienza) è impossibile. L’unica certezza a nostra disposizione è questa: la morte potrebbe essere qualsiasi cosa, proprio perché non ne sappiamo assolutamente nulla.

Da questa parte (dalla parte dei vivi), nel caso della morte di qualcuno, noi vediamo solo un corpo inanimato, ma dell’aldilà non sappiamo niente (nemmeno se c’è effettivamente un aldilà). Perciò l’idea di comunicare in qualche modo con l’aldilà esercita sempre un fascino straordinario su tutti noi. Film, libri, poesie e tutte le forme d’arte, sono il solo possibile linguaggio da usare per trattare l’argomento. Dinanzi alla morte l’esperienza mondana e il pensiero umano si fermano e si arrendono.

Una vita riguardante solo la morte non è vita (George Lonegan interpretato da Matt Damon in “Hereafter”, 2010).

La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande (Vladimir Nabokov).

Cécile de France interpreta Marie Lelay.

Autore della colonna sonora è Clint Eastwood.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Hereafter”Architects (2018) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


HUGO (Hugo Cabret)
Locandina del film "Hugo".

diretto da Martin Scorsese (2011) – Il film è un inno alla fantasia più sfrenata, è un omaggio al mondo (e alla storia) del Cinema, è una lode senza riserve alla fanciullezza, all’animo libero e alla disinvoltura dei bambini.

Filosoficamente, non dovremmo mai dimenticare il bambino annidato dentro noi stessi. Un bambino forse seppellito dalle inevitabili” sporcizie” dell’età adulta, ma comunque rintanato nel cuore profondo del nostro essere. E’ un bellissimo esercizio filosofico preservare quel bambino, curando comunque di non incorrere nella sindrome di Peter Pan e accettando, quindi, tutte le necessità e responsabilità dell’età adulta.

Amici miei, mi rivolgo a tutti voi, stasera, per chi davvero voi siete… illusionisti, belle sirene, viaggiatori, avventurieri e maghi. Venite a sognare con me (Georges Méliès interpretato da Ben Kingsley in “Hugo Cabret”, 2011)

Asa Butterfield interpreta Hugo Cabret.

Il film è basato sul libro del 2007 The Invention of Hugo Cabret (La straordinaria invenzione di Hugo Cabret) di Brian Selznick.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Time”Pink Floyd (1973) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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I

Immagine in primo piano di John Cusack (“John Cusack” by G155 is marked with CC BY-SA 2.0). Il film è "Identity".
John Cusack [“John Cusack” by G155 is marked with CC BY-SA 2.0.]

IDENTITY

diretto da James Mangold (2003) – Il concetto di identità è una questione filosofica di grandissima portata. Chi sono io? Sono forse i miei pensieri (cogito ergo sum)? Sono magari la mia biografia (oppure il passato esiste solo come traccia)? Sono il mio volto (quello riportato pure sulla carta d’identità)? Sono quanto visto e riconosciuto di me dagli altri (in tal caso senza altri al mondo io non esisterei)?

A parte queste impervie domande, ognuno di noi ha spesso la sensazione di ospitare non un solo “io”, ma tanti “io” diversi, talvolta in lotta fra loro per prendere il sopravvento sugli altri. D’altro canto, è piuttosto comune dire “oggi mi sento combattuto…”, così come è una patologia nota la “dissociazione di personalità”.

Si può comprendere il cosmo, ma mai l’ego; il sé è più distante di qualsiasi stella
(GK Chesterton).

John Cusack interpreta Edward “Ed” Dakota.

Il film è un libero adattamento del romanzo del 1939 And Then There Were None (Dieci piccoli indiani) di Agatha Christie.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Identity”Burning Spear (1993) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


INDEPENDENCE DAY
Locandina del film "Indipendence Day".

diretto da Roland Emmerich (1996; nel 2016 è stato pubblicato il sequel INDEPENDENCE DAY: RESURGENCE (Independence Day – Rigenerazione), ancora diretto da Roland Emmerich) – Il tema, molto ricorrente in ambito fantascientifico, di una invasione della Terra da parte degli alieni, è utilizzato in psicologia in relazione con le nostre paure più profonde.

Il tema è anche molto filosofico perché evidenzia la nostra inevitabile tendenza antropocentrica. D’altro canto, la logica suggerisce la possibilità di altre forme di vita (almeno simili alla nostra) in un universo sconfinato e assolutamente inesplorato. Ed è interessante chiedersi quale sia l’atteggiamento filosofico da adottare in presenza dei cosiddetti “alieni”.

Purtroppo – nonostante a me piacciano molto – i film patriottici non si possono fare più perché in un mondo sotto l’incubo del nucleare è assurdo realizzare pellicole dove qualche altro essere umano viene identificato come cattivo. Sarebbe politicamente scorretto. Così gli alieni mi hanno dato la possibilità di fare un film patriottico in cui tutti gli esseri umani si sarebbero potuti identificare (Roland Emmerich).

Will Smith interpreta Steven Hiller.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Independence Day”Martina McBride (1993) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


INGLOURIOUS BASTERDS (Bastardi senza gloria)
Locandina del film "Inglourious Basterds".

diretto da Quentin Tarantino (2009) – La guerra costituisce lo scenario più stressante e severo per qualsiasi filosofia morale. La guerra richiede un pragmatismo completamente scevro da teorizzazioni e ragionamenti astratti. Ma la nostra è una filosofia di vita, non un esercizio intellettuale, quindi fornisce coordinate essenziali anche per soldati e combattenti.

L’argomento ci consente di ricordare un episodio riguardante la vita di Socrate. Nel 424 a.C., durante la guerra del Peloponneso, fu combattuta una battaglia tra ateniesi e tebani vicino a Delio. Gli ateniesi vennero sconfitti e persero pure molti uomini. A questa battaglia prese parte proprio Socrate, il quale riuscì comunque a salvarsi.

Io adoro le chiacchiere: i fatti possono essere fuorvianti, le chiacchiere vere o false sono spesso rivelatrici (Colonnello Hans Landa interpretato da Christoph Waltz in “Bastardi senza gloria”, 2009).

Brad Pitt interpreta Aldo “The Apache” Raine.

Il titolo del film (solo il titolo) viene dalla pellicola del 1978 Quel maledetto treno blindato (The Inglorious Bastards) del regista italiano Enzo G. Castellari, ma essa, a sua volta, è un remake non autorizzato del film del 1967 Quella sporca dozzina (The Dirty Dozen) di Robert Aldrich.

Brano suggerito (nella colonna sonora di questo film ma anche del film Cat People [Il bacio della pantera]): “Cat people”David Bowie (1982) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


INSOMNIA
Locandina del film "Insomnia".

diretto da Christopher Nolan (2002) – Anche restando nell’ambito del thriller psicologico, ci sarebbero in questo film diversi spunti filosofici da discutere. Ma concentriamoci sull’autodisciplina richiesta per sopportare la privazione del sonno indotta, a certe latitudini, dalla persistente presenza della luce, in alcuni periodi dell’anno.

L’autodisciplina (il training, la “askesis“) è una delle componenti principali della filosofia stoica (post socratica) a cui si richiama la nostra filosofia della CURA DI SE. Dette queste (volutamente poche) cose, resta però da riconoscere la qualità straordinaria di un’opera cinematografica firmata da un grande regista come Nolan.

Non si può scegliere quando dire la verità. La verità non te lo permette (Walter Finch interpretato da Robin Williams in “Insomnia”, 2002).

Al Pacino interpreta Will Dormer (nota: la parola “dormeur” in francese significa “dormiente”, cioè il contrario di chi soffra d’insonnia).

Il film è un remake del film norvegese Insomnia di Erik Skjoldbjærg.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Insomnia”Faithless (1995) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


INSTINCT (Istinto primordiale)
Locandina del film "Instinct".

diretto da Jon Turteltaub (1999) – Per la nostra filosofia, nulla è più importante dell’armonia con la natura. Il problema umano risiede tutto nell’allontanamento dalla natura e nel successivo rivolgimento proprio contro la natura (sterminio di foreste e animali). Ma è ormai impossibile riappacificarsi con il creato.

Pertanto, l’obbiettivo massimo ottenibile è trovare una riconnessione primitiva con il mondo animale e con le piante. Ogni giorno, ciascuno di noi potrebbe re-imparare qualcosa di importante, anche solo frequentando per pochi minuti (con spirito aperto e umile) un animale.

Ogni impulso soffocato fermenta nella nostra mente e ci avvelena (Oscar Wilde).

Anthony Hopkins interpreta Ethan Powell.

Il film è molto liberamente ispirato al romanzo del 1992 Ishmael di Daniel Quinn.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Animal instinct”The Cranberries (1999) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


INTERSTELLAR
Locandina del film "Interstellar".

diretto da Christopher Nolan (2014) – Forse, questa di cui facciamo quotidiana esperienza non è la realtà. O, comunque, non è l’unica realtà. Esercitarsi a immaginare realtà parallele (non una sola, ma centomila) è utile anche per riconquistare umiltà, attenzione, meraviglia, stupore.

Potrebbe esserci un altro me, in questo preciso istante, intento a fare cose completamente diverse da quelle in cui io ora sono impegnato. Così come potrebbe esserci un me di quaranta anni fa impegnato ora, quaranta anni dopo, a fare le cose in cui ero affaccendato proprio quaranta anni fa. Oppure, un me nel futuro sta facendo adesso (proprio adesso) ciò in cui mi impegnerò io nel futuro. Si potrebbe proseguire su questa falsariga all’infinito. Ma a questo punto dovrebbe esser chiaro il concetto.

Lei sa perché non potevamo mandare delle macchine nelle nostre missioni, vero Cooper? Una macchina non improvvisa bene. Perché non si può programmare la paura della morte. Il nostro istinto di sopravvivenza è la nostra più grande fonte di ispirazione. Prendiamo lei come esempio: un padre con un istinto di sopravvivenza esteso ai propri figli. Per la ricerca, sa cosa lei vedrà come ultima prima di morire? I suoi figli. I loro volti. In punto di morte la sua mente spingerà ancora un po’ di più per sopravvivere. Per loro, Cooper (Dr. Mann interpretato da Matt Damon in “Interstellar”, 2014).

Matthew McConaughey interpreta Joseph Cooper.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Day one (Interstellar Theme)” – Hans Zimmer (2014) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


IN TIME
Locandina del film "In Time".

diretto da Andrew Niccol (2011) – Con questo film visitiamo un mondo dove la moneta imperante è il tempo. Così ciascuno indossa un orologio su cui compare il tempo mancante alla propria morte. Per acquistare cose importanti (cibo, medicine) si paga in ore, giorni, settimane di vita. Di converso, si possono guadagnare ore, ma anche minuti o secondi di vita, attraverso una serie di azioni.

Tutto ciò ha luogo al compimento del venticinquesimo anno di età, quando si smette di invecchiare e il tempo della vita si trasferisce all’orologio posto sul proprio braccio.

A complicare la faccenda ci sono le “time zones”: le aree più povere sono quelle in cui vivono persone con meno di 24 ore di vita, mentre le aree più ambite sono, ovviamente, quelle in cui i residenti dispongono di una quantità di tempo tale da renderli praticamente immortali. Ottima lezione filosofica per far capire quanto la cosa più preziosa sia proprio il tempo. E noi, naturalmente, lo sprechiamo in modo osceno e barbarico!

Non possono vivere tutti in eterno, dove li metteremmo? Perché esistono le Zone Orarie? Perché credi aumentino nello stesso giorno le tasse e i prezzi nel ghetto? Il costo della vita aumenta così la gente continua a morire o non esisterebbero uomini con milioni di anni e altri costretti a vivere alla giornata. Ma per la verità… ce ne sarebbe per tutti. Nessuno deve morire prima del tempo. Se tu avessi tanto tempo quanto ne ho io, su quell’orologio, cosa faresti? (Henry Hamilton interpretato da Matt Bomer in “In time”, 2011).

Justin Timberlake interpreta Will Salas.

Brno suggerito (non nella colonna sonora): “Sign of the times”Harry Styles (2017) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


INTO THE WILD (Nelle terre selvagge)
Locandina del film "Into The Wild".

diretto da Sean Penn (2007) – E’ la storia terribilmente romantica di un ragazzo americano al quale piace la vita del vagabondo. Perciò, rinuncia alla famiglia, al denaro e a ogni altra convenzione economico-finanziaria. Alla fine, si ritrova a vivere in un autobus abbandonato, nell’affascinante solitudine di un parco nazionale dell’Alaska, dove però si ammala e muore. Bellissima scelta controcorrente e grande coerenza, un esempio d’integrità morale, di rettitudine.

Tanta gente infelice non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte garanzie della pace dello spirito, ma, in realtà, per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso. Dobbiamo solo trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un’esistenza non convenzionale (Christopher McCandless – alias Alexander Supertramp – interpretato da Emile Hirsch in “Into the wild – Nelle terre selvagge”, 2007).

Una scelta di vita così radicale necessita il supporto di una formazione e di una preparazione molto più solida di quella fruita dal nostro campione di anticonformismo, altrimenti rischia di essere un suicidio camuffato.

William Hurt interpreta Walt McCandless.

Il film è basato sull’omonimo libro del 1996 di Jon Krakauer.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Hard sun”Eddie Vedder (2007) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


IN & OUT
Locandina del film "In & Out".

diretto da Frank Oz (1997) – La storia è divertente, ma – per chi voglia e sappia coglierli – non mancano messaggi piuttosto seri. Essere pubblicamente additati come gay (senza esserlo), in un mondo normale (ma esiste, poi, un ‘mondo normale’?) dovrebbe essere una faccenda da liquidare con un sano sorriso e in pochi secondi.

In effetti, il film la mette sul ridere, ma mostra reazioni abnormi da parte dell’insegnante pubblicamente “accusato” di essere omosessuale (e da parte di tutta la comunità interessata). Quindi, la sceneggiatura affronta, giustamente, il tema “con filosofia”, ma mette in scena alcune verità anche scomode e imbarazzanti su quanto accade in certe sgradite circostanze.

Sei veramente gay? Non c’era… come dire? Non so… un qualsiasi altro momento per farmelo sapere?! Ho addosso un vestito da sposa da te scelto! Ho fatto le mèche perché hai lodato il loro bagliore sul viso! Io ti ho amato e ti ho creduto e ho fatto finta di non badare alla storia di Barbra Streisand! Io credevo tu fossi semplicemente creativo, credevo fossi più intelligente di me e più sensibile e più interessante! Io ti consideravo l’uomo più meraviglioso mai esistito! Pensavo tu potessi cambiarmi la vita e aprirmi una finestra sul mondo e insegnarmi tutto sull’arte, sulla vita, sulla magia e pensavo mi avresti fatto sentire una donna bellissima invece della ragazza da nessuno voluta! (Emily Montgomery interpretata da Joan Cusack in “In & Out”, 1997).

Kevin Kline interpreta Howard Brackett.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “In ‘n’ out”Van Halen (1991) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera K

Immagine di Keanu Reeves (“Keanu Reeves” by Nathan Congleton is marked with CC BY-NC-SA 2.0). Il film è "Knock Knock".
Keanu Reeves [“Keanu Reeves” by Nathan Congleton is marked with CC BY-NC-SA 2.0.]

KNOCK KNOCK

diretto da Eli Roth (2015) – Un peccatuccio di leggerezza, una distrazione non voluta, insomma un momento di debolezza trasforma in incubo la tranquilla serata di un architetto affermato e felice. Due ragazze di bella presenza bussano alla sua porta in una notte di pioggia, mentre la sua famiglia è fuori per il weekend.

Lui davvero vuole solo aiutarle ad asciugarsi e a trovare l’indirizzo giusto della festa a cui dichiarano di essere dirette. Ma loro lo seducono sfacciatamente e lo bullizzano, con impietosa crudeltà, in un’angosciante escalation- di tensione. Il messaggio è inequivocabile: anche un solo attimo di mancanza di attenzione e lucidità può pregiudicare una intera esistenza.

E’ ingiusto, ma è maledettamente vero. Basti pensare a gran parte degli incidenti mortali, in strada come in casa. Ecco perché la nostra filosofia predica presenza d’animo, allerta moderata (ma continua) e la coscienza delle proprie debolezze.

È stato il destino a farci incontrare. Tu credi nel destino Evan?” (Bel interpretata da Ana de Armas in “Knock knock”, 2015).

Keanu Reeves interpreta Evan Webber.

Il film è un remake della pellicola del 1977 Death game di Peter S. Traynor.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Knock knock”Eminem (2020) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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L

Immagine frontale di Raúl Arévalo in camicia azzurra (“La isla mínima Raúl Arévalo” by CANAL SUR MEDIA is marked with CC BY-ND 2.0). Qui si parla di "La Isla Minima".
Raúl Arévalo [“La isla mínima Raúl Arévalo” by CANAL SUR MEDIA is marked with CC BY-ND 2.0.]

LA ISLA MINIMA (MARSHLAND)

diretto da Alberto Rodriguez (2014) – Le paludi del film alludono alle sordide e opache paludi dell’anima, a quei territori nebbiosi annidati dentro noi stessi e, sciaguratamente, dominanti nelle menti degli psicopatici. Ciò significa una cosa precisa: il confine fra rettitudine e perversione è sottile, indefinibile, assai mobile. Dobbiamo sorvegliare noi stessi e scrutinare noi stessi infaticabilmente. Poi dobbiamo lavorare su noi stessi per evitare di scivolare nel male, nella turpitudine. La filosofia della CURA DI SE vuol dire anche questo.

Questo posto ingoia la gente… Un giorno ci sei e il giorno dopo non esisti più! (Rocío interpretata da Nerea Barros in “La isla minima”, 2014).

Raúl Arévalo interpreta Pedro Suarez.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Swamp song”Lynyrd Skynyrd (1974) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


LA PIEL QUE HABITO (THE SKIN I LIVE IN) (La pelle che abito)
Locandina del film "La Piel Que Habito" (The Skin I Live In).

diretto da Pedro Almodovar (2011) – Il film transita con ammirevole fluidità dal tragico al grottesco rafforzando una già diffusa stima nelle vivaci qualità registiche di Almodovar. Ma non siamo qui a recensire o catalogare le migliori opere cinematografiche degli ultimi decenni, bensì a ricordare ed evidenziare gli spunti filosofici in esse, a nostro avviso, contenuti.

Qui risalta il tema etico di un “fine” (scopo) non in grado di giustificare i “mezzi” (non si può arrivare a schiavizzare una donna per condurre esperimenti scientifici). Ma c’è pure una riflessione sull’imperante cinismo sociale e sul caos complessivo della vita contemporanea dietro a cui si possono occultare le peggiori nefandezze.

I vestiti mi fanno sentire claustrofobica. Preferirei stare sempre nuda (Norma interpretata da Bianca Suarez in “La pelle che abito”, 2011).

Antonio Banderas interpreta Robert Ledgard.

Il film è basato sul romanzo del 1984 Mygale di Thierry Jonquet, prima pubblicato in francese e poi in inglese con il titolo Tarantula.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Celebrity skin”Hole (1998) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


LA PRIMA NOTTE DI QUIETE (INDIAN SUMMER)
Locandina del film "La Prima Notte Di Quiete" (Indian Summer).

diretto da Valerio Zurlini (1972) – Protagonista del film è il nuovo supplente di un liceo classico di Rimini. Non si comporta secondo “etichetta” perché corteggia una studentessa con la quale avvia una relazione alquanto tormentata. Entrambi sono già impegnati ed entrambi hanno un passato a dir poco problematico.

Io sono qui soltanto per spiegarvi perché un verso del Petrarca è bello, e presumo di saperlo fare. Tutto il resto mi è estraneo, mi annoia; tanto vale ve lo dica subito, per me neri o rossi siete tutti uguali, i neri sono più cretini. Dovrò passare con voi solo tre o quattro mesi, il tempo affinché si aggiusti il femore del professor Mariani. Non sono in gran forma perché non insegno da molto tempo, e, mi dicono, intanto sono cambiate molte cose; però ho un mio punto di vista sull’insegnamento: non imporlo a nessuno. Se qualcuno vuole studiare io sono qua, gli altri facciano come vogliono: venire, non venire, leggere, scrivere, giocare la battaglia navale, insomma basta non disturbino (Daniele Dominici interpretato da Alain Delon in “La prima notte di quiete”, 1972).

Il film è bello, nonostante le riprese siano state realizzate in un clima di ostilità fra il regista e il celebre attore francese scomparso il 18 agosto 2024. Per noi filosofi, è una occasione di riflessione sulla figura del “maestro”, sottovalutata se non persino bistrattata in questa sciagurata epoca. Invece, un valido maestro è determinante per la formazione degli individui. Socrate è stato un notevole “maestro”.

Sonia Petrova interpreta Vanina Abati.

La versione del film distribuita in Francia è diversa da quella italiana a causa di numerosi tagli e cambiamenti imposti da Delon. Molti anni dopo, l’attore si disse pentito di avere fatto quegli interventi, annoverando il film tra i più intensi della sua carriera.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Indian summer”The Doors (1970) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


LAW ABIDING CITIZEN (Giustizia privata)
Locandina del film "Law Abiding Citizen".

diretto da F. Gary Gray (2009) – Il mondo è ingiusto. Anche i sistemi giudiziari fanno parte del mondo e, quindi, sono ingiusti. Dovendo essere (proprio i sistemi giudiziari) i primi e superiori enti preposti ad amministrare la giustizia, essi, invece, risultano ingiusti e fallaci all’ennesima potenza.

Come potrebbe essere altrimenti se le procure e i tribunali sono concepiti da uomini (con le loro abissali imperfezioni) e gestiti da uomini (con le loro immense debolezze)? Possiamo darci da fare, con tutte le nostre forze, per migliorare questi sistemi, ma non otterremo molto.

Pensa, ho appena cominciato. Sarò come Von Clausewitz. Vi scatenerò contro una guerra, farò crollare tutto il sistema. Vi farò crollare quel fottuto tempio corrotto e malato sulla testa…. sarà un evento biblico (Clyde Shelton interpretato da Gerard Butler in “Giustizia privata”, 2009).

Se la giustizia fosse amministrata da persone con profonda formazione filosofica e larga esperienza di vita, forse si otterrebbe qualche risultato. Ma ovviamente anche i filosofi sono uomini, con molti limiti e difetti.

Jamie Foxx interpreta Nick Rice.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Mechanical mind”Brian Tyler (2009) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


LE FABULEUX DESTIN D’AMELIE POULAIN (AMELIE)(Il favoloso mondo di Amélie)
Locandina del film "Le Fabuleux Destin D'Amelie Poulain" (Amelie).

diretto da Jean-Pierre Jeunet (2001) – La CURA DI SE deve necessariamente passare anche da un interesse per gli altri, da un’empatia verso il prossimo, da una attenzione per tutta l’umanità. Altrimenti la CURA DI SE assume aspetti narcisistici e autoreferenziali capaci di snaturarla della sua vera essenza di alto esercizio filosofico.

In questo film, la tenera e solerte protagonista si occupa proprio del bene degli altri, traendone ella stessa sollievo e gioia. Forse il piacere di fare il bene raggiunge, in lei, persino una modalità eccessiva e quasi sospetta (di intimo isolamento esistenziale), da cui nascono altri interrogativi sul di lei autentico appagamento.

Amélie ha sei anni. Come tutte le bambine, vorrebbe l’abbraccio di suo padre ogni tanto, ma lui ha un contatto fisico con lei solo durante il controllo medico mensile. La piccola, sconvolta da tanta intimità eccezionale, non riesce a contenere il batticuore, perciò, il padre la crede affetta da un’anomalia cardiaca. A causa di questa malattia fittizia la piccina non va a scuola. Sua madre le fa da maestra (voce fuori campo del narratore in “Il favoloso mondo di Amélie”, 2001)

Audrey Tautou interpreta Amélie Poulain.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “What a wonderful world”Luis Armstrong (1967) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


LÉON (LÉON: THE PROFESSIONAL)
Locandina del film "Leon" (Leon: The Professional).

diretto da Luc Besson (1994) – Quando pensiamo al rapporto fra un maestro e un suo pupillo pensiamo a qualcosa di nobile, alto, positivo. Qui, invece, il mentore è un sicario professionista e l’allieva è una ragazza (Mathilda interpretata da Natalie Portman) alla quale egli impartisce lezioni “di vita” non proprio edificanti.

Tuttavia, la vicenda risulta, filosoficamente, non poco interessante perché rivela – al di là dei contenuti scambiati fra i due – proprio la dinamica (il procedimento) dello “scambio” fra la <guida> e la persona <guidata>.

Da un punto di vista “socratico”, questa relazione interpersonale è della massima importanza perché riguarda non solo la trasmissione degli insegnamenti esistenziali, ma anche l’esempio concreto fornito dal maestro con la propria condotta.

Adoro questi brevi momenti di quiete prima della tempesta. Mi riportano sempre a Beethoven. Riesci a sentirlo ?! È come… quando poggi l’orecchio sull’erba. Riesci a sentirla crescere, riesci a sentire l’interno che passsssa! Ti piace Beethoven?! Adesso te lo faccio sentire (Stansfield interpretato da Gary Oldman in “Léon”, 1994).

Jean Reno interpreta Léon.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Meeting the master”Greta Van Fleet (2023) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


LES RIVIERES POURPRES (THE CRIMSON RIVERS) (I fiumi di porpora)
Locandina del film "Les Rivieres Pourpres" (The Crimson Rivers).

diretto da Mathieu Kassovitz (2000; nel 2004 è stato pubblicato il sequel, Les Rivières pourpres II: Les Anges de l’apocalypse (Crimson Rivers II: Angels of the ApocalypseI fiumi di porpora 2 – Gli angeli dell’Apocalisse) del regista Olivier Dahan). – Ci piace pensare alle qualità di un detective come molto simili a quelle di chi vuole intraprendere un percorso di auto-conoscenza (gnōthi seautón) e di CURA DI SE (epimèleia heautoù). Occorrono, in entrambe le circostanze, metodo preciso, perseveranza infallibile, analisi spietata, mente aperta, lucida attenzione, sensibilità acuta e diverse altre virtù.

Detto ciò, l’indagine su un crimine non è identica all’indagine sulla propria anima e sulla propria biografia. Il tipo di coinvolgimento è generalmente diverso: in un caso si indaga su qualcosa di esterno a sé stessi; nell’altro caso si indaga su qualcosa di interno.

Noi siamo i padroni. Noi siamo gli schiavi. Siamo ovunque. Eppure in nessun luogo. Siamo quelli che stabiliscono le cose. Siamo i dominatori dei fiumi di porpora (slogan promozionale del film “I fiumi di porpora”, 2000).

Jean Reno interpreta Pierre Niemans.

Il film è basato sul romanzo del 1998 Les rivières pourpres (Blood Red RiversI fiumi di porpora) di Jean-Christophe Grangé.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Starless”King Crimson (1974) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


LIFE OF PI (Vita di Pi)
Locandina del film "Life Of Pi".

diretto da Ang Lee (2012) – Il tema del mondo animale è molto caro alla nostra filosofia. Guardiamo agli esseri viventi “non umani” come a creature dotate di una perfezione del gesto e di una integrazione con la realtà assolutamente invidiabili. Gli animali hanno tutte le qualità e virtù da noi irrimediabilmente perdute quando abbiamo perseguito il primato dell’intelletto.

Gli animali hanno un’anima. L’ho visto nei loro occhi (Pi nel film “Vita di Pi”, 2012).

Le innumerevoli qualità degli animali sono non solo sufficienti a sopravvivere, bensì atte a garantire una adesione totale alle regole del cosmo. Questo film è anche una buona occasione per menzionare il testo L’Animal Que Donc Je Suis (L’Animale che Dunque Sono, Jaca Book, 2006) del filosofo francese Jacques Derrida.

Suraj Sharma interpreta Piscine Molitor “Pi” Patel (all’età di 16 / 17 anni).

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 2001 di Yann Martel.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Animal”Aurora (2019) – > ASCOLTA SU YOUTUBE


LO IMPOSIBLE (THE IMPOSSIBLE)
Locandina del film "Lo Imposible".

diretto da Juan Antonio Bayona (2012) – Si può discettare molto già sul titolo di questo film. La nozione di “impossibile” è, infatti, molto intuitiva, ma ben difficile da analizzare in profondità. Per definizione, l’impossibile si sottrae alla nostra esperienza (una cosa impossibile non ha mai luogo e, quindi, non è sperimentabile).

Per esempio, se diciamo “è impossibile trovare un essere umano con mille teste” diciamo una cosa vera e di cui conosciamo la non possibilità fattuale. Tuttavia, l’impossibile è tale solo fino a quando non ha luogo. Siccome tutto può aver luogo (in teoria), allora tutto è possibile e non esiste l’impossibile (in senso assoluto).

Mamma, sono stato sempre coraggioso, ma ora ho paura… (Lucas Bennett interpretato da Tom Holland in “The impossible”, 2012).

Tornando al nostro esempio, il giorno in cui nascesse un essere umano dotato di mille teste, quanto precedentemente ritenuto impossibile – fino a un secondo prima – diventerebbe, improvvisamente, non solo possibile, ma “effettivamente accaduto”. In altre parole, l’impossibile non può essere mai assoluto, bensì relativo. A pensarci bene, il ragionamento tiene aperte prospettive incredibili e rende la vita qualcosa da cui possiamo attenderci veramente tutto.

Il film racconta l’ordalia di una famiglia in vacanza in Thailandia nel dicembre 2004 quando il paese asiatico viene colpito dallo spaventoso tsunami (230.000 morti) provocato da uno dei più potenti terremoti degli ultimi decenni.

Naomi Watts interpreta Maria Bennett.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Don’t give up”Alice Cooper -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera M

Immagine in primo piano di Matthias Schoenaerts in smoking (“File:Matthias Schoenaerts César 2016.jpg” by Georges Biard is marked with CC BY-SA 3.0).
Matthias Schoenaerts. (“File:Matthias Schoenaerts César 2016.jpg” by Georges Biard is marked with CC BY-SA 3.0).

MARYLAND (DISORDER) (Disorder – La guardia del corpo)

diretto da Alice Winocour (2015) – La figura della guardia del corpo si presta a molte considerazioni di carattere filosofico. Normalmente, infatti, si pensa a un ruolo ‘tecnico’, basato su protocolli e addestramenti di tipo militare. Invece, a noi, fa venire in mente un personaggio decisamente “a tutto tondo”, con virtù maggiori e più profonde. Insomma, immaginiamo una guardia del corpo capace di “guardare” non solo il corpo ma anche l’anima della persona della quale deve prendersi “cura”.

E’ solo una idea filosofica da affiancare a quella del maestro-filosofo. In quest’ultimo caso, si tratta di un mentore in grado di far progredire gli allievi anche da un punto di vista caratteriale e comportamentale, quindi non solo sul piano delle conoscenze. Naturalmente, in una dimensione più religiosa e metafisica, esiste la figura dell’angelo custode, nella quale si assommano alcune delle attribuzioni appena accennate.

Credo siamo liberi, entro certi limiti, eppure sono convinto dell’esistenza d’una mano invisibile, un angelo-guida, il quale, in qualche modo, come un’elica sommersa, ci spinge avanti (Rabindranath Tagore).

Matthias Schoenaerts interpreta Vincent.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Disorder” Joy Division (1979) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine di Jennifer Aniston seduta a un tavolo da pranzo con un bicchiere di vino in mano (“Jennifer Aniston” by afevrier is marked with CC BY-NC-SA 2.0).
Jennifer Aniston. (“Jennifer Aniston” by afevrier is marked with CC BY-NC-SA 2.0).

MARLEY & ME (Io & Marley)

diretto da David Frankel (2008; nel 2011 è stato pubblicato il direct-to-video prequel, Marley & Me: The Puppy Years) – Un labrador terribilmente indisciplinato e guastafeste si chiama Marley, in omaggio a Bob Marley. Lo scalmanato quadrupede costituisce il “test” della coppia formata da John (interpretato da Owen Wilson) e Jenny prima, nelle loro intenzioni, di affrontare – eventualmente – gli impegni genitoriali, dando vita a un figlio.

Questo test se lo assegnano loro stessi di comune accordo ed è molto faticoso, quasi punitivo, perché Marley è un ciclone vivente. Tuttavia, la sconvolgente esperienza con il cane indiavolato fornisce materiale narrativo eccellente per una rubrica giornalistica di immediato successo fra i lettori. Diciamo, dunque, “non tutti i mali vengono per nuocere”. E diciamo pure questo: nessun animale è un giocattolo, un soprammobile e tanto meno un “test”.

Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati. Un bastone marcio per lui è sufficiente, a un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido, se gli dai il tuo cuore lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone ti fanno sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire straordinario?” (John Grogan interpretato da Owen Wilson in “Io & Marley”, 2008).

Jennifer Aniston interpreta Jennifer Grogan.

Il film è basato sull’omonimo libro autobiografico del 2005 di John Grogan.

Brano suggerito: “One love/People get ready” Bob Marley & the Wailers (1977) ASCOLTA SU YOUTUBE


MCFARLAND, USA
Locandina del film "McFarland, USA".

diretto da Niki Caro (2015) – Un allenatore di football americano cresce nel suo ruolo tecnico-sportivo grazie a circostanze e obbiettivi funzionali a imporgli tale crescita. La sua evoluzione personale determina, poi, per logica conseguenza, la crescita dei ragazzi a lui affidati e della squadra da loro stessi costituita.

Non importa cosa penso io, ok? Io non posso farlo per voi. E non servo io a dirvi come le probabilità siano tutte contro di voi. Ma se… se credete in voi stessi e se trovate un modo per credere gli uni negli altri, nei vostri compagni di squadra, non importerà cosa pensano tutti gli altri. È la bellezza dello sport (Jim White interpretato da Kevin Costner in “McFarland, Usa”, 2015).

Da una parte, Jim diviene per la sua squadra molto più di un coach (diviene un “maestro di vita“), mentre, dall’altra parte, un gruppo alquanto scalcinato e improvvisato (la squadra sportiva) si trasforma in un team agguerrito e vincente. I nostri temi filosofici della CURA DI SE e del ruolo del maestro / formatore sono messi in scena, in questa pellicola cinematografica, con grande efficacia.

Kevin Costner interpreta Jim White.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Flash light”Parliament (1978) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


MEMOIRS OF A GEISHA (Memorie di una geisha)
Locandina del film "Memoirs Of A Geisha".

diretto da Rob Marshall (2005) – Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata, perché il mio mondo è tanto proibito quanto fragile, senza i suoi misteri non può sopravvivere. Di certo non ero nata per una vita da geisha, come molte cose nella mia strana vita, ci fui trasportata dalla corrente. La prima volta in cui seppi di mia madre ammalata, fu quando mio padre ributtò in mare i pesci; quella sera soffrimmo la fame, “per capire il vuoto”, lui disse. Mia madre diceva sempre come mia sorella Satsu fosse uguale al legno, radicata al terreno al pari d’un albero sakura. Ma a me diceva quanto fossi come l’acqua, l’acqua si scava la strada attraverso la pietra, e quando è intrappolata, l’acqua si crea un nuovo varco (Sayuri Nitta interpretata da Ziyi Zhang in “Memorie di una geisha”, 2005).

Questa sola efficace citazione dal personaggio principale del film è sufficiente a rammentarci quanto dobbiamo essere mentalmente disposti ad accettare repentini cambiamenti. Come l’acqua capace di trovare sempre un varco per procedere. Certo, è un istinto naturale quello di preferire le situazioni abitudinarie (l’albero con le sue radici), poiché esse garantiscono alcune “sicurezze”, ma la vita umana non può ridursi a una ripetizione costante di luoghi e situazioni.

Ziyi Zhang interpreta Chiyo Sakamoto / Sayuri Nitta nell’età adulta.

Il film è un adattamento dell’omonimo romanzo del 1997 di Arthur Golden.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Quiet life”Japan (1979) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


MILLION DOLLAR BABY
Locandina del film "Million Dollar Baby".

diretto e interpretato (nel ruolo di Frankie Dunn) da Clint Eastwood (2004) il quale è autore anche della colonna sonora – L’elemento narrativamente più forte del film è la pugilatrice professionista, una figura non molto frequentata in letteratura e cinematografia. Proprio questa figura ci interessa, filosoficamente, perché rompe convenzioni, schemi e preconcetti (“il gentil sesso”).

La vita ognuno deve inventarsela e perseguirla secondo le proprie aspirazioni, sempre ricordando la forza del destino con cui fare i conti, ma evitando di farsi risucchiare da pregiudizi e gabbie mentali. Tra l’altro, è sempre utile rammentare quanto spesso le “gabbie mentali” siano create da noi stessi e non solo imposte da inveterate prassi sociali.

Quando è entrata da quella porta aveva solo coraggio e nessuna possibilità di diventare chi voleva. Un anno e mezzo dopo, lei ha combattuto per il titolo mondiale, il merito è tuo. Le persone muoiono ogni giorno, Frankie, mentre lucidano il pavimento o lavano i piatti… e sai qual è il loro ultimo pensiero? ‘Non ho mai avuto una occasione’. Invece, grazie a te, Maggie l’ha avuta. E, se morisse oggi, sai quale sarebbe il suo ultimo pensiero? ‘Ho avuto l’occasione a cui aspiravo’. Morirei in pace se fossi in lei (Eddie “Scrap-Iron” Dupris interpretato da Morgan Freeman in “Million dollar baby”, 2004).

Hilary Swank interpreta Mary Margaret “Maggie” Fitzgerald.

Il soggetto del film è tratto da un racconto contenuto nella raccolta Rope Burns di F.X. Toole.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Blue diner”Clint Eastwood (2004) ASCOLTA SU YOUTUBE


MÖBIUS
Locandina del film "Möbius".

diretto da Eric Rochant (2013) – Nonostante sia un addestrato agente dei servizi segreti russi, il protagonista del film scivola sulla più classica delle bucce di banana abbandonandosi a un coinvolgimento personale, molto intimo (tale da renderlo vulnerabile).

Tra l’altro, il coinvolgimento riguarda una donna con la quale deve condurre una delicata missione, per cui sarebbero ancor più richiesti distacco, lucida attenzione e rigore. Insomma, il nostro agente incappa in una situazione assolutamente deprecabile dal punto di vista professionale. L’imperativo (anche filosofico) dell’autodisciplina è, in certi casi, una delle sfide più importanti e “dolorose” da affrontare.

Gli scacchi sono una versione in miniatura della vita. Per avere successo, devi essere disciplinato, valutare le risorse, prendere in considerazione scelte responsabili e adattarti quando le circostanze cambiano (Zsuzsa Polgár).

Jean Dujardin interpreta Moïse / Gregory Lyubov.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Private life”Jonathan Morali (2013) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


MULHOLLAND DRIVE (MULHOLLAND DR.)
Locandina del film "Mulholland Drive".

diretto da David Lynch (2001) – Il tema filosofico incardinato nella intricata, ma avvincente trama di questo film surrealista è quello degli inganni provocati dalle apparenze. Detto in altro modo, bisogna sempre guardarsi dalle sembianze perché esse hanno la subdola capacità di mostrarsi così credibili e verosimili da farsi scambiare per realtà indiscutibili. Ecco perché occorre restare vigili e circospetti, sempre, curando meticolosamente di non concedersi una sola distrazione.

Lo stato di allerta (tema filosofico stoico) deve permanere anche se si tratta solo di assistere a un film seducente e profondo, come questo. A meno di non essere profondamente (e beatamente) addormentati.

Per essere davvero liberi e felici occorre uccidere l’ego: secondo la mia visione è questo il significato del cadavere nel finale. E sicuramente mette anche in discussione la nostra comprensione della realtà; se i sogni facciano parte di una realtà propria in un certo senso. Ma, come ho detto, è un viaggio e lo spettatore stesso deve compierlo nella propria mente – non verrà servito su un vassoio d’argento – per questo penso [a Mulholland Drive, ndr] come a un’opera d’arte senza tempo (David Lynch).

Naomi Watts interpreta Betty Elms / Diane Selwyn.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “The beast”Milt Buckner -> ASCOLTA SU YOUTUBE


MYSTIC RIVER
Locandina del film "Mystic River".

diretto da Clint Eastwood (2003) – Storia di violenza, abusi, vendette e risentimenti. Storia, dunque, cruda e urticante con cui precipitiamo nei bassifondi delle emozioni più volgari e primitive (tribali). Siamo negli scantinati dell’anima, dove la filosofia fatica molto a entrare e dove si giocano sfide impossibili in termini di CURA DI SE, autocontrollo e atarassia.

Sono stufo di aspettarmi un senso delle cose. Stufo di prendermela per una ragazza uccisa sapendo quanto presto ce ne sarà un’altra. Mandare in galera gli assassini è solo mandarli nel luogo verso cui hanno indirizzato la loro stupida vita… i morti restano morti (Sean Devine interpretato da Kevin Bacon in “Mystic river”, 2003).

Chi non pratichi testardamente la fuga dalla realtà, deve essere capace di conoscere (ed eventualmente affrontare) certe spiacevoli situazioni. Sporcarsi le mani, almeno ogni tanto, serve a non perdere l’allenamento alle cose peggiori dell’esistenza umana.

Perché a volte, l’uomo non era per niente un uomo. Ma era un bambino. Un bambino sfuggito ai lupi. Un animale notturno, invisibile, silenzioso, in un mondo inaccessibile agli altri. Un mondo di lucciole rivelato solo da un chiarore appena percepito… già svanito al momento in cui ti concentri per guardarlo (Dave Boyle interpretato da Tim Robbins in “Mystic river”, 2003).

Sean Penn interpreta James “Jimmy” Markum in età adulta.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 2001 di Dennis Lehane.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Cosmo”Kyle Eastwood Quartet (2003) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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N

Immagine di Tommy Lee Jones in smoking mentre saluta con la mano destra il pubblico (“Tommy Lee Jones the Jury President at Opening Ceremony of the Tokyo International Film Festival 2017” by Dick Thomas Johnson is marked with CC BY 2.0).Qui si parla di "No Country For Old Men".
Tommy Lee Jones [“Tommy Lee Jones the Jury President at Opening Ceremony of the Tokyo International Film Festival 2017” by Dick Thomas Johnson is marked with CC BY 2.0.]

NO COUNTRY FOR OLD MEN (Non è un paese per vecchi)

diretto da Joel ed Ethan Coen (2007) – Il film offre una moltitudine di intrecci, coincidenze e rivolgimenti, esemplificando al massimo livello l’imprevedibilità delle vicende umane.

C’è un ragazzo, l’ho mandato sulla sedia elettrica qui a Huntsville, un po’ di tempo fa, su mio arresto e mia testimonianza. Aveva ammazzato una ragazzina di quattordici anni. Il giornale scrisse di un crimine passionale, ma lui mi disse come la passione non c’entrasse niente: da quando si ricordava, aveva sempre avuto in mente di ammazzare qualcuno, e se fosse uscito di galera lo avrebbe rifatto. Sapeva sarebbe andato all’inferno. Da lì a un quarto d’ora ci sarebbe andato (Sceriffo Ed Tom Bell interpretato da Tommy Lee Jones in “Non è un paese per vecchi”, 2007).

Per noi studiosi di filosofia questa pellicola cinematografica è l’occasione per rimarcare il valore del distacco richiesto nella quotidiana gestione del caos esistenziale. Ma, oltre al distacco, è necessaria una oliata prontezza di riflessi e una addestrata capacità di adattamento.

“Tutto il tempo impiegato a cercare di riprenderti quanto ti hanno portato via è tempo sprecato, devi solo fare in modo di fermare il sanguinamento della ferita” (Ellis interpretato da Barry Corbin in “Non è un paese per vecchi”, 2007).

Tommy Lee Jones interpreta Ed Tom Bell.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 2005 di Cormac McCarthy.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Take me home, country roads”John Denver (1971) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


NOCTURNAL ANIMALS (Animali notturni)
Locandina del film "Nocturnal Animals".

diretto da Tom Ford (2016) – La vicenda principale del film riguarda una brutale, scellerata, gratuita violenza. Il male, improvvisamente, si abbatte su un uomo al quale tre nullità sfaccendate e malvagie rubano la famiglia (violentando e uccidendo la moglie e la figlia).

Si scopre, però (seguendo lo sviluppo della trama), la natura solo immaginaria di questa orribile storia: è soltanto la trama di un libro inviato alla proprietaria di una galleria d’arte (interpretata da Amy Adams) dal suo ex marito. La scabrosa opera letteraria è a lei dedicata (proprio dall’ex consorte) già a partire dal titolo, ispirato al soprannome usato da lui con lei.

“La nostra ‘faccia pubblica’ è un’armatura, l’impalcatura con cui sta in piedi il personaggio, un collegamento fra la dimensione interiore a quella esteriore. Maschera la profonda disconnessione tra il proprio stato d’animo e il modo in cui ci si presenta al mondo” (Tom Ford).

Un tema filosofico presente nel film è senz’altro quello dell’autocontrollo, molto caro allo Stoicismo, anche se, prevedibilmente, l’autocontrollo lo perde non solo il protagonista (animato da comprensibile desiderio di vendetta), ma anche il detective incaricato del caso. Quest’ultimo, non ha nulla da perdere perché gravemente malato e così contravviene a ogni legge, schifato da come troppo spesso i peggiori delinquenti riescano a farla franca grazie ad astrusi cavilli legali.

Altri temi, intrecciati con la questione dell’autocontrollo, sono il senso di colpa, la necessità di trasformarsi, il coraggio, la drammaticità esistenziale, il caso.

Jake Gyllenhaal interpreta Edward Sheffield.

Il film è basato sul romanzo del 1993 Tony and Susan di Austin Wright.

Un cenno di merito va alla colonna sonora di Abel KorzeniowskiASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera O

Immagine di profilo di Robert De Niro (“Robert De Niro” by Nathan Congleton is marked with CC BY-NC-SA 2.0).
Robert De Niro. (“Robert De Niro” by Nathan Congleton is marked with CC BY-NC-SA 2.0).

ONCE UPON A TIME IN AMERICA (C’era una volta in America)

diretto da Sergio Leone (1984) – Le gang offrono alcuni spunti di notevole interesse per chi si occupi di concetti antropologici e filosofici. Infatti, pur avendo, nella maggior parte dei casi, obbiettivi spregevoli e smaccatamente criminali, queste bande, variamente organizzate, presentano interessanti caratteristiche da studiare.

Fra gli elementi da valutare, ci sono affiatamento, supporto reciproco, amicizia e lealtà incondizionata. A rendere difficile il compito di fronteggiare le gang ci sono proprio uno spirito unitario (di matrice tribale) – difficile da infrangere – e una comunanza fraterna, non di rado superiore a quella di una autentica famiglia di sangue.

Ho rubato la tua vita e l’ho vissuta al tuo posto. Ti ho preso tutto. Ho preso i tuoi soldi, la tua donna, ti ho lasciato solo trentacinque anni di rimorso per la mia morte. Rimorso sprecato. Cosa aspetti a sparare? (Maximilian “Max” Bercovicz interpretato da James Woods in “C’era una volta in America”, 1984).

Robert De Niro interpreta David “Noodles” Aaronson).

Il film è basato sul romanzo del 1952 The Hoods (Mano Armata) di Harry Grey

La musica di Ennio Morricone ha vinto come Miglior Colonna Sonora BAFTA 1985 -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine frontale in primo piano di Jack Nicholson con una divisa militare (“Jack Nicholson, ”A Few Good Men” 1992” by Movie-Fan is marked with CC BY-NC-SA 2.0). Il film è "One Flew Over The Cuckoo's Nest".
Jack Nicholson [“Jack Nicholson, ”A Few Good Men” 1992” by Movie-Fan is marked with CC BY-NC-SA 2.0.]

ONE FLEW OVER THE CUCKOO’S NEST (Qualcuno volò sul nido del cuculo)

diretto da Milos Forman (1975) – Il tema della “normalità” ha una enorme valenza filosofica. Cosa vuol dire essere o non essere normali? Chi decide chi è da considerare pazzo (o instabile o malato mentale o deviato)? Quali sono i criteri e i confini adottati per delimitare questi ambiti (normalità e follia)? Come cambiano (e perché) le risposte sociali verso i comportamenti fuori norma (dai manicomi alle pratiche di cosiddetta normalizzazione)?

Alcuni di questi temi riecheggiano in modo spettacolare e penetrante in questo classico del cinema mondiale. Si veda anche Storia della follia nell’età classica, primo libro e tesi di dottorato di Michel Foucault.

Quando l’ho visto l’ultima volta era ubriaco fradicio, gli occhi bruciati dall’alcool. Quando portava la bottiglia alla bocca, non era lui a berla: era la bottiglia a bere il suo cervello (Grande Capo Bromden interpretato da Will Sampson in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, 1975).

Jack Nicholson interpreta Randle Patrick “R.P.” McMurphy).

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1962 di Ken Kesey.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Last Dance”Jack Nitzsche (1975) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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P

Immagine di John Travolta sorridente in abito da sera (“John Travolta” by J_Jacks1985 is marked with CC BY-NC 2.0).
John Travolta. (“John Travolta” by J_Jacks1985 is marked with CC BY-NC 2.0).

PHENOMENON

diretto da Jon Turteltaub (1996) – Secondo molti autorevoli esponenti della comunità scientifica, gli umani usano solo una modesta parte delle loro facoltà cerebrali. Noi appassionati di filosofia non siamo neurologi, ma intimamente avvertiamo – come tutti – alcuni strani momenti di pienezza mentale. Si tratta di fasi, solitamente brevi, durante cui beneficiamo di una insolita combinazione di lucidità, memoria, prontezza e attenzione.

Da quei rari momenti di potenza superiore deduciamo la capacità teorica di poter sempre essere a un livello mentale altrettanto efficace. Il sogno dei super-poteri potrebbe essere molto più vicino alla realtà di quanto pensiamo, magari solo conoscendo meglio noi stessi.

Tutte le cose sono in cammino verso una meta. Tutte (George Malley interpretato da John Travolta in “Phenomenon”, 1996).

La nostra filosofia non insegue poteri mentali speciali, ma certamente è consapevole di quanti risultati possa garantire una costante e sana disciplina di vita fatta di vigilanza e introspezione.

Kyra Sedgwick interpreta Lace Pennamin.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “I have the touch”Peter Gabriel (remix del 1996) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


PHONE BOOTH (In linea con l’assassino)
Locandina del film "Phone Booth".

diretto da Joel Schumacher (2002) – La nostra filosofia depreca la menzogna più di quanto essa sia normalmente disapprovata nella quotidiana pratica sociale. Per noi, mentire (soprattutto se lo si fa sistematicamente e con intenzione) determina effetti “strutturali” sul sé del bugiardo: una sorta di alterazione profonda del suo essere (una alterazione antropologica).

Detto ciò, il trattamento a cui viene sottoposto il fedifrago protagonista di questo film costituisce una punizione forse un po’ eccessiva e paragonabile solo a quella mostrata nel film Knock Knock.

Non è buffo? Senti squillare un telefono, non sai chi è, ma non puoi lasciarlo squillare senza rispondere (il killer interpretato da Kiefer Sutherland in “In linea con l’assassino”, 2002).

Colin Farrell interpreta Stuart “Stu” Shepard.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Phone booth”Robert Cray (1983) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


PINK FLOYD – THE WALL
Locandina del film "Pink Floyd The Wall".

diretto da Alan Parker (1982) – I temi principali del film (e del doppio album del 1979 The Wall, della band britannica Pink Floyd, su cui la pellicola è interamente basata) sono l’alienazione, la tensione esercitata sulle menti umane dai sistemi sociali, i meccanismi viziati del successo e dello stardom, la profonda solitudine esistenziale degli individui più sensibili. Non mancano, inoltre, ampi riferimenti alla follia della guerra e dei regimi dittatoriali (vedi alcuni apparati simbolici riecheggianti quelli nazisti).

Il protagonista è Pink, un musicista di successo (interpretato, in due delle fasi rappresentate nel film, da David Bingham – bambino – e da Kevin McKeon – adolescente). La figura di Pink si ispira largamente ai due fondatori dei Pink Floyd, Roger Waters e Syd Barrett, entrambi spiccatamente ribelli, controcorrente e anticonvenzionali. Infatti, Pink è un caso di straniamento, frustrazione, depressione.

Questi argomenti sono importanti per la nostra filosofia del “conoscersi” e della CURA DI SE. L’alienazione produce sofferenza e può essere mitigata (se non annullata) da un tenace lavoro su di sé, fatto di consapevolezza, umiltà, accettazione e introspezione.

Nell’intero film, Pink pronuncia una sola battuta non tratta da un testo dei Pink Floyd. Si tratta delle parole: “Take that, fuckers!” (traducibile in “prendete questa, coglioni!”).

Bob Geldof interpreta Pink in età adulta.

Il film si avvale delle animazioni di Gerald Scarfe

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Comfortably numb” – Pink Floyd (presente nella sezione Rock di questo sito) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


PLAY IT AGAIN, SAM (Provaci ancora, Sam)

diretto da Herbert Ross (1972) – Citiamo questo film perché – come spesso accade nelle sceneggiature di Woody Allen – i colpi di scena, le strane coincidenze e gli intrecci sorprendenti, offrono un quadro straordinariamente efficace dei casi della vita. Da una prospettiva filosofica (la nostra), bisogna costituirsi una solida preparazione per affrontare il caos del mondo evitando di smarrirsi e sentirsi sopraffatti.

Sono un ipercritico. È una specie di malattia. Io ho la tendenza a respingere prima di essere respinto. In questo modo, risparmio un sacco di tempo e di soldi (Sam Felix – in lingua originale Allan Felix – interpretato da Woody Allen in “Provaci ancora, Sam”, 1972).

Il film è basato sull’omonima opera teatrale del 1969 di Woody Allen (il quale ha scritto la sceneggiatura di questa pellicola, preferendo, però, non dirigerla) e contiene numerosi riferimenti al film del 1942 Casablanca di Michael Curtiz in cui recitano Humphrey Bogart (Rick Blaine) e Ingrid Bergman (Ilsa Lund).

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Play it again, Sam! You don’t have any feathers”Manchester Orchestra (2005) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


POINT BREAK (Punto di rottura)
Locandina del film "Point Break".

diretto da Kathryn Bigelow (1991) – Il film mette in scena una estrema filosofia di vita “controcorrente”. Una scelta criminale, adottata da una banda di rapinatori di banche dei quali Point Break narra le movimentate gesta (“movimentate” è un eufemismo).

Finché non c’è spargimento di sangue si può persino simpatizzare (dopotutto è solo un film) con questi scapestrati furbacchioni e soprattutto con il loro prestante leader. Ma poi, come è inevitabile, arriva il momento in cui l’ordine delle cose chiede il pagamento (senza sconti) del prezzo d’una eccessiva spregiudicatezza e d’una disinvolta rottura delle regole. Ed è un prezzo molto alto.

Se vuoi il massimo, devi essere pronto a pagare il massimo. Deve essere bello morire facendo quello che ami… (Bodhi interpretato da Patrick Swayze in “Point break – Punto di rottura”, 1991).

Keanu Reeves interpreta l’agente speciale dell’FBI John ‘Johnny’ Utah.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “I will not fall”Wire Train (1991) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


PRIMAL FEAR (Schegge di paura)
Locandina del film "Primal Fear".

diretto da Gregory Hoblit (1996) – Affrontiamo questo film come se non ci fosse (ma nella pellicola, ovviamente, c’è) il colpo di scena finale, accentuato dalla indimenticabile interpretazione di Edward Norton. Quindi, concentriamoci su ciò a cui lo spettatore ordinario crede per gran parte del film: un ragazzo è talmente disturbato da presentare una clamorosa dissociazione di personalità fra un suo “io” timido e un suo (ma, allo stesso tempo, “non suo”) alter ego aggressivo, sfrontato, violento.

In effetti, casi del genere accadono nella realtà (anche se piuttosto raramente) e ci suggeriscono due temi di notevole interesse filosofico: la nostra fragilità come esseri umani e la complessa natura della coscienza. Entrambi sono temi fondamentali per chi voglia condurre una vita filosofica.

Nessuno può, per un lungo periodo di tempo, avere una faccia per se stesso e un’altra per le moltitudini, senza alla fine confondersi su quale possa essere la verità (Bud Yancy interpretato da Terry O’Quinn in “Schegge di paura”, 1996).

Richard Gere interpreta Martin Vail.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1993 di William Diehl.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Canção do Mar”Dulce Pontes (1993) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


PSYCHO (Psyco)
Locandina (di Macario Gómez Quibus) del film "Psycho".

diretto da Alfred Hitchcock (1960) – Nel documentario del 2006 The Pervert’s Guide to Cinema, il filosofo Slavoj Žižek fa notare un particolare: la casa di Norman Bates (lo psicotico protagonista di Psycho interpretato magistralmente da Anthony Perkins) si sviluppa su tre piani.

Le emicranie sono come i buoni propositi, ci se ne dimentica appena il male è passato (Marion Crane interpretata da Janet Leigh in “Psycho”, 1960)

A proposito della casa a tre piani, l’accademico sloveno Žižek suggerisce un parallelo con i tre livelli della coscienza umana postulati dalla psicoanalisi freudiana.

Così, il piano superiore corrisponderebbe al SUPEREGO ed è quello dove vive la madre di Bates (o comunque dove Bates la mette in scena vestendosi in modo da assomigliarle). Il pian terreno corrisponderebbe all’EGO ed è quello dove Bates si comporta in modo “normale”. Infine, lo scantinato corrisponderebbe all’ID, cioè, più o meno, all’inconscio.

Zizek ha una teoria anche sugli spostamenti del corpo della madre da Bates effettuati fra i vari piani della casa: essi simbolizzano il profondo rapporto teorizzato dalla psicoanalisi proprio tra il superego e l’id. Per la nostra filosofia della CURA DI SÉ c’è materiale a bizzeffe su cui riflettere e su cui lavorare.

Sapete cosa penso? Che ognuno di noi… è… stretto nella propria trappola. Avvinghiato. E nessuno riesce mai a liberarsene . E… mordiamo, e… e graffiamo ma… solo l’aria, solo il nostro vicino… e con tutti i nostri sforzi non ci spostiamo di un millimetro (Norman Bates interpretato da Anthony Perkins in “Psycho”, 1960).

John Gavin interpreta Sam Loomis.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1959 di Robert Bloch.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “The first floor”Bernard Herrmann (1960) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera Q

Immagine di Sting durante un concerto mentre canta e suona il basso con una maglietta a strisce orizzontali rosse e nere (“Sting” by Mike J Maguire is marked with CC BY 2.0).
Sting. (“Sting” by Mike J Maguire is marked with CC BY 2.0).

QUADROPHENIA

diretto da Franc Roddam (1979) – I giovani hanno sempre una certa disposizione ad associarsi dando vita a movimenti e bande fortemente identificate nella loro estetica, nei loro atteggiamenti, nei loro valori e punti di riferimento. Non occorre essere psicologi per comprendere questo impulso come una delle prime forme identitarie, quando la personalità dei ragazzi non ha ancora attraversato un processo di formazione. Il film fotografa molto bene i Mods e la loro contrapposizione ai Rockers.

Per noi studiosi della filosofia della CURA DI SE è una bella occasione per analizzare meccanismi apparentemente di ribellione e anticonformismo. Diciamo <apparentemente> perché, essi, molto spesso, esprimono solo un altro tipo di conformismo (ribaltato) persino più stringente e totalizzante del conformismo a cui vorrebbero opporsi.

Rappresentavano la classe lavoratrice adolescente della città. Avevano le tasche piene di spiccioli dell’opulenza postbellica ed erano smaniosi di trovare il modo di spenderli. Erano dei narcisisti puristi, rozzamente dedicati alla nozione di stile, in fatto di abbigliamento e di musica. I loro predecessori, i Teddy Boys – un culto dei 50’s (ostentavano giacche da dandy, basette e pugni di ferro) – furono il primo gruppo ad opporsi all’innato conservatorismo dell’uomo inglese e a rendere accettabile l’idea di vestirsi per esibizionismo. I Mods trasformarono questo culto in una religione (Mick Brown, da un suo articolo del 1980 sulla rivista Rolling Stone).

Sting interpreta Ace.

Il film è liberamente ispirato all’omonima opera rock del 1973 della band britannica The Who.

Brano suggerito: “The rock”The Who (1973) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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R

Immagine in primo piano di Nicole Kidman con abito scollato e collana elegante (“Nicole Kidman” by WEBN-TV is marked with CC BY-ND 2.0). Il film è "Rabbit Hole".
Nicole Kidman [“Nicole Kidman” by WEBN-TV is marked with CC BY-ND 2.0.]

RABBIT HOLE

diretto da John Cameron Mitchell (2010)  –  Nell’affrontare un grave danno, come la perdita di un figlio piccolo, la coscienza umana deve prendersi CURA DI SE, accudirsi, volersi bene. Tecnicamente, la coscienza – il soggetto pensante – deve diventare oggetto del proprio pensiero, restando, al tempo stesso – ovviamente – anche il soggetto pensante.

La dinamica appena descritta (molto sommariamente) è al cuore stesso del “problema umano”: la necessità, quando ci si occupa di sé stessi, di essere, al contempo, colui (o colei) in grado di occuparsi di qualcosa, e il ‘qualcosa’ di cui il colui (o colei) si occupa. Questo è un tema cardinale per la nostra filosofia.

A un cuore in pezzi nessuno s’avvicini senza l’alto privilegio di avere sofferto altrettanto(Emily Dickinson).

Nicole Kidman interpreta Rebecca “Becca” Corbett.

Il film è un adattamento di David Lindsay-Abaire da una sua omonima opera teatrale del 2006.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Rabbit hole”The Temper Trap (2012) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine in primo piano di profilo di Dustin Hoffman (“dustin hoffman” by wvs is marked with CC BY-NC-ND 2.0). Qui si parla di "Rain Man".
Dustin Hoffman [“dustin hoffman” by wvs is marked with CC BY-NC-ND 2.0.]

RAIN MAN (L’uomo della pioggia)

diretto da Barry Levinson (1988) – E’ molto importante sottrarsi al dualismo “normale” / “anormale”, soprattutto quando si parla di stati mentali. Troppe volte, il termine “anormale” assume non il solo senso di una differenza dalla “norma”, ma un significato diminutivo se non proprio spregiativo. Nei casi di “anormalità” si tratta spesso di una diversità costituita da molti pregi, molte virtù e molte capacità (meno comuni) anche di tipo mentale.

Al di là di questo, se pure si trattasse di una minore potenza di pensiero, essa non dovrebbe comportare una generale qualificazione “negativa” del soggetto. Infatti, una persona non dovrebbe mai essere riducibile al suo solo pensiero raziocinante avendo anche emozioni, affinità, sentimenti, intuizioni, sensibilità.

Al diavolo! Al diavolo! Sto diventando pazzo. Sto diventando pazzo! Ma quale differenza fa?! Quale differenza fa dove vai a comprare le tue benedette mutande?!? Si può sapere quale differenza fa?! Le mutande sono sempre mutande! Sono mutande in qualunque posto le compri! A Cincinnati o chissà dove! (Charlie Babbitt interpretato da Tom Cruise in “Rain man – L’uomo della pioggia”, 1988).

Dustin Hoffman interpreta Raymond “Ray” Babbitt.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Las Vegas”Hans Zimmer (1988) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine in bianconero del volto di Alfred Hitchcock (“Alfred Hitchcock Presents” by twm1340 is marked with CC BY-SA 2.0). Il film è "Rear Window".
Alfred Hitchcock [“Alfred Hitchcock Presents” by twm1340 is marked with CC BY-SA 2.0.]

REAR WINDOW (La finestra sul cortile)

diretto da Alfred Hitchcock (1954) – Molte persone hanno caratteristiche particolarmente adatte (disposizione) a compiti di investigazione, di analisi e di deduzione. Tendenzialmente, queste persone, usano le loro virtù per comprendere il mondo circostante, tuttavia omettendo di applicare le stesse doti nei confronti di sé stesse. Invece, il lavoro filosofico su di sé richiede proprio alcune “capacità investigative”, soprattutto oggettività e adesione ai fatti.

Comunque, al di là delle eventuali propensioni di alcuni individui verso l’ analisi, è sempre possibile, per tutti gli altri, addestrarsi (askesis) ad acquisire le stesse capacità. Ci vuole tempo, dedizione e pazienza, ma tutti possiamo gradualmente diventare investigatori, sia nei confronti dei misteri della quotidianità – una strana scena a cui assistiamo dalla finestra di casa, per esempio (vedi Heroes e Mad World) – sia verso gli enigmi della nostra anima.

LA GEMMA GRACE KELLY

A proposito di “cura”, in questa strepitosa opera cinematografica c’è un’elegante Lisa Carol Freemont – riportata anche come Fremont – (interpretata da Grace Kelly), la quale si prende amorevolmente cura di un fotoreporter – James Stewart – costretto, da quasi due mesi, sulla sedia a rotelle a causa di una frattura alla gamba sinistra riportata in un incidente di lavoro.

Ai miei tempi ci si incontrava, ci si piaceva, ci si sposava. Ora a forza di leggere libri, scervellarsi con parole difficili e psicanalizzarsi a vicenda non si capisce più la differenza tra una pomiciata e un esame universitario! (l’infermiera Stella interpretata da Thelma Ritter in “La finestra sul cortile”, 1954).

James Stewart interpreta L. B. “Jeff” Jefferies.

Il film è basato sul racconto del 1942 It Had to Be Murder (La Finestra sul Cortile) di Cornell Woolrich.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Window in the skies”U2 (2007) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine di Annette Bening sorridente con gli occhi socchiusi (“File:Annette Bening2.jpg” by Tony Shek cropped by Machocarioca is marked with CC BY 2.0). Il film è "Regarding Henry".
Annette Bening [“File:Annette Bening2.jpg” by Tony Shek cropped by Machocarioca is marked with CC BY 2.0.]

REGARDING HENRY

diretto da Mike Nichols (1991) – Lo spregiudicato avvocato Henry Turner (interpretato da Harrison Ford) viene colpito da un proiettile d’arma da fuoco. Il colpo gli causa una grave amnesia. E’ costretto, quindi, a ricominciare da capo con la sua vita, il suo lavoro, il suo ambiente, sua moglie e anche con sé stesso.

In questo caso, il male non viene solo per nuocere perché Henry – proprio a causa dell’amnesia – ha una importante occasione per fare i conti con la sua vera natura. In effetti, scopre quanto la sua vera natura sia piuttosto divergente dai comportamenti e dalle abitudini a cui la vita “precedente” lo aveva indotto e abituato. Insomma, Henry si riappropria della migliore versione di sé stesso (da troppo tempo bistrattata), guadagnandone in centratura esistenziale e in contentezza.

Ho imparato come tutti quanti vogliano vivere sulla cima della montagna, senza sapere quanto la vera felicità stia nel modo in cui questa montagna viene scalata (Gabriel García Márquez).

Annette Bening interpreta Sarah Turner.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Amnesia”Miracle of Sound (2014) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine in primo piano di Jude Law con il volto assorto in una espressione intensa (“File:Jude Law – Headshot.jpg” by Frederic Auerbach is marked with CC BY-SA 3.0). Qui si parla di "Road To Perdition".
Jude Law [“File:Jude Law – Headshot.jpg” by Frederic Auerbach is marked with CC BY-SA 3.0.]

ROAD TO PERDITION (Era mio padre)

diretto da Sam Mendes (2002) – Un ragazzino viene costretto, da una serie di circostanze, ad affrontare terribili esperienze. Ci si aspetterebbe la sua trasformazione in un cinico bastardo, come inevitabile reazione istintiva al danno patito. Invece, il ragazzo progredisce mantenendo una postura fatta di temperanza e una capacità di scelta decisamente refrattaria alla violenza.

Infatti, a riprova del suo ethos non bellicoso, egli non riesce a sparare il colpo con cui potrebbe salvare la vita del padre (il quale non è, comunque, uno stinco di santo). La storia sembra contraddire le tesi di quanti ritengono le esperienze di vita determinanti al novanta per cento nella formazione del carattere delle persone. Insomma, ci sarebbero nature profonde sulle quali la realtà esterna arriva a produrre scarse conseguenze.

Ci sono solo assassini in questa stanza, Michael! Apri gli occhi! Questa vita ci siamo scelti e c’è solo una garanzia, nessuno di noi vedrà il paradiso (John Rooney interpretato da Paul Newman – rivolto a Michael “Mike” Sullivan interpretato da Tom Hanks – in “Era mio padre”, 2002).

Jude Law interpreta Harlen Maguire.

Il film si basa su un omonimo fumetto di Max Allan Collins illustrato da Richard Piers Rayner.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Main theme”Thomas Newman -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera S

Immagine in primo piano di Liam Neeson (“File:Liam Neeson Deauville 2012 2.jpg” by Georges Biard is marked with CC BY-SA 3.0). Il Film è "Schindler's List".
Liam Neeson [“File:Liam Neeson Deauville 2012 2.jpg” by Georges Biard is marked with CC BY-SA 3.0.]

SCHINDLER’S LIST (La lista di Schindler)

diretto da Steven Spielberg (1994) – Nel mezzo dell’olocausto, fra le famigerate follie e le indicibili violenze causate dal più incredibile “blackout mentale” dell’umanità, spiccano – in tutta la loro solidità – la saggezza, la lucida attenzione e la coraggiosa determinazione di un uomo fermamente risoluto a salvare quante più vite sia possibile, a ogni costo. Tutto ciò è profondamente filosofico (siamo, ovviamente, nel campo della filosofia morale), nel migliore e nel più autentico senso del termine <filosofia>.

Mio padre indulgeva a ricordare le tre cose della vita di cui si ha bisogno: un buon dottore, un prete indulgente e un bravo contabile (Oskar Schindler interpretato da Liam Neeson in “La lista di Schindler”, 1994).

Insomma, in questo film c’è autentica filosofia (di vita) senza astrusi orpelli teorici, senza paroloni difficili, senza chiamare in causa i massimi sistemi. Filosofia come lavoro del pensiero (senza sconti) e come assunzione di responsabilità di fronte al collasso collettivo delle coscienze.

Liam Neeson interpreta Oskar Schindler.

Il film si basa sul romanzo storico del 1982 Schindler’s Ark (La Lista di Schindler) di Thomas Keneally.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Holocaust”Big Star (1978) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


SECOND BEST (Un padre in prestito)
Locandina del film "Second Best".

diretto da Chris Menges (1994) – Senza arrivare fino al punto di scomodare Sigmund Freud, possiamo convenire su quanto le relazioni genitori-figli siano un campo di battaglia psicologica. Sul piano filosofico, poi, queste controverse (e problematiche) relazioni sono pure gigantesche occasioni per compiere un serio lavoro su sé stessi, sulle proprie frustrazioni, abitudini, paure, desideri, angosce. Con sfumature diverse, anche le adozioni rappresentano intensi momenti di confronto, con sé stessi, le proprie fobie, le proprie debolezze, i propri preconcetti e le proprie reticenze.

Figlio è un essere prestatoci da Dio per fare un corso intensivo su come amare qualcuno più di noi stessi, su come cambiare i nostri peggiori difetti per dargli il migliore esempio, per apprendere ad avere coraggio (José Saramago).

William Hurt interpreta Graham Holt.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1991 di David Cook, il quale ha scritto la sceneggiatura.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Father and son”Cat Stevens (1970) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


SECRET WINDOW
Locandina del film "Secret Window".

diretto da David Koepp (2004) – E’ uno di quei film in cui realtà, fantasia, immaginazione, sogno e illusione si fondono insieme, con il risultato di mettere in evidenza i labili confini di quanto riteniamo vero, reale, tangibile rispetto a dimensioni completamente immateriali.

Dobbiamo ricordarci di questa opacità del nostro mondo di tutti i giorni, soprattutto quando abbiamo tendenze “letteraliste” (quando prendiamo tutto per indiscutibilmente vero, alla lettera) e quando attribuiamo alla cosiddetta “realtà” un significato assoluto e quasi obbligatorio. Le cose sono assai più sfumate, fatte di toni tendenti al grigio, e non di una netta separazione fra “bianco” (bene) e “nero” (male).

Quello non era così matto, quello era un lettore infatuato, incapace di distinguere la realtà dalle stronzate da te scritte per campare. Senza offesa (Ken Karsch interpretato da Charles S. Dutton in “Secret window”, 2004).

Johnny Depp interpreta Morton “Mort” Rainey.

Da segnalare pure la presenza nel cast di John Turturro (nel ruolo di John Shooter).

Il film è basato sul racconto del 1990 Secret Window, Secret Garden (Finestra Segreta, Giardino Segreto) uno dei quattro racconti componenti la raccolta Four Past Midnight (Quattro dopo Mezzanotte) di Stephen King.

Brano suggerito: “Secret window”Dusty Wright (2011) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


SEVEN YEARS IN TIBET (Sette anni in Tibet)
Locandina del film "Seven Years in Tibet".

diretto da Jean-Jacques Annaud (1997) – Le imprese in alta montagna (e in tutte le altre situazioni di sfida umana alle difficoltà poste dalla natura) sono di altissimo valore formativo. Sia in senso filosofico (“askesis“) sia in senso assoluto. Un lungo e faticoso percorso fra picchi e valli rappresenta e costituisce il percorso conoscitivo dentro le altezze e le bassezze di noi stessi. Ma anche attraverso lo spirito (picchi) e l’anima (valli). Le scoperte e le conquiste fatte lungo il cammino sono poi destinate a restare preziose per la propria esistenza anche nella quotidianità più banale e ordinaria.

Se un problema si può risolvere, non serve a nulla preoccuparsene. Se non può essere risolto non ti porterà a nulla. Perciò smettila di preoccuparti (Tenzin Gyatso interpretato da Jamyang Jamtsho Wangchuk in “Sette anni in Tibet”, 1997).

Brad Pitt interpreta Heinrich Harrer.

Il film è basato sulle omonime memorie del 1952 dell’ufficiale austriaco delle SS Heinrich Harrer.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Seven years in Tibet”David Bowie (1997) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


SHUTTER ISLAND
Locandina del film "Shutter Island".

diretto da Martin Scorsese (2010) – Vivere come un mostro oppure morire da bravuomo?”. Si tratta di un bivio di fronte a cui ci si trova raramente. Tuttavia, anche se non succedesse mai di dover effettuare una scelta tanto drammatica, occorre tenerla presente con attenzione se si desidera affrontare la vita in modo filosofico. Infatti, la scelta fra sopravvivere a una situazione complicata trasformandosi in persone tremende oppure morire salvando la propria integrità morale è una classica questione filosofica, un dilemma esistenziale di vasta portata.

La filosofia adora questo genere di interrogazioni e di paradossi, perché sono praticamente insolubili e costringono a spaccarsi la testa su argomenti forse di scarso rilievo pratico, ma molto adatti ad addestrare il pensiero (e il giudizio).

Lo sapeva? La parola trauma viene dal greco, vuol dire ferita. E qual è la parola tedesca per sogno? Traum, ein traum. Le ferite possono creare mostri, e lei, lei ha tante ferite, agente. E non è d’accordo? Quando uno vede un mostro… lo deve fermare? (il dottor Jeremiah Naehring interpretato da Max von Sydow in “Shutter island”, 2010).

Leonardo DiCaprio interpreta Edward “Teddy” Daniels.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 2003 di Dennis Lehane.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “On the nature of daylight”Max Richter (2010) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


SICARIO
Locandina del film "Sicario".

diretto da Denis Villeneuve (2015; nel 2018 è stato pubblicato il sequel SICARIO: DAY OF THE SOLDADO (SOLDADO), diretto da Stefano Sollima) – Un film molto brutale, crudo, persino spietato. Ci impone di ricordare l’esistenza dei veri criminali, quelli disposti a tutto, quelli privi di freni morali. In effetti, questa assolutezza della loro indole criminale senza riserve è la loro vera forza.

Filosoficamente parlando, possiamo dedurre l’ampiezza delle nostre possibilità (in generale, non in campo delinquenziale) se e quando il nostro volere è egualmente incondizionato, assoluto, cioè quando anche noi siamo disposti a tutto nel perseguimento di un obbiettivo.

Ogni giorno, lungo quel confine, la gente viene uccisa con la sua benedizione. Trovarlo sarebbe come scoprire un vaccino (Alejandro interpretato da Benicio del Toro in “Sicario”, 2015).

Emily Blunt interpreta Kate Macer.

Brano suggerito: “Narcos”2pac ft. Eminem -> ASCOLTA SU YOUTUBE


SLIDING DOORS
Locandina del film "Sliding Doors".

diretto da Peter Howitt (1998) – La trama di una intera vita può dipendere da una porta chiusa o aperta davanti a noi – arrivarci un istante prima (ancora aperta) oppure un istante dopo (ormai chiusa) – mentre stiamo pensando ad altro, senza minimamente immaginare le conseguenze collaterali, sulla nostra esistenza, di quella porta.

Non è solo una metafora riguardante le possibilità e il loro continuo altalenarsi (porta aperta / porta chiusa): le cose stanno effettivamente in questo modo. Ma la rilevanza della porta improvvisamente chiusa (o aperta) davanti al nostro naso ci appare interamente nel suo significato destinale solo di rado. In realtà, la nostra vita è scandita dall’apertura e chiusura di una sequenza infinita di porte, tutti i giorni, a tutte le ore. Rendersene conto è un grande esercizio filosofico.

Helen, ascolta: a volte si viene catapultati nella vita di un altro quando quello va tirato su di morale, rassicurato, e si scopre, chissà perché, di avere questo compito. Non sappiamo la ragione, ma il tuo caso è compito mio. Voglio essere sincero: ti trovo moderatamente attraente e questo rende la cosa più facile da parte mia (James Hammerton interpretato da John Hannah in “Sliding doors”, 1998)

Gwyneth Paltrow interpreta Helen Quilley.

Il film prende spunto da un’idea del regista polacco Krzysztof Kieślowski, il quale aveva trattato il tema del fato nel suo film del 1981 Blind Chance (Destino Cieco).

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Use the force”Jamiroquai (1998) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


SOLACE (Premonitions)
Locandina del film "Solace".

diretto da Afonso Poyart (2015) – Questo film presenta un bel dilemma filosofico. E’ giusto, accettabile, comprensibile uccidere esseri umani per risparmiare loro terribili sofferenze? Deve prevalere la compassione, la solidarietà, un senso di fratellanza, oppure il divieto di esercitare arbitrariamente il potere di vita e morte su altri individui?

C’è anche in ballo il tema (simile ma non uguale) dell’eutanasia e del diritto rivendicato o negato a decidere la propria morte quando le condizioni di vita diventino insostenibili e senza speranze. Tuttavia, il tema principale è proprio quello di chi si arroghi il diritto di intervenire fatalmente nelle vite altrui, con scelta consapevole, sostenendo di essere mosso solo da sentimenti autenticamente compassionevoli.

Non passione ci vuole, ma compassione, capacità cioè di estrarre dall’altro la radice prima del suo dolore e di farla propria senza esitazione (Fëdor Michajlovič Dostoevskij)

Anthony Hopkins interpreta John Clancy.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Premonitions”Vaults (2016) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


STAY (Nel labirinto della mente)
Locandina del film "Stay".

diretto da Marc Forster (2005) – Ennesima occasione cinematografica per diffidare delle apparenze e per ricordare la sconcertante fungibilità – fra loro – di realtà e fantasia. Queste due dimensioni (ma sono davvero due, distinte e separate?) non solo possono sovrapporsi e integrarsi in modo inestricabile, ma possono proprio invertirsi.

La realtà può essere fantasia e la fantasia può essere realtà. Uno dei compiti della vita filosofica è quello di accettare i limiti dei sensi e delle menti, da una parte vigilando sempre con attenzione su tutto e, dall’altra, accettando, comunque, il fatto di dovere (tutti noi) necessariamente vivere in un gigantesco inganno universale (La vita è sogno).

Sai, il giorno in cui l’ho fatto, mi sono portata due lamette nella vasca da bagno. Lo sai perché? Perché quando si perde sangue si diventa deboli, e non volevo lasciare il lavoro a metà perché mi era caduta la lametta. Riesci ad immaginarlo? Riesci ad immaginare di odiare la vita a tal punto da volere avere una lametta di riserva? (Lila Culpepper interpretata da Naomi Watts in “Stay – Nel labirinto della mente”, 2005).

Ewan McGregor interpreta Sam Foster.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Stay”Jackson Browne (1960) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


STONEHEARST ASYLUM (noto anche con il titolo ELIZA GRAVES)
Locandina del film "Stonehearst Asylum".

diretto da Brad Anderson (2014)  – La psichiatria, occupandosi di menti da essa ritenute “instabili” e il cui funzionamento viene definito “anomalo”, pone seri interrogativi di tipo filosofico. Oltre alla annosa questione su cosa (eventualmente) sia la norma e sui criteri da adottare per stabilirla (quali e quanti scostamenti dalla norma sanciscono la anormalità?), c’è il problema di chi e come possa intervenire sui corpi (detenzione o costrizione) e sulle menti (trattamenti psicologici o farmacologici) dei cosiddetti ‘pazzi’.

Sarebbe assurdo addentrarsi, in questa sede, nei meandri argomentativi di questa problematica, ma è utile, comunque, una vigile attenzione per tener presente il quadro complessivo e le domande appena accennate.

L’infelicità può anche chiarire le proprie convinzioni. All’orfanotrofio ho capito quale sarebbe stata la mia professione: lavorare con gli sventurati, i reietti e gli infelici. Per dare a queste povere anime un briciolo di gentilezza, di speranza e di tenerezza in un mondo in cui non ce n’è (Edward Newgate interpretato da Jim Sturgess in “Stonehearst Asylum”, 2014).

Kate Beckinsale interpreta Eliza Graves.

Il film è liberamente ispirato al racconto del 1845 The System of Doctor Tarr and Professor Fether (Il Sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma) di Edgar Allan Poe.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Some people are crazy”John Martyn (1980) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


SUITE FRANCAISE (Suite francese)
Locandina del film "Suite Francaise".

diretto da Saul Dibb (2014) – L’amore si sottrae (come accade, più in generale, con tutti i sentimenti) alle generalizzazioni e alle categorie imposte dai dogmi più diffusi e, quindi, più superficiali. Nella fallace e volubile dimensione umana l’amore è sorprendente, imprevedibile, irriducibile a schemi precostituiti. Infatti, l’amore non è solo gioia, esuberanza, pienezza e afflato. Esso è pure sofferenza, incomprensione e tormento. E, a volte, è tutte queste cose insieme, contemporaneamente.

Ciò dipende principalmente dagli esseri umani, i quali possono accettare la natura “rivoluzionaria” di questo ineffabile sentimento (lasciandosi trascinare dal suo impeto) oppure opporvisi, frenandolo, mitigandolo o snaturandolo.

Mio padre diceva sempre: ‘per vedere di cosa sono fatte le persone, comincia una guerra’.” (Madeleine Labarie interpretata da Ruth Wilson in “Suite francese”, 2014).

Michelle Williams interpreta Lucile Angellier.

Il film è basato sulla seconda parte dell’omonimo romanzo – pubblicato nel 2004 – di Irène Némirovsky.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “I’m free”Rael Jones (2015) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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TARDE PARA LA IRA (THE FURY OF A PATIENT MAN) (La vendetta di un uomo tranquillo)
Locandina del film "Tarde Para La Ira".

diretto da Raúl Arévalo (2016) – Si dice “la vendetta è un piatto da servire freddo”. In questo caso, il piatto è ben oltre il freddo. Infatti, il piatto della vendetta di José è (visto il tempo trascorso fra causa scatenante ed effetto vendicativo) a dir poco ghiacciato. Non a caso il titolo del film fa riferimento a “un uomo paziente”.

Questo uomo accetta, con serafica temperanza, una forzata attesa di anni, riuscendo, nel frattempo, a vestire i panni di una persona solitaria, tranquilla e riservata. Tale atteggiamento conferma uno dei tratti più importanti della nostra filosofia della CURA DI SE, cioè la capacità assoluta di autocontrollo e la piena gestione delle proprie emozioni.

La cosa più profonda nell’uomo è il desiderio di vendetta. Nessuno «digerisce» un insulto o un’umiliazione, per quanto insignificante. La vendetta è il dato basilare dell’universo morale (Emil Cioran).

Antonio de la Torre Martin interpreta José.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “The fury of a patient man”Orange Goblin (2024) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine in primo piano di Martin Scorsese in abito da sera e sorridente (“Martin Scorsese by David Shankbone” by david_shankbone is marked with CC PDM 1.0). Il film è "Taxi Driver".
Martin Scorsese [“Martin Scorsese by David Shankbone” by david_shankbone is marked with CC PDM 1.0.]

TAXI DRIVER

diretto da Martin Scorsese (1976) –  Lo sceneggiatore Paul Schrader ha dichiarato di aver preso spunto, per i principali temi di questo film, dall’esistenzialismo europeo, in particolare dalle opere letterarie francesi La Nausée (in italiano La Nausea) di Jean-Paul Sartre e L’Étranger (in italiano Lo Straniero) di Albert Camus.

Ulteriore fonte di idee è stata la vicenda di Arthur Bremer, il quale tentò nel 1972 di assassinare il candidato democratico alle Presidenziali statunitensi George Wallace. Siamo, dunque, in una dimensione di alienazione, tipica del mondo occidentale, con le sue nevrosi, paranoie e devianze. Una dimensione in cui sono annidate sfide davvero complicate per chi voglia condurre una vita filosofica.

Walt Whitman, nostro grande poeta, ha parlato per tutti noi quando ha detto: «Io sono quell’uomo, io ho sofferto, io c’ero». E oggi io dico a voi, “noi siamo il popolo, abbiamo sofferto, noi c’eravamo”. Noi, il popolo, abbiamo sofferto nel Vietnam. Noi, il popolo, abbiamo sofferto e soffriamo ancora per la disoccupazione, l’inflazione, la criminalità e la corruzione (il senatore Charles Palantine interpretato da Leonard Harris in “Taxi driver”, 1976).

Robert De Niro interpreta Travis Bickle.

Martin Scorsese, regista del film, interpreta anche il ruolo di un passeggero.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Late for the sky”Jackson Browne (1974) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


TEXAS KILLING FIELDS (Le paludi della morte)
Locandina del film "Texas Killing Fields".

diretto da Ami Canaan Mann (2011) – Le paludi e gli acquitrini in cui è ambientata questa sordida e inquietante vicenda rappresentano facilmente il pantano psichico in cui affogano le menti disturbate dei serial killer. Investigare su questi raccapriccianti personaggi richiede il pesante sacrificio di immergersi nel putridume e nel sangue, cercando possibilmente di restare “puliti” e di non farsi contaminare.

Tutto ciò assomiglia molto al compito quotidiano di chi intenda condurre un’esistenza filosofica, cioè effettuando sempre scelte consapevoli, senza arrendersi ai conformismi, in un mondo fondamentalmente marcio e squallido.

Puoi sempre vivere felice, poiché sta in te procedere lungo la retta via e agire in conformità. Due facoltà sono comuni all’anima di Dio, dell’uomo e di ogni altro essere fornito di ragione: non farsi mettere il bastone fra le ruote da nessuno e riporre il proprio bene nella volontà di agire secondo giustizia, limitando a questo il proprio desiderio (Marco Aurelio).

Sam Worthington interpreta Mike Souder.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Look on down from the bridge”Mazzy Star (1996) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE BEST OFFER (DECEPTION, nel Regno Unito) (La migliore offerta, in Italia)
Locandina del film "The Best Offer".

diretto da Giuseppe Tornatore (2013) – In questo film, il prestigioso banditore d’aste Virgil Oldman dice: “c’è sempre qualcosa di autentico in ogni contraffazione”. Il riferimento è agli oggetti d’arte (dipinti, statue, ecc.) di cui si occupa nella propria attività professionale. Ma noi, amanti della filosofia della CURA DI SE, qui cogliamo al volo l’occasione per trasporre la verità del signor Oldman (cognome assai appropriato per chi si occupa in prevalenza di cose antiche) sul piano umano: “c’è sempre qualcosa di autentico in ogni essere umano” (anche nel peggiore impostore e bugiardo).

Gli ingranaggi sono come le persone: se stanno molto tempo insieme, finiscono per assumere forme reciproche! (Robert interpretato da Jim Sturgess in “La migliore offerta”, 2013).

Geoffrey Rush interpreta Virgil Oldman.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “You get what you give”New Radicals (1998) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE BIG LEBOWSKI (Il grande Lebowski)
Locandina del film "The Big Lebowski".

diretto da Joel e Ethan Coen (1998) – Secondo quanto sostenuto da uno dei due fratelli registi (Joel) l’intento originario di questa opera cinematografica era di dar vita a una storia sul modello dei racconti dello scrittore americano Raymond Chandler. Il riferimento è allo sviluppo “chandleriano” di una trama piuttosto complicata, ma fondamentalmente poco importante, utile soprattutto come pretesto per tratteggiare il carattere dei personaggi.

A ben pensarci, questa descrizione si applica perfettamente alla vita in generale. Infatti, l’esistenza è complessa, spesso indecifrabile (trama), ma a contare davvero siamo noi con i nostri caratteri e le nostre personalità.

Con questo abbiamo concluso, è praticamente tutto. Le cose sembrano essersi messe bene per Drugo e Walter. È stata una bella storia, pulita, non vi sembra? Mi ha fatto proprio ridere. Almeno in certi punti. Peccato Donny se ne sia andato, ma d’altra parte c’è un piccolo Lebowski in arrivo. Credo sia questo il modo in cui la dannata commedia umana procede e si perpetua: di generazione in generazione la carovana diretta a Ovest attraverso il deserto, nel tempo, fino a… Ma guarda un po’: ho ricominciato a vaneggiare. Be’, spero vi siate divertiti e spero ci vedremo ancora lungo il cammino (lo Straniero interpretato da Sam Elliott in “Il grande Lebowski”, 1998).

Jeff Bridges interpreta Jeffrey “The Dude / Drugo” Lebowski.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Lookin’ out my back door”Creedence Clearwater Revival (1970) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE BLUES BROTHERS (I fratelli Blues)
Locandina del film "The Blues Brothers".

diretto da John Landis (1980; nel 1998 è stato pubblicato il sequel BLUES BROTHERS 2000 (Blues Brothers – Il mito continua) diretto ancora da John Landis, con Dan Aykroyd e John Goodman) – Anche due musicisti pazzoidi e malandrini possono essere protagonisti di una sorta di “redenzione filosofico-esistenzial-teologica” e imbarcarsi in una leggendaria “missione per conto di Dio“, cioè in uno strampalato tour musicale il cui obbiettivo è raccogliere fondi per l’orfanatrofio in cui sono cresciuti (e su cui incombe un debito consistente).

IN MISSIONE PER CONTO DI DIO

Non contano le bugie, le piccole truffe e i surreali raggiri a cui i due bricconi ricorrono, poiché si tratta di agire per una “causa superiore”. Inoltre, i due (e i loro altrettanto improbabili sodali) sono musicalmente eccellenti e innegabilmente simpatici, quindi “perdonati” già in partenza. Filosofi a modo loro, ossia in maniera totalmente non intellettualistica e non teorizzante. Insomma, quella dei due birbanti è una filosofia quotidiana, alla portata di tutti gli uomini di buona volontà, ai quali ultimi si raccomanda qualche sfracello in meno lungo il percorso della vita.

IL SERMONE DEL REVERENDO CLEOPHUS JAMES

Al mio risveglio stamattina, ho udito uno strano rumore. Sapete cos’era? Lo scampanellio di migliaia di anime perdute. E sto parlando delle anime di donne e di uomini dipartiti da questa vita. Sono anime perdute e tormentate. Vagano invisibili sulla terra, cercando la luce divina e ormai non la troveranno, perché ormai è troppo tardi, troppo tardi, sì! Troppo tardi per vedere di nuovo la luce da loro non seguita a suo tempo! Fratelli, io vi dico, non vi perdete quando arriva la vostra ora, perché il giorno del Signore arriva come un ladro nella notte. Eeeeee… Amen! (il reverendo Cleophus James interpretato da James Brown in “The Blues Brothers – I fratelli Blues”, 1980).

John Belushi interpreta “Joliet” Jake Blues.

Dan Aykroyd interpreta Elwood Blues.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Minnie the moocher”Cab Calloway (1931) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE BRAVE ONE (Il buio nell’anima)
Locandina del film "The Brave One".

diretto da Neil Jordan (2007) – Il titolo in inglese è connotato positivamente (La Coraggiosa) mentre il titolo in italiano ha connotazioni decisamente più cupe e negative (Il buio nell’anima). Vista la vicenda – una conduttrice radiofonica si trasforma in giustiziera dopo aver subito una malvagia aggressione in cui viene ucciso il suo partner – il titolo italiano appare comunque appropriato.

Trasformarsi in killer significa ottenere vendetta (se tutto procede secondo i piani), ma, in ultima analisi, significa dare ragione agli aggressori, piegandosi alla loro violenta logica (diventando come loro o persino peggio di loro). E’ un discorso difficile, perché predicare il distacco a chi ha subito il male estremo è una faccenda oltremodo complicata. Tuttavia, una vita filosofica (ogni vita filosofica) non è mai comoda né facile.

Quando ami una cosa, quando ne perdi una piccola parte perdi un pezzo di te stesso” (Erica Bain interpretata da Jodie Foster in “Il buio nell’anima”, 2007).

Terrence Howard interpreta il detective Sean Mercer.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Brave”Sara Bareilles (2013) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE BURNING PLAIN (Il confine della solitudine)
Locandina del film "The Burning Plain".

diretto da Guillermo Arriaga (2008) – Le azioni umane sono soggette a mille possibilità di fallimento. Sono anche soggette ad andare molto al di là dei loro obbiettivi, cioè a trascendere in modi inimmaginabili, finendo con lo scatenare reazioni a catena e conseguenze collaterali il cui approdo finale è totalmente non nella nostra disponibilità e fuori dalla portata di qualsiasi previsione.

Questa legge della realtà (la legge dell’inatteso, del sorprendente, del caso) deve essere tenuta in gran conto da tutti, in particolare da chi si prefigge una condotta di vita filosofica (cioè il più possibile vigile, attenta e consapevole).

La vita è una serie di cambiamenti spontanei e naturali. Non opporre loro resistenza: questo crea solo dispiacere. Lascia la realtà essere realtà. Lascia scorrere le cose naturalmente in avanti in qualsiasi modo loro piaccia (Lao Tze).

Charlize Theron interpreta Sylvia / Mariana.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “The burning plain score”Hans Zimmer & Omar Rodriguez-Lopez (2008) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE CAPTIVE (noto anche come QUEEN OF THE NIGHT oppure CAPTIVES) (Scomparsa)
Locandina (recante il nome originale) del film "The Captive".

diretto da Atom Egoyan (2014) – E’ la storia di un padre colpevolizzato (da sé stesso e dalla moglie) per aver subito il rapimento della figlia di nove anni. In effetti, lui ha qualche responsabilità poiché lascia la bimba, in auto, da sola, mentre effettua un veloce acquisto in un negozio lungo la strada verso casa. Trascorrono anni di tormento e di ossessione (soprattutto per lo sventurato genitore) prima del lieto fine dopo una spasmodica ricerca della ragazzina, nel frattempo cresciuta.

Per noi è ammirevole la sopportazione “stoica” mostrata dall’uomo, unita alla sua determinazione caratteriale e alla sua dedizione alla missione paterna. Molti paesaggi nevosi del Canada esaltano visivamente il ‘candore’ del padre.

A volte l’unico modo per trovare l’ago nel pagliaio è togliere una pagliuzza alla volta (l’agente Nicole Dunlop interpretata da Rosario Dawson in “The captive – Scomparsa”, 2014).

Ryan Reynolds interpreta Matthew Lane.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Captive”Sarah McLachlan -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE COMMUTER (L’uomo sul treno)
Locandina del film "The Commuter".

diretto da Jaume Collet-Serra (2018) – Il protagonista del film accetta – su un treno di pendolari – una sfida molto simile a uno scherzo. Lo fa un po’ per curiosità un po’ perché ha perso il lavoro e, quindi, si trova in uno stato mentale piuttosto “particolare”.

Quello di accettare sfide insolite e con conseguenze collaterali imprevedibili è un tema ampiamente incluso nella nostra filosofia: la vita dovrebbe essere fatta anche di confronti con sé stessi e con imprese impegnative (soprattutto se assolutamente inattese). Nel cinema e nella letteratura ci sono innumerevoli esempi di situazioni estreme nelle quali i protagonisti precipitano senza alcun preavviso. E’ un tema frequentatissimo poiché insidia le precarie certezze delle nostre abitudini quotidiane, spesso rivelando la nostra più autentica natura.

La sfida non attende. La vita non guarda indietro. Una settimana è un periodo sufficiente per decidere se vogliamo accettare il nostro destino (Paulo Coelho).

Liam Neeson interpreta Michael MacCauley.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Yours truly, the commuter”Jason Lytle (2009) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE CROW (Il corvo)
Locandina del film "The Crow".

diretto da Alex Proyas (1994) – C’è uno stupefacente contrasto fra il carattere fumettistico – surreale, immaginifico, trasognato – della romantica vicenda narrata nel film (basata, infatti, su un fumetto) e la cruda realtà di quanto accaduto all’attore protagonista durante le riprese finali della pellicola. Come è noto, Brandon Lee viene ucciso sul set a causa di un errore nell’utilizzo della pistola di scena.

Tra l’altro, la trama è imperniata sulla metafisica forza dell’amore. Una forza grazie a cui il protagonista resuscita per fare giustizia del proprio assassinio e di quello della sua partner. Come sappiamo, l’attore principale non è risorto (nel mondo reale), ma ora ha una ‘nuova vita’ come mito immortale associato a questo film. Qualcosa del genere era già accaduto al padre Bruce Lee, anch’egli morto giovane, all’età di 32 anni, e diventato a sua volta mito del cinema e delle arti marziali.

A un uomo viene un’idea. L’idea conquista altri, altri come lui. L’idea si diffonde, l’idea si trasforma in istituzione. Ma quale è l’idea?!? Questa domanda mi ha tormentato! Posso solo dirvi: ‘quando ho capito, un sorriso mi si è stampato sul volto’. Vedete, signori: l’avidità è una cosa da dilettanti; il disordine, il caos, l’anarchia, là è la vera grandezza (Top Dollar interpretato da Michael Wincott in “Il corvo – The crow”, 1994).

Brandon Lee interpreta Eric Draven / The Crow.

Il film è basato sull’omonimo fumetto di James O’Barr.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Big empty”Stone Temple Pilots (1994) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE CURIOUS CASE OF BENJAMIN BUTTON (Il curioso caso di Benjamin Button)
Locandina del film "The Curious Case Of Benjamin Button".

diretto da David Fincher (2008) – Il tempo – il concetto di tempo – è al centro di questa vicenda sul cui sfondo c’è uno strano orologio in cui il tempo, appunto, scorre al contrario. L’orologio è stato così concepito da un orologiaio cieco il quale intendeva commemorare le vittime della Prima Guerra mondiale (fra loro: il figlio dell’orologiaio). Il tempo scorre al contrario anche per Benjamin Button, nato “bambino anziano” il giorno 11 novembre 1918. Dal nostro punto di vista – filosofico – il film è un ottimo spunto proprio per meditare sul tempo, sulle apparenze del tempo e sulla caducità delle cose.

Per quanto vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere chi vuoi essere. Non c’è limite di tempo, comincia quando vuoi, puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo. Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio, spero tu viva tutto al meglio, possa vedere cose sorprendenti, possa avere emozioni sempre nuove, possa incontrare gente con punti di vista diversi, possa essere orgogliosa della tua vita e se ti accorgi di non esserlo, spero tu trovi la forza di ricominciare da zero (Benjamin Button interpretato da Brad Pitt in “Il curioso caso di Benjamin Button”, 2008).

Cate Blanchett interpreta Daisy Fuller.

Il film è liberamente basato sull’omonimo racconto del 1922 di F. Scott Fitzgerald.

Sul tema del tempo si veda anche In Time.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Curious”Franz Ferdinand (2022) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE DEER HUNTER (Il cacciatore)
Locandina (britannica) del film "The Deer Hunter".

diretto da Michael Cimino (1978) – Un assoluto classico del cinema, dedicato alle brutture di una guerra (quella del Vietnam) poi denunciata nella sua follia in decine di altre successive pellicole (si veda, per esempio, Apocalypse Now).

Sarebbe bello prendere a pretesto le orribili pressioni a cui sono sottoposti i combattenti per rivendicare il valore di una profonda formazione filosofica come difesa personale per limitare le conseguenze collaterali delle torture psicologiche (vedi la famosissima sequenza della roulette russa). Ma, a esser sinceri, bisognerebbe essere supereroi o santi per sopportare certe cose. In ogni caso, una seria e profonda preparazione filosofica dovrebbe sempre porsi obbiettivi molto ambiziosi (come quello di far sopportare qualsiasi cosa) e noi ne dovremmo essere consapevoli.

Uccidere o morire in montagna o nel Vietnam è esattamente la stessa cosa, ma deve succedere lealmente (Michael “Mike” Vronsky interpretato da Robert De Niro in “Il cacciatore”, 1978).

Christopher Walken interpreta Nikanor “Nick” Chevatorevich.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Cavatina”John Williams -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE EMPEROR’S CLUB (Il club degli imperatori)
Locandina del film "The Emperor's Club".

diretto da Michael Hoffman (2001) – Sono molteplici i temi d’interesse filosofico offerti da questa ottima pellicola cinematografica. Citandone alcuni: il valore della formazione negli anni della crescita (quindi l’importanza di un maestro dotato di preparazione culturale, ma anche di spessore umano), il destino e l’implacabile trascorrere del tempo (con le loro trame costantemente imprevedibili), il valore di una vita nella sua intera durata (valore non determinabile da un singolo fallimento né da un solitario successo).

Come il saggio Aristofane scrisse una volta, tradotto grossolanamente: <la gioventù invecchia, l’immaturità si perde via via, l’ignoranza può diventare istruzione e l’ubriachezza sobrietà, ma la stupidità… dura per sempre> (William Hundert interpretato da Kevin Cline in “Il club degli imperatori”, 2001).

Emile Hirsch interpreta Sedgewick Bell.

Il film è basato sul racconto breve “The Palace Thief” di Ethan Canin.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “The emperor’s new clothes”Elton John (2001) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE EQUALIZER (Il vendicatore)
Locandina del film "The Equalizer".

diretto da Antoine Fuqua (2014; nel 2018 è stato pubblicato il sequel THE EQUALIZER II ancora diretto da Fuqua) – Se invochi la pioggia, sai di dover mettere in conto anche il fango”. L’aforisma (pronunciato dal protagonista) dice molto del film e della vita.

Robert McCall (interpretato da Denzel Washington) compie la totalizzante e radicale scelta di metter da parte la propria vita, relativamente tranquilla e ordinaria, allo scopo di difendere una ragazza avviata forzosamente alla prostituzione dalla mafia russa. Una volta in ballo, Robert McCall (ex marine ed ex agente dell’intelligence) deve ballare anche le danze meno piacevoli e, soprattutto, non scelte da lui.

Chloë Grace Moretz interpreta Teri.

Il film è liberamente basato sulla omonima serie tv degli Anni ’80.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Jump into the fire”Harry Nilsson (1971) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE EXORCIST (L’esorcista)
Locandina (di Bill Gold) del film "The Exorcist".

diretto da William Friedkin (1973; nel 1977 è stato pubblicato il sequel EXORCIST II: THE HERETIC (L’Esorcista II – L’Eretico) diretto da John Boorman; nel 1990 è stato pubblicato THE EXORCIST III (L’Esorcista III) diretto da William Peter Blatty) – Possiamo considerare la lotta contro il Male posta in essere da un esorcista come un’efficace rappresentazione della quotidiana lotta (faticosa e coinvolgente) a cui sono chiamati quanti scelgono di condurre una vita filosofica.

Occorrono una determinazione inflessibile, una forza di volontà granitica, una notevole dose di coraggio, un bagaglio di principi netti, chiari e inequivocabili (ethos). Poi ci sono anche svariati protocolli da rispettare, alcune liturgie da seguire e diverse procedure da condurre, perché la vita filosofica è fatta pure di momenti e pratiche simboliche.

Non esistono gli esperti. Probabilmente lei si intende di possessione come qualsiasi prete. Senta, sua figlia non dice di essere un demone, ma dice di essere il Diavolo in persona. Se lei avesse visto tanti psicopatici come me, saprebbe come ciò equivalga a dire di essere Napoleone Bonaparte. Lei vuol sapere cosa penso sia meglio fare per sua figlia: sei mesi, in osservazione, nel miglior ospedale (padre Damien Karras interpretato da Jason Miller in “L’esorcista”, 1973).

Linda Blair interpreta Regan MacNeil.

La sceneggiatura del film è stata scritta da William Peter Blatty ed è basata sul suo omonimo romanzo del 1971.

Brano suggerito (in parte nella colonna sonora): “Tubular bells”Mike Oldfield (1973) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE FAMILY MAN
Locandina del film "The Family Man".

diretto da Brett Ratner (2000) – Non saranno mai abbastanza i film capaci di mettere in scena con sublime efficacia le infinite possibilità dell’esistenza umana. Perché solo i film (grazie alla condensazione dei tempi permessa dalla finzione) riescono a rappresentare con la massima proficuità i milioni di bivi di fronte a cui ci troviamo a tutte le ore di tutti i nostri giorni.

La cosa su cui dovremmo riflettere filosoficamente è piuttosto semplice: uno solo di quegli incroci è sufficiente a fare la differenza (a determinare il corso della vita), figuriamoci la somma di tutti.

Vuoi fare qualcosa di grandioso Jack? Al diavolo il progetto. Cominciamo la nostra vita IN QUESTO MOMENTO, oggi. Insomma, non ho idea di come sarà questa vita ma noi due ne faremo parte. E io scelgo NOI. Il progetto non ci rende grandiosi, Jack. Quanto abbiano insieme ci fa essere grandiosi (Kate Reynolds interpretata da Téa Leoni in “The family man”, 2000).

Nicolas Cage interpreta Jack Campbell.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “One”U2 (1992) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE GENERAL’S DAUGHTER (La figlia del generale)
Locandina del film "The General's Daughter".

diretto da Simon West (1999) – La vita militare è un contesto di altissimo rilievo per chi voglia mettere alla prova le proprie capacità (abilità tecniche, competenze organizzative, solidità di carattere, ecc.).

Per quanto riguarda il nostro specifico campo di interesse (lo stile di vita filosofico), l’ambito militaresco rappresenta una situazione particolarmente efficace in cui testare la propria filosofia di vita: capacità di sopportazione, tenuta psicologica e caratteriale, accentuata adattabilità e resilienza.

Lo spirito militare si compone di tre semplici elementi: ubbidienza, lavoro e coraggio (Mario Vargas Llosa).

John Travolta interpreta Paul Brenner.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1992 di Nelson DeMille.

Brano suggerito (non nella colonna sonorta): “The general”Guns N’ Roses (2023) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE GIRL ON THE TRAIN (La ragazza del treno)
Locandina del film "The Girl On The Train".

diretto da Tate Taylor (2016) – La tagline del film recita: “Di chi puoi avere fiducia quando non hai fiducia in te stesso?”. Questo interrogativo è cruciale per la nostra filosofia socratica della CURA DI SE: l’autentica percezione di sé è un caposaldo del carattere ed è essenziale per difendere la propria natura dalle influenze del mondo e degli altri umani.

Naturalmente, l’autostima non ha niente da spartire con derive narcisistiche, egolatria e alti concetti di sé. Anzi, nell’autostima devono essere contenute umiltà, apertura, curiosità e sobrietà. Ciò detto, il film tratta anche gli stati di alterazione (in questo caso da abuso di sostanze alcoliche): condizioni da cui rifuggire perché gravemente in contraddizione con uno stile di vita filosofico basato sulla vigilanza costante e sulla lucidità di pensiero.

Guardavo spesso quella coppia perfetta. Erano l’incarnazione del vero amore (Rachel Watson interpretata da Emily Blunt in “La ragazza del treno”, 2016).

Justin Theroux interpreta Tom Watson.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 2015 di Paula Hawkins.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Girl on a train”Skizzy Mars (2016) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE GRADUATE (Il laureato)
Locandina del film "The Graduate".

diretto da Mike Nichols (1967) – La giovane età è un periodo piuttosto ambiguo per la nostra filosofia della CURA DI SE. Da una parte, il buon senso suggerirebbe una certa indulgenza (in quella fase della formazione personale) e l’accettazione di qualche comportamento esuberante, persino inavveduto e irrazionale. D’altra parte, non solo c’è il rischio di azioni con conseguenze collaterali irreversibili da parte di giovani particolarmente scapestrati (azioni il cui prezzo sarebbe da loro pagato per il resto della vita, ossia quando non sono più giovani), ma anche l’instaurarsi di abitudini pessime e difficili, poi, da scardinare.

Ecco perché i giovani dovrebbero essere sempre accompagnati nel percorso di formazione da maestri o saggi, capaci di individuare un punto di equilibrio fra le due istanze. I genitori non sono in grado di effettuare questo complesso lavoro di tutoraggio: quasi sempre cadono in uno dei due eccessi combinando diversi danni.

Vedi, è come se partecipassi a un gioco con delle regole per me senza senso… perché le hanno fatte persone sbagliate. No anzi… non le fa nessuno, sembra quasi si facciano da loro stesse (Benjamin “Ben” Braddock interpretato da Dustin Hoffman in “Il laureato”, 1967).

Anne Bancroft interpreta la signora Robinson.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1963 di Charles Webb.

Brano suggerito (nella colonna sonora del film): Mrs. Robinson scritto da Paul Simon ed eseguito dal duo Simon & Garfunkel (1968) – ASCOLTA SU YOUTUBE.


THE GREAT GATSBY (Il grande Gatsby)
Locandina del film "The Great Gatsby".

diretto da Baz Lurhmann (2013) – Tutte le cose preziose e brillanti sfumano via tanto presto. E non tornano più”. Di fronte alle provvisorietà e precarietà della vita, incontriamo quasi sempre due atteggiamenti opposti (ed entrambi esagerati). Da una parte, una condotta sfrontata, rischiosamente avventurosa, cioè una sorta di sfacciata sfida alla morte. Dall’altra, una timidezza, una ritrosia e una paura di tutte le cose e di tutte le faccende del mondo, ossia una vera e propria rinuncia alla vita.

Ovviamente, la soluzione ideale sarebbe costituita dall’individuazione di un punto d’equilibrio fra i due eccessi (operazione difficile e scomoda). Noi, comunque, preferiamo una certa tendenza al rischio e alla sfida. Lo facciamo riconoscendo e accettando la nostra natura mortale. Insomma, è sempre meglio morire da vivi, piuttosto di arrivare all’ultimo giorno già “morti” (nell’anima) da un bel pezzo.

Il suo sorriso era uno di quei rari sorrisi in cui capita di imbattersi quattro o cinque volte nella vita. Pareva comprenderti e credere in te tanto quanto tu vorresti essere compreso e ispirare fiducia (Nick Carraway interpretato da Tobey Maguire in “Il grande Gatsby”, 2013).

Leonardo DiCaprio interpreta James Gatz / Jay Gatsby.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1925 di F. Scott Fitzgerald.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Young and beautiful”Lana Del Rey (2013) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE GREEN MILE (Il miglio verde)
Locandina del film "The Green Mile".

diretto da Frank Darabont (1999) – Sappiamo davvero poco, pochissimo, delle magnifiche potenzialità della nostra mente. Tra l’altro, questa nostra mente è stata deviata, già da millenni, quindi portata assai lontano dal suo naturale sviluppo. La deviazione ha avuto luogo con la nascita del linguaggio, con la separazione delle cose fra loro e da noi, con la nascita della cosiddetta coscienza individuale.

Ogni tanto, però, anche le nostre menti abusate, deturpate e mortificate, hanno sprazzi di reale potenza e di reale connessione con l’immensa profondità del reale (vedi il personaggio John Coffey interpretato da Michael Clarke Duncan).

Se un uomo si pente veramente degli errori commessi può ottenere di tornare al tempo più felice per lui e viverci per sempre? Può essere così il paradiso? (Arlen Bitterbuck interpretato da Graham Greene in “Il miglio verde”, 1999).

Tom Hanks interpreta Paul Edgecomb in età adulta.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1996 di Stephen King.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Country mile”U2 (2024) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE GREY
Locandina del film "The Grey".

diretto da Joe Carnahan (2012) – Vediamo decine (anzi, centinaia) di film appartenenti al genere “survival” (sopravvivenza), tuttavia situazioni veramente estreme si verificano piuttosto raramente nelle nostre reali esistenze (in prevalenza ordinarie). E’ così: siamo decisamente attratti e affascinati da circostanze in cui si evocano scenari primitivi, ancestrali, quando eravamo come gli altri animali e dovevamo conquistarci la sopravvivenza giorno per giorno.

Mi lascio vivere come immagino facciano i dannati, come un’anima in pena, e mi sembra sia solo una questione di tempo, non so perché scrivo, non so a cosa possa servire, so solo di non poter riaverti, perché è successo proprio a noi? (John Ottway interpretato da Liam Neeson in “The grey”, 2012).

Questi film servono a ricordarci la natura più feroce della vita, suggerendoci di accettare qualche rischio in più nella nostra avventura terrena. Magari non un rischio di carattere fisico, ma almeno un rischio di tipo esistenziale (insomma: mettersi in gioco).

Liam Neeson interpreta John Ottway.

Il film è basato sul racconto breve “Ghost Walker” di Ian MacKenzie Jeffers, il quale è anche co-sceneggiatore del film.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Touch of grey”Greateful Dead (1987) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE HUNT FOR RED OCTOBER (Caccia a ottobre rosso)
Locandina del film "The Hunt For Red October".

diretto da John McTiernan (1990) – Le responsabilità e gli impegni di un comandante di sottomarino sono già – in condizioni normali – di altissimo livello. Se, poi, questo comandante decide di rispondere a una invocazione della propria coscienza e di compiere una scelta politica, militare e, quindi, di vita, allora siamo di fronte a una situazione in cui la tensione psicologica (ed esistenziale) potrebbe risultare insostenibile alla gran parte degli esseri umani.

Ecco, quindi, entrare in gioco fattori formativi e di addestramento senza cui sarebbe impossibile imbarcarsi in una avventura tanto coinvolgente e totalizzante.

Io sono un uomo politico; questo vuol dire bugiardo e truffatore. Quando mi chino a baciare i bambini rubo loro le caramelle. Ma mi lascio pure tutte le porte aperte” (Jeffrey Pelt interpretato da Richard Jordan in “Caccia a ottobre rosso”, 1990.

Sean Connery interpreta Marko Ramius.

Il film è un adattamento dall’omonimo romanzo del 1984 di Tom Clancy.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “October song”Amy Winehouse (2003) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE INTERNSHIP (Gli stagisti)
Locandina del film "The Internship".

diretto da Shawn Levy (2013) – Il film torna sul ricorrente motivo della ‘risolutezza di carattere’ capace di piegare ogni pronostico negativo. La testa dura, la tenacia, la fierezza e la capacità di gettare il cuore oltre l’ostacolo, possono ribaltare ogni normale previsione.

Questo è un bellissimo tema della nostra filosofia di vita: la prescrizione assoluta a “credere sempre in quanto si fa”, fino in fondo. I fatti dimostrano, più volte di quanto pensiamo, come l’entusiasmo, la forza di volontà e la passione possano superare “competitors” dotati anche di maggiori abilità tecniche e di più conoscenze. In questo caso specifico, anche l’esperienza dei due protagonisti ha la meglio sulla inesperienza dei più giovani competitors.

Non ti arrendere mai. Di solito la porta si apre con l’ultima chiave del mazzo (Paulo Coelho).

Owen Wilson interpreta Nicholas “Nick” Campbell.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Don’t give up”Peter Gabriel ft. Kate Bush (1986) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE LAST TEMPTATION OF CHRIST (L’ultima tentazione di Cristo)
Locandina del film "The Last Temptation Of Christ".

diretto da Martin Scorsese (1988) – Per noi umili mortali può risultare piuttosto consolante la rappresentazione di Gesù mondanamente preda di tentazioni, dubbi, angosce, paure, ritrosie. Il senso potrebbe riguardare l’assoluta necessità, per chiunque (anche per il figlio di Dio), di fronteggiare le tentazioni della condizione terrena, legata inesorabilmente alle esigenze del corpo e alla fallacia della mente.

La vita spirituale e la vita filosofica (due forme di esistenza molto simili, se non uguali) sono tali proprio perché adottano un certo tipo di atteggiamento dinanzi alle tentazioni della carne e della mente. Non si tratta di eliminare (è impossibile) il subdolo attacco perpetrato dalle tentazioni, ma di rispondere a esso in una precisa maniera, ossia in modo distaccato, misurato, consapevole, attento e persino ironico.

Vedi, una cosa è voler cambiare il modo di vivere della gente, ma tu vuoi cambiare il loro modo di pensare e di sentire (Ponzio Pilato interpretato da David Bowie in “L’ultima tentazione di Cristo”, 1988).

Willem Dafoe interpreta Gesù.

Il film è un adattamento dell’omonimo romanzo del 1955 di Nikos Kazantzakis.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Passion”Peter Gabriel (1989) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE LAKE HOUSE (La casa sul lago del tempo)
Locandina del film "The Lake House".

diretto da Alejandro Agresti (2006; nel 2000 era stato pubblicato un film sudcoreano intitolato SI-WOR-AE – Il Mare, in cui la casa dove è ambientata la trama è vicina al mare e non su un lago – diretto da Hyun-seung Lee, di cui questo The Lake House è un remake) – L’unico punto di contatto fra un uomo e una donna – protagonisti di questo film – è il fatto di aver abitato nella stessa casa sul lago, ma in due momenti diversi nel tempo.

Una fessura spazio-temporale (tema caro alla letteratura di fantascienza, ma anche alla metafisica) mette in corrispondenza epistolare i due soggetti. A noi resta il compito di interrogarci sull’apparenza di queste due dimensioni (appunto, spazio e tempo) e su quanto potrebbe essere facile romperne gli schemi e i conseguenti limiti (senza essere maghi).

L’unico uomo con il quale tempo fa stavo mi voleva sposare; l’ho respinto, in sostanza sono fuggita. Allo stesso tempo, l’unico uomo con il quale non potrò mai incontrarmi, lui è quello al quale vorrei dare il mio cuore (la dottoressa Kate Forster interpretata da Sandra Bullock in “La casa sul lago del tempo”, 2006).

Keanu Reeves interpreta Alex Wyler.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “This never happened before”Paul McCartney (2005) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THELMA & LOUISE
Locandina del film "Thelma & Louise".

diretto da Ridley Scott (1991) – Il film affronta il tema della libertà intesa sia in modo assoluto sia relativamente ai costumi, alle convenzioni sociali e alle abitudini. Le due protagoniste inseguono questo sogno di libertà (è sempre solo un sogno perché è impossibile essere davvero liberi rispetto all’ambiente in cui si vive). Quando poi rischiano di perdere ogni libertà a causa dell’incombente condanna alla prigione, preferiscono gettarsi con l’auto da un dirupo e farla finita.

E’ anche questa una scelta filosofica (molto seria, ovviamente). Ma noi preferiamo una più pratica saggezza con cui affrontare anche il carcere (e restare vivi). Una saggezza filosofica, soprattutto, capace di non far precipitare la vita fino alla imminente prospettiva di finire dietro le sbarre come conseguenza di azioni eccessivamente avventate.

Agente, lei non sa quanto mi dispiace. Lasci stare quel microfono. Senta, le chiedo veramente scusa, ma le spiace mettere le mani sul volante? Vede, se parla con il comando lo scoprirebbe: siamo ricercate in due Stati, e, inoltre, siamo anche armate e pericolose, be’, perlomeno io, e i nostri piani andrebbero a farsi fottere. Louise, prendigli la pistola. Prendigli la pistola! È proprio lì (Thelma Yvonne Dickinson [puntando la pistola all’agente] interpretata da Geena Davis in “Thelma & Louise”, 1991).

Susan Sarandon interpreta Louise Sawyer.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Part of me, part of you”Glenn Frey (1991) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE MAN IN THE IRON MASK (La maschera di ferro)
Locandina del film "The Man In The Iron Mask".

diretto da Randal Wallace (1998) – In questa pellicola cinematografica Leonardo Di Caprio riesce a interpretare, con la stessa credibilità, il ruolo di un re e quello di un delinquente. Magari, qualcuno di noi – non in un film ma nella vita reale – potrebbe riuscire a sdoppiarsi in due figure sociali molto diverse, persino totalmente divergenti.

Filosoficamente parlando, siamo al cospetto dell’intricata questione dell’identità: chi siamo davvero, chi vorremmo essere e chi gli altri credono noi siamo?

Ho peccato contro l’amore e contro Dio e brucerò all’inferno… e anche voi (Christine Bellefort interpretata da Judith Godrèche in “La maschera di ferro”, 1998).

Leonardo DiCaprio interpreta Philippe Bourbon / Re Luigi XIV.

Il film presenta i personaggi creati da Alexandre Dumas (padre) nei suoi tre romanzi dedicati al moschettiere d’Artagnan ed è liberamente ispirato al terzo di questi: Le Vicomte de Bragelonne, ou Dix ans plus tard (Il visconte di Bragelonne); gli altri due sono Les Trois Mousquetaires (I tre moschettieri) e Vingt ans après (Vent’anni dopo).

Non si può non citare il cast davvero ‘stellare’ in cui ci sono, oltre a Leonardo Di Caprio: Jeremy Irons nel ruolo di AramisJohn Malkovich nei panni di AthosGérard Depardieu come Porthos e Gabriel Byrne interprete di D’Artagnan.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Wasted years”Iron Maiden (1986) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE MAN WITHOUT A FACE (L’uomo senza volto)
Locandina del film "The Man Without A Face".

diretto da Mel Gibson (1993) – Il tema centrale di questo film è lo stesso di quello sviluppato, un anno prima (1992) in Scent of a Woman – Profumo di Donna, diretto da Martin Brest, e, qualche anno dopo (2000), in Finding Forrester (Scoprendo Forrester) diretto da Gus Van Sant. Si tratta del fecondo rapporto di sincera e profonda amicizia fra un adulto (nel ruolo di mentore, maestro, consigliere) e un ragazzo chiamato ad affrontare la prima importante prova per il suo ingresso nella vita adulta (in questo caso il test d’ingresso all’accademia militare).

Questo importante argomento rimanda al testo filosofico Alcibiade di Platone, ripreso magistralmente da Michel Foucault nel suo L’ermeneutica del soggetto.

Nel mio sogno c’era sempre un volto (ma non riuscivo a vederlo) del quale sentivo la mancanza, laggiù oltre quel muro di folla … Ma adesso davanti a me vedo sempre un volto, laggiù oltre il muro di fondo (Charles “Chuck” E. Norstadt interpretato da Nick Stahl in “L’uomo senza volto”, 1993).

Mel Gibson interpreta Justin McLeod.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1972 di Isabelle Holland.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Eyes without a face”Billy Idol (1984) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE MATRIX
Locandina del film "The Matrix".

diretto da Lana e Lilly Wachowski (1999; nel 2003 sono stati pubblicati i sequels THE MATRIX RELOADED (Matrix Reloaded) e THE MATRIX REVOLUTIONS (Matrix Revolutions) firmati ancora dal duo Wachowski; alla fine del 2021 è stato pubblicato THE MATRIX RESURRECTIONS (Matrix Resurrections) firmato solo da Lana Wachowski) –

Noi chiamiamo “realtà” (implicando in questo termine una certa oggettività) l’accettazione interiore, continua e ininterrotta, di percezioni provenienti dai nostri sensi (quindi una cosa eminentemente soggettiva). Se ciò, più nel dettaglio, significhi una interazione fra i nostri sensi e qualcosa di esistente indipendentemente dai nostri sensi (fuori dalla nostra coscienza) è tutto da vedere.

In questo caso, sarebbe interessante capire se e come conoscere la realtà a noi esterna in modo non dipendente dai nostri sensi.

Una volta svelata per come è oggettivamente, la realtà potrebbe apparirci molto diversa (ma pure identica) rispetto a quella fino ad allora offertaci dai nostri sensi. Insomma, lo hanno detto in molti: la vita è sogno, illusione, apparenza, matrix.

Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà? (Morpheus interpretato da Laurence Fishburne in “The Matrix”, 1999).

Keanu Reeves interpreta Thomas Anderson/Neo.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Bad blood”Ministry (1999) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE MILLION DOLLAR HOTEL
Locandina del film "The Million Dollar Hotel".

diretto da Wim Wenders (2000) – Wow, dopo essermi lanciato, ho realizzato come la vita sia perfetta, la cosa migliore. E’ piena di magia, bellezza, opportunità, e poi di televisione, e di sorprese, tante sorprese, sì. E poi c’è questo: tutti la desiderano, ma tutti la sentono davvero solo dopo la fine. Tutto ciò mi ha proprio colpito. Sì, insomma, quanto sto affermando non si vede chiaramente quando sei… bè quando sei vivo”.

Il suicidio è un tema certamente delicato e controverso. Per alcune forme di filosofia, come lo stoicismo storico, si trattava di un gesto – in diverse circostanze – persino nobile e dovuto. Una dimostrazione di fierezza. E anche un modo di scegliere in prima persona luogo, data e modalità della propria dipartita.

Sapete, tutto sta nel credere. E se noi crediamo fermamente in una cosa, allora quella cosa è vera. E se tanti altri credono nella stessa cosa, allora quella, è la realtà! (Dixie interpretato da Peter Stormare in “The million dollar hotel”, 2000).

Jeremy Davies interpreta Tom Tom.

Il film è basato su un soggetto di Bono e Nicholas Klein.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “The ground beneath her feet”U2 (2000) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE NAME OF THE ROSE (Il nome della rosa)
Locandina del film "The Name Of The Rose".

diretto da Jean-Jacques Annaud (1986) – La figura del personaggio principale di questo film, Guglielmo di Baskerville (non realmente esistito), porta molte ispirazioni a chi voglia condurre una vita filosofica e cerchi altri punti di riferimento oltre i maggiori pensatori della Grecia antica e della Roma imperiale.

Questo ben tratteggiato personaggio fa dell’introspezione, della temperanza, dell’attenzione e della calma i suoi punti di forza, in un contesto complicato, intricato, cupamente misterioso.

Lo ripeto ancora oggi a me stesso: la mia scelta fu buona e feci bene a seguire il mio maestro. Quando infine ci separammo, egli mi fece dono delle sue lenti, poi mi abbracciò con la tenerezza di un padre e mi disse: <Tu hai vissuto in questi giorni, mio povero ragazzo, una serie di avvenimenti in cui ogni retta regola sembrava essersi sciolta, ma l’Anticristo può nascere persino dalla pietà, dall’eccessivo amor di Dio o della Verità, come l’eretico nasce dal santo e l’indemoniato dal veggente. La verità si manifesta a tratti anche negli errori del mondo, così dobbiamo decifrarne i segni anche là dove ci appaiono oscuri e intessuti di una volontà del tutto intesa al male> (Adso da Melk interpretato da Christian Slater in “Il nome della rosa”, 1986).

Sean Connery interpreta Guglielmo da Baskerville.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1980 di Umberto Eco.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Veni sancte spiritus”James Horner (1986) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE OTHERS
Locandina del film "The Others".

diretto da Alejandro Amenabar (2001) – In questo film Mrs. Mills (interpretata da Fionnula Flanagan), a un certo punto dice: “talvolta il mondo dei vivi si mescola con quello dei morti”. Senza trascendere in discorsi troppo in bilico fra magia e misticismo, è sufficiente qui ricordare la nostra visione della realtà come unità onnicomprensiva e come compenetrazione ininterrotta fra tutte le cose nonché fra dimensioni usualmente considerate separate e non comunicanti.

La mente umana, a causa del linguaggio (con la sua necessità di separare concettualmente ogni cosa da tutto il resto) ha operato una “singolarizzazione” e parcellizzazione laddove, invece, c’è un continuum.

Lo dice anche nostra madre: tutte le storie sui fantasmi sono sciocchezze. Poi però vuole farci credere quanto è scritto nella Bibbia (Anne Stewart interpretata da Alakina Mann in “The Others”, 2001).

Nicole Kidman interpreta Grace Stewart.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “The others”Rendez-Vous (2014) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE PARTY (Hollywood Party)
Locandina del film "Hollywood Party" (THE PARTY).

diretto da Blake Edwards (1968) – Un candore all’ennesima potenza è espresso in tutta la sua simpatia dal goffo, maldestro eppure irresistibile protagonista indiano di questo film. Tutto termina con la “allegra” devastazione di una faraonica villa hollywoodiana. La distruzione della magione assume anche l’aspetto di un rito di espiazione. La villa, infatti, simboleggia la magnificenza capitalistica del più volgare e cinico show business americano.

Dal nostro punto di vista (filosofico), risaltano, in particolare, la forza dell’onestà morale, della buona fede e del disincanto (da parte del protagonista). Si tratta di doni. Rari come piccoli diamanti. Tuttavia, restando nell’ambito della nostra filosofia, queste doti andrebbero meglio preservate, tramite un percorso di consapevolezza e di CURA DI SE. E’ vero: Bakshi, invitato per sbaglio a una festa di ipocriti viziati, se la cava fortunosamente. Ma resta un fatto: la vita richiederebbe un po’ più di attenzione e presenza a sé stessi.

Saggezza è compagna di vecchiaia, ma il cuore di un fanciullo è puro” (Hrundi V. Bakshi interpretato da Peter Sellers in “Hollywood Party”, 1968).

Claudine Longet interpreta Michèle Monet.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Nothing to lose”Claudine Longet (1968) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE PASSION OF THE CHRIST (La passione di Cristo)
Locandina del film "The Passion Of The Christ".

diretto da Mel Gibson (2006) – Ci si può limitare a considerare Gesù solo come figura storica (un essere umano realmente esistito circa duemila anni orsono), lasciando in sospeso le attribuzioni divine in cui credono i cristiani. Così facendo, cioè osservando la faccenda da un punto di vista filosoficamente laico, il Nazareno risalta comunque quale figura di riferimento con cui fare i conti, per le sue indubbie capacità di predicazione, di diffusione d’una precisa visione della realtà, ma soprattutto per l’esempio concreto di una vita umile, mite, pacifica e tuttavia incredibilmente rivoluzionaria.

Lo scandalo di Cristo è proprio la novità radicale di una coerenza etica portata alle estreme conseguenze (la morte in croce).

Credi davvero possibile per un uomo sostenere da solo tutto il peso del peccato? (Satana interpretato da Rosalinda Celentano in “La passione di Cristo”, 2006).

Jim Caviezel interpreta Gesù.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Passion”Rod Stewart (1980) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE PIANO (Lezioni di piano)
Locandina del film "The Piano".

diretto da Jane Campion (1993) – Le vie della comunicazione umana sono infinite. Qui vediamo una donna alla quale manca la voce, la parola (forse per aver assistito a un evento traumatico). Questa donna esprime sé stessa con il linguaggio dei segni (con la figlia) e con l’universale linguaggio della musica, al pianoforte (con il pubblico).

Il linguaggio artistico, tra l’altro, la rende affascinante nei confronti di chi diventerà il suo amante (in un primo tempo) e il suo compagno di vita (successivamente, quando un uomo crudele le amputa un dito per impedirle di suonare). La filosofia dell’amore è ben presente nel finale, quando ella interrompe, all’ultimo istante, un proprio tentativo di suicidio e quando l’uomo il cui amore lei ha deciso di ricambiare le realizza una protesi per consentirle di riprendere a suonare l’amato pianoforte.

Lei è una strana creatura e la sua musica è strana: cambia a seconda dell’umore (zia Morag interpretata da Kerry Walker in “Lezioni di piano”, 1993).

Holly Hunter interpreta Ada McGrath.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Piano man”Billy Joel (1973) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE PLACE BEYOND THE PINES (Come un tuono)

Immagine in primo piano di Bradley Cooper sorridente (“Meet Bradley Cooper. I just watched The Hangover III. Isn’t he just… I have a feeling he’s a great all-around guy. Yeah, this is an actor crush post.” by blueathena7 is marked with CC BY-NC 2.0). Qui si parla di "The Place Beyond The Pines".
Bradley Cooper. [“Meet Bradley Cooper. I just watched The Hangover III. Isn’t he just… I have a feeling he’s a great all-around guy. Yeah, this is an actor crush post.” by blueathena7 is marked with CC BY-NC 2.0.]

diretto da Derek Cianfrance (2012) – Il primo personaggio del film è un abile pilota di moto: lavora come stuntman in uno spettacolo ambulante; poi diventa un rapinatore di banca e viene ucciso da un poliziotto. In poche parole, costui fa il peggior uso possibile delle proprie abilità.

Il secondo personaggio è proprio il poliziotto: più avanti diventa Attorney General di New York utilizzando al meglio le possibilità offertegli dalla vita per soddisfare il proprio ego eccedente e le proprie smisurate ambizioni.

Il terzo personaggio è il problematico figlio del primo (lo stuntman): sembra destinato a deragliare, più o meno come il padre, ma salva sé stesso non abbandonandosi a turpi desideri di vendetta (come, per esempio, uccidere l’ex poliziotto responsabile della morte del padre tanti anni prima).

Sono tre storie in cui si dimostrano “cruciali” le decisioni personali di ciascuno, pur all’interno di forze del destino capaci di sovrintendere alle esistenze degli esseri umani. Forse il destino è il grande fiume in cui noi galleggiamo con le nostre vite, quasi impossibilitati a prendere altre direzioni rispetto alla corrente principale. Ma è proprio il “quasi” a essere fondamentale. Nel “quasi” c’è tutta la nostra libertà di scelta (la quale diventa enorme quando si tratta delle nostre personali e intime reazioni agli eventi portati dal “fiume”).

Se corri come un fulmine, ti schianti come un tuono! (Robin Van Der Zee interpretato da Ben Mendelsohn in “Come un tuono”, 2012).

Bradley Cooper interpreta Avery.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Please stay”The Cryin’ Shames (1966) – ASCOLTA SU YOUTUBE


THE RAINMAKER (L’uomo della pioggia)
Locandina del film "The Rainmaker".

diretto da Francis Ford Coppola (1997) – Ci sono mille battaglie etiche da combattere per chi voglia intraprendere un’autentica vita filosofica. Sistemi sociali basati sulla corruzione e su osceni vantaggi a favore dei poteri forti ce ne sono a bizzeffe. E si possono combattere da innumerevoli posizioni: come giornalisti, come uomini di legge, come privati cittadini.

In fin dei conti, il punto di partenza non conta davvero tanto, purché si sappia di dover andare fino in fondo e di dover correre sempre rischi enormi. Gli spregiudicati e cinici individui alla guida di questi meccanismi di privilegio e sopraffazione sono disposti a tutto per continuare a galleggiare nell’oro a scapito dei poveretti.

Ogni avvocato, almeno una volta, in ogni causa, sente di superare una linea e lui non intende veramente superarla. Capita. Se lo fai parecchie volte, la linea sparisce per sempre, poi sei solo un’altra barzelletta sugli avvocati, un altro pescecane nell’acqua sporca (Rudy Baylor interpretato da Matt Damon in “L’uomo della pioggia – The rainmaker”, 1997).

Danny DeVito interpreta Deck Shifflet.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1995 di John Grisham.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Sharks”Elmer Bernstein (1997) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE READER (A voce alta)
Locandina del film "The Reader".

diretto da Stephen Daldry (2008) – E’ un imperativo filosofico quello di evitare di cadere in descrizioni manichee della realtà. Molto difficilmente il male è sempre e solo male (e viceversa: il bene assoluto difficilmente risiede in questo mondo). Quasi sempre prevalgono i toni del grigio (fra il bianco e il nero) e le commistioni.

Tenere la mente aperta a una comprensione più articolata e profonda della realtà non è assolutamente revisionistico (accusa mossa agli autori di questo film da qualche esagerato critico cinematografico), ma è un fondamentale esercizio di libertà di pensiero. Aderire a schematismi preordinati è molto comodo (e scarica la coscienza da qualsiasi responsabilità), ma sacrifica il valore dell’intelletto puro.

Io sarò l’unico angelo di cui avrai bisogno; e quando lascerai questa vita sarai ancora più bella di quando ne sei entrata. Il cielo ti ricondurrà a sé e guardandoti dirà: c’è solo una cosa capace di far di noi esseri completi e quella cosa è l’AMORE! (Michael Berg interpretato – da giovane – da David Kross in “The reader – A voce alta”, 2008).

Kate Winslet interpreta Hanna Schmitz (per questa interpretazione Winslet ha vinto il Premio Oscar per la miglior attrice nel 2009).

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1995 di Bernhard Schlink.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “If you could read my mind”Gordon Lightfoot (1970) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE ROAD
Locandina del film "The Road".

diretto da John Hillcoat (2009) – Lo scenario è apocalittico, deprimente, angosciante, insopportabile. C’è stata una catastrofe, ma non sappiamo quale. Gli esseri umani sono quasi scomparsi. I pochi rimasti sopravvivono fra stenti, vagabondaggi, atti di cannibalismo e malattie terribili. Un uomo e il figlio piccolo camminano per settimane verso la costa (non si sa dove), affrontando mille insidie fra cui gli attacchi di altri morti di fame.

Uno fra i tanti importanti messaggi filosofici contenuti in questa intensa pellicola cinematografica è il richiamo a essere consapevoli delle grandi comodità disponibili attualmente in molte parti del mondo e l’avvertimento a non darle mai troppo per scontate.

Chiunque abbia creato l’umanità, non troverà alcuna umanità qui (Il vecchio interpretato da Robert Duvall in “The road”, 2009).

Viggo Mortensen interpreta il protagonista (adulto senza nome).

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 2006 di Cormac McCarthy.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “The road”Nick Cave & Warren Ellis (2009) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE SHINING (Shining)
Locandina del film "The Shining".

diretto da Stanley Kubrick (1980) – L’equilibrio mentale del protagonista è messo a dura prova dal prolungato isolamento in un grande hotel di montagna, chiuso per l’inverno e affidato alla sua custodia (con sua moglie e il figlio piccolo). Il punto di rottura è causato in Jack dalla frustrazione di non riuscire a scrivere il romanzo con cui, nella sua fantasia, vorrebbe dare una svolta a quell’umile vita da custode.

Tuttavia, l’uomo non ha compiuto un lavoro su di sé. E questa mancanza di impostazione filosofica della sua vita gli causa molte incapacità, anche come romanziere. Soprattutto, ha una evidente difficoltà ad accettare il mancato soddisfacimento delle sue aspirazioni. Poi, nel film, ci sono suggestioni misteriose e inquietanti, con cui la vicenda diventa ancor più opaca e sinistra allorché esse si legano alle capacità telepatiche del bambino e del capocuoco dell’albergo (uno degli ultimi a lasciare l’Overlook Hotel prima della lunga chiusura invernale).

Sai, mi viene in mente quando ero ancora bambino. Mia nonna e io riuscivamo a fare delle lunghe conversazioni senza mai aver bisogno di aprire la bocca. Diceva fosse lo “shining”, la “luccicanza”. E per molto tempo io credetti fossimo solo noi due ad averla, la luccicanza. Proprio come tu credi di averla tu e basta. Ma ce l’hanno anche tanti altri, invece. Forse non lo sanno oppure non ci credono. Da quanto tempo hai capito di averla? Avanti, perché non ne vuoi parlare? (il capocuoco dell’Overlook Hotel, Dick Halloran, interpretato da Scatman Crothers in “Shining”, 1980).

Jack Nicholson interpreta Jack Torrance.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1977 di Stephen King.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Midnight, the stars and you”Ray Noble and his Orchestra con la voce di Al Bowlly (1934) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE SIXTH SENSE (Il sesto senso)
Locandina del film "The Sixth Sense".

diretto da M. Night Shyamalan (1999) – Il sesto senso è probabilmente una capacità di connessione profonda con la realtà celata sotto le superficiali impressioni dei cinque sensi ordinari. È una capacità di comunicazione con le cose e con gli altri esseri, forse anche con una intera dimensione “altra”. E’ una facoltà di integrazione olistica di cui gli esseri umani hanno perso l’uso dopo l’insorgenza della parola (diventata la loro forma di comunicazione dominante).

Il sesto senso si ripresenta sporadicamente in alcuni soggetti e, forse, può essere “filosoficamente” coltivato con un lungo lavoro su di sé fatto di meditazione, pulizia mentale, attenzione e atteggiamenti di apertura, disponibilità, “ascolto”.

Dovevamo fare un disegno su quanto volevamo. Ho disegnato un uomo ferito al collo da un altro uomo con un cacciavite. Tutti si sono sconvolti. Hanno fatto una riunione. Mamma si è messa a piangere. Non disegno più così. Disegno gente sorridente, cani in corsa… arcobaleni… Non fanno le riunioni per gli arcobaleni! (Cole Sear interpretato da Haley Joel Osment in “The sixth sense – Il sesto senso”, 1999).

Bruce Willis interpreta Malcolm Crowe.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Sixth sense”Imelda May (2017) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE TALENTED MR. RIPLEY (Il talento di Mr. Ripley)
Locandina del film "The Talented Mr. Ripley".

diretto da Anthony Minghella (1999) – Una vita di menzogne, raggiri, personificazioni fraudolente e truffe. Una vita così scapestrata da esigere, prima o poi, un cospicuo prezzo di compensazione. Magari il soggetto privo di scrupoli, nel suo giocare costantemente con carte contraffatte, potrebbe pure farla franca per molti anni (e pure godersi la vita), ma poi dovrà fronteggiare la catastrofe, quando tutti i nodi verranno al pettine.

Ovviamente, ciò non vuol dire vivere rettamente solo perché incombe quel prezzo da pagare. Una vita filosofica è scelta perché retta, a prescindere dalla minaccia di prezzi finali.

Tom è un mistero. Tom non è una nullità. Tom ha dei segreti e non vuole dirmeli, ma vorrei me li dicesse. Tom ha degli incubi. Questa non è una cosa bella… Tom è amato da qualcuno. Questa sì, è una cosa bella! Mh… Tom mi stringe, mi soffoca… Tom, così mi soffochi! Tom!!” [poi i due non sono più inquadrati, ma si intuisce l’esito: Tom Ripley, piangendo, strangola Peter] (Peter Smith-Kingsley interpretato da Jack Davenport in “Il talento di Mr. Ripley”, 1999).

Matt Damon interpreta Tom Ripley.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1995 di Patricia Highsmith.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Lullaby for Cain”Sinead O’Connor (1999) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE TRUMAN SHOW
Locandina del film "The Truman Show".

diretto da Peter Weir (1998) – E’ capitato a molti di noi di avere la sensazione di far parte di un film, di una messinscena, di una grande e onnicomprensiva rappresentazione teatrale. E’ una sensazione ricorrente soprattutto quando nella vita “reale” accadono episodi strani, anomali, surreali, “da fiction”. In questa pellicola, il protagonista è veramente – a sua insaputa – in uno show televisivo, sin dalla nascita.

Quindi la situazione incredibile di cui fa parte è assoluta, totalizzante. Detto ciò, ritrovarsi o meno in un programma televisivo perennemente in onda, in tutte le 24 ore della giornata, potrebbe non fare alcuna differenza. In onda o non in onda, la vita è comunque una monumentale illusione.

Siamo veramente stanchi di vedere attori capaci solo di darci false emozioni, esauriti da spettacoli pirotecnici o effetti speciali. Anche se il mondo in cui si muove è per certi versi falso, simulato, non troverete nulla di non veritiero in Truman. Non c’è copione, non esistono gobbi. Non sarà sempre Shakespeare, ma è autentico. È la sua vita (Christof interpretato da Ed Harris in “The Truman Show”, 1998).

Jim Carrey interpreta Truman Burbank.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Dreaming of Fiji”Philip Glass (2009) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE WALK
Locandina del film "The Walk".

diretto da Robert Zemeckis (2015) – E’ la storia (vera) del funambolo Philippe Petit, il quale all’età di 24 anni, il 7 agosto 1974, percorre una fune sospesa nel vuoto fra le Twin Towers (le torri gemelle del World Trade Center di New York abbattute, poi, dagli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001).

La gente mi chiede: <Perché rischi la morte?>… Per me questa è la vita! (Philippe Petit interpretato da Joseph Gordon-Levitt in “The walk”, 2015).

E’ la storia di una passione divorante: quella per una ‘tecnica’ rischiosa e difficile come il camminare su funi sospese, nel vuoto, senza alcuna protezione. Ed è anche il caparbio perseguimento di un sogno: quello di compiere un’impresa unica al mondo.

Non è difficile leggere il gesto straordinario di Petit come una perfetta metafora su come si può intendere la vita: una camminata in bilico su un cavo d’acciaio, dove ogni piccolo scostamento, mancanza d’attenzione o perdita di equilibrio può condurre alla catastrofe. E’ una visione filosofica molto particolare… e impegnativa.

Joseph Gordon-Levitt interpreta Philippe Petit.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “The walk”Sawyer Brown (1981) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


THE WATCH
Locandina del film "The Watch".

diretto da Jim Donovan (2008) – Uno dei motivi portanti di questo film riguarda la tensione insopportabile causata dalle situazioni di isolamento umano (un tema efficacemente affrontato in The Shining). Il punto focale, in questo film televisivo (una ragazza svolge il compito di guardaparco per potersi dedicare, nelle lunghe pause dal lavoro, a una tesi universitaria da terminare in un mese), è la riemersione incontrollata di un passato non risolto.

Un passato rivissuto come eruzione psichica proprio in una innaturale situazione di stress, isolamento e pressione psicologica. Dal nostro punto di osservazione filosofica, invece, i periodi di solitudine sono da considerare – in prevalenza – proficui momenti di raccoglimento, revisione, persino di purificazione.

Siamo sempre tragicamente soli, come spuma delle onde illusa di essere sposa del mare e invece ne è solo concubina (Charles Pierre Baudelaire).

Clea DuVall interpreta Cassie.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Lonely in the woods”Mouche Amadi (2020) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine di Renee Zellweger sorridente in abito scollato (“Judy 01” by GabboT is marked with CC BY-SA 2.0). Il film è "The Whole Truth".
Renée Zellweger [“Judy 01” by GabboT is marked with CC BY-SA 2.0.]

THE WHOLE TRUTH (Una doppia verità)

diretto da Courtney Hunt (2016) – La parola verità (truth) è nel titolo del film. Una parola a cui si accompagnano tantissimi concetti di grande problematicità. Cosa è la verità? Esiste la verità? O esistono solo nostre oscillanti interpretazioni di una idea troppo alta, inafferrabile? Il film non arriva a occuparsi di questa insolubile questione filosofica, ma comunque suggerisce (come tanti altri film) una serie di interrogativi correlati a questa tematica sempre intrisa di grande fascino e suggestione.

Una bugia fa in tempo a compiere mezzo giro del mondo prima di quando la verità riesca solo a mettersi i pantaloni (Sir Winston Churchill).

Renée Zellweger interpreta Loretta Lassiter.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Can you lose by following God”Whole Truth (1974) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


TO KILL A MOCKINGBIRD (Il buio oltre la siepe)
Locandina del film "To Kill A Mockingbird".

diretto da Robert Mulligan (1962) – Nessuna filosofia può accettare il giudizio (il pregiudizio) da parte di chicchessia sul colore della pelle o sul credo religioso di altri individui. Le persone (tutte) vanno giudicate unicamente per le loro azioni. Poi, quale tipo di giudizio si applichi alle azioni (e con quali criteri) è un altro discorso, estremamente articolato e complesso.

La semplice nozione del non giudizio basato su pelle e credo (sono solo esempi di una casistica più ampia), non riesce ad affermarsi universalmente, rivelando i profondi guasti delle menti umane e dei consessi sociali dove imperano approssimazione, malafede, superficialità e gravi disonestà intellettuali.

I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta avversione dei mediocri, i quali non sanno capire l’uomo incapace di accettare pregiudizi ereditati, l’uomo il quale, con onestà e coraggio, usa la propria intelligenza (Albert Einstein).

Gregory Peck interpreta Atticus Finch.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1960 (vincitore del Pulitzer Prize) di Harper Lee.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Mockingbird”Eminem (2004) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine in primo piano di Martin Sheen sorridente (“File:Sheen, Martin (2008).jpg” by Brian McGuirk from Providence, RI is marked with CC BY-SA 2.0). Il film è "Trash".
Martin Sheen [“File:Sheen, Martin (2008).jpg” by Brian McGuirk from Providence, RI is marked with CC BY-SA 2.0.]

TRASH

diretto da Stephen Daldry (2014) – Il riscatto di un ragazzo (e di due suoi amici) la cui situazione alla nascita è segnata da immensa miseria, in uno dei posti più poveri del mondo (le favelas di Rio de Janeiro) è al centro di questo originale film. La trama punta sul concetto di reversibilità del destino.

Ovviamente, andare contro un percorso gravemente segnato da condizioni di partenza così vincolanti e opprimenti richiede un bagaglio di valori fortissimi e un’altrettanto incrollabile determinazione. Un bell’insegnamento filosofico su come tutto (o quasi) sia sempre possibile.

Dove ci sono corruzione e ingiustizia ci sono anche i soldi! (padre Juilliard interpretato da Martin Sheen in “Trash”, 2014).

Rooney Mara interpreta Olivia.

Il film è basato su un omonimo romanzo del 2010 di Andy Mulligan.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Trash”Suede (1996) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera U

Immagine di Marlon Brando in abito da sera con un bicchiere a calice nella mano sinistra (“Marlon Brando 1924 – 2004” by oneredsf1 is marked with CC BY-NC-SA 2.0). Qui si parla di "Ultimo Tango A Parigi".
Marlon Brando [“Marlon Brando 1924 – 2004” by oneredsf1 is marked with CC BY-NC-SA 2.0.]

ULTIMO TANGO A PARIGI (LAST TANGO IN PARIS)

diretto da Bernardo Bertolucci (1972) – Il sesso è una pratica a forte rischio di alienazione ed è facile reciderla nettamente dalla sfera di relazione profonda, di scambio, di condivisione affettiva. Per esempio, la pornografia, a differenza dell’erotismo, è proprio una delle espressioni di estraniazione del sesso, insieme, ovviamente, alla prostituzione (con altri fini, ovviamente).

Queste forme di alterazione della sessualità raccontano molto del mondo da noi creato e di come le nostre menti siano capaci di partorire ossessioni, compulsioni e paranoie. Il film bordeggia fra intenso erotismo e forme alienate di sessualità, in una dimensione dove incombe il rischio di precipitare in sfoghi incattiviti e sterilmente fini a sé stessi.

Il tema della pubblicità è la giovane coppia: la coppia prima del matrimonio senza figli, poi la stessa coppia dopo il matrimonio coi bambini. Il matrimonio, insomma: il matrimonio perfetto, ideale, riuscito. Cosa trovavi fra le mura buie delle chiese? Un marito distrutto dalle responsabilità e una moglie musona. Invece, adesso, il matrimonio della pubblicità è un matrimonio sorridente (Jeanne interpretata da Maria Schneider in “Ultimo tango a Parigi”, 1972).

Marlon Brando interpreta Paul.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Last tango in Paris”Gato Barbieri (1972) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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V

Immagine di profilo di Alfred Hitchcock (“Alfred Hitchcock” by classic film scans is marked with CC BY 2.0). Il film è "Vertigo".
Alfred Hitchcock [“Alfred Hitchcock” by classic film scans is marked with CC BY 2.0.]

VERTIGO (La donna che visse due volte)

diretto da sir Alfred Hitchcock (1958) – In questa pellicola cinematografica Kim Novak recita la parte di Madeleine Elster e quella di Judy Barton. Sono due parti, ma la donna dei due differenti ruoli è la stessa, anche all’interno della trama del film. Questo espediente suggerisce molti temi filosofici legati alla doppiezza, una condizione concessa solo agli esseri umani, non agli altri animali.

In realtà, il mondo è fatto in modo da consentire agli esseri umani di interpretare ben più di due personaggi, perché abbigliamento, atteggiamento, modo di parlare, movenze caratterizzanti e molti altri elementi sono tutti “artificiali” (o comunque possono essere posticci). Si tratta di un nucleo di tematiche filosofiche intorno alla questione identitaria, cioè intorno al “quid” con cui una persona si definisce rispetto a tutte le altre persone.

Da soli si può andare in giro. In due si va sempre da qualche parte (Madeleine Elster / Judy Barton interpretata da Kim Novak in “La donna che visse due volte”, 1958).

James Stewart interpreta John “Scottie” Ferguson.

Il film è basato sul romanzo del 1954 D’entre les morts (La Donna che Visse Due Volte) di Boileau-Narcejac.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Vertigo”Alice Merton (2021) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Film lettera W

Immagine in primo piano di Julianne Moore sorridente (“Julianne Moore (15011443428) (2)” by Gordon Correll is marked with CC BY-SA 2.0). Il film è "What Maisie Knew".
Julianne Moore [“Julianne Moore (15011443428) (2)” by Gordon Correll is marked with CC BY-SA 2.0.]

WHAT MAISIE KNEW (Quel che sapeva Maisie)

diretto da Scott McGehee (2012) – Il film presenta intrecci sorprendenti e sovrapposizioni di ritorno da cui emerge la non linearità degli eventi umani, in particolar modo quando si tratta di sentimenti e di relazioni. Il groviglio crea molto turbamento in una incolpevole bambina, la quale si trova sottoposta alla non poco comune sfida di dover crescere prima del tempo, per riuscire a salvaguardare sé stessa e il proprio equilibrio. Le relazioni non sono un gioco. I figli non sono un gioco.

Noi non abbiamo ereditato il mondo dai nostri padri, ma lo abbiamo avuto in prestito dai nostri figli e a loro dobbiamo restituirlo migliore di come lo abbiamo trovato (Barone Robert Baden-Powell citando un antico detto Masai).

Julianne Moore interpreta Susanna.

Il film è un adattamento moderno dall’omonimo romanzo del 1897 di Henry James.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “If she knew what she wants”The Bangles (1986) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine in primo piano di Woody Allen che guarda alla sua destra (“Woody Allen by David Shankbone” by david_shankbone is marked with CC PDM 1.0). Qui si parla di "Whatewer Works".
Woody Allen [“Woody Allen by David Shankbone” by david_shankbone is marked with CC PDM 1.0.]

WHATEVER WORKS (Basta che funzioni)

diretto da Woody Allen (2009) – Come con gran parte dei film del regista, sceneggiatore e commediografo newyorkese, siamo davanti a una acuta rappresentazione delle nevrosi, delle paranoie, delle solitudini e delle follie tipiche della vita nelle grandi metropoli. Il compito di chiunque voglia condurre una vita filosofica è di mantenere – il più possibile – almeno un certo equilibrio, una sana ironia e una lucida attenzione, perché i grandi agglomerati sociali sembrano fatti apposta per determinare stati di follia e di profonda alienazione.

La gente rende la vita peggiore di quanto dovrebbe essere e credetemi è già un incubo senza bisogno del suo aiuto, ma in definitiva, mi dispiace dirlo, la nostra è una specie fallita (Boris Yellnikoff interpretato da Larry David in “Basta che funzioni”, 2009).

Evan Rachel Wood interpreta Melodie St. Ann Celestine.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Meninha flor”Charlie Byrd (1999) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


Immagine di Damien Chazelle al lavoro vicino a una cinepresa (“File:Damien Chazelle directing La La Land.jpg” by Lionsgate Entertainment is marked with CC BY-SA 4.0). Il film è "Whiplash".
Damien Chazelle [“File:Damien Chazelle directing La La Land.jpg” by Lionsgate Entertainment is marked with CC BY-SA 4.0.]

WHIPLASH

diretto da Damien Chazelle (2014) – Il tema (straripante) del film è la disciplina (e l’autodisciplina). Un giovane e ambizioso studente di batteria (uno strumento musicale fra i più impegnativi) viene sottoposto a esercitazioni assolutamente disumane per durata, impegno e assurda ricerca della perfezione. La nostra filosofia predica la meticolosità, la dedizione e anche il raffinamento accuratissimo dei gesti artistici, ma nel caso rappresentato in questo film, si precipita in qualcosa di non più filosofico bensì marcatamente patologico.

Il confine fra le due dimensioni (perfezionismo e ossessione) è piuttosto sottile e, quindi ogni addestramento richiede vigilanza (e auto-vigilanza) proprio per evitare di scadere nella mania disfunzionale. Il ruolo del giusto mentore diviene cruciale, perché se egli (qui interpretato da J. K. Simmons in una performance da premio Oscar come attore non protagonista) è il primo a non mostrare equilibrio e saggezza, allora l’allievo ha poche speranze di salvarsi.

Io ero lì per spingere le persone oltre le loro aspettative, era quella la mia assoluta necessità. Altrimenti avremmo privato il mondo del futuro Luis Armstrong o del futuro Charlie Parker (Terence Fletcher interpretato da J. K. Simmons in “Whiplash”, 2014).

Miles Teller interpreta Andrew Neiman.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Intoit”Stan Getz -> ASCOLTA SU YOUTUBE


WONDER WHEEL (La ruota delle meraviglie)
Locandina del film "Wonder Wheel".

diretto da Woody Allen (2017) – La vita è un carosello, una ruota delle meraviglie. Non basta avere le carte giuste: la cosa più importante è saper giocarle mentre la ruota gira e gira e gira (mentre la vita va avanti da sola e le situazioni si rincorrono). Anzi, non solo saper giocare le carte è più importante rispetto ad averle giuste ma, a volte, è sufficiente saper giocare senza nemmeno avere le carte.

Ancora una volta, Woody Allen organizza una macchina cinematografica perfetta per render chiara la grottesca e beffarda natura dell’esistenza umana. Le situazioni fanno capriole su loro stesse e i personaggi controllano poco le loro vite, fatte, tra l’altro, di innumerevoli difetti e imperfezioni.

Io non faccio la cameriera, io interpreto una cameriera (Ginny Rannell interpretata da Kate Winslet in “La ruota delle meraviglie – Wonder Wheel”, 2017).

Jim Belushi interpreta Humpty Rannell.

Brfano suggerito (non nella colonna sonora): “Wonder wheel”Josh Joplin (2002) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Z

Immagine di Robert Downey Jr. (“Robert Downey, Jr.” by Gage Skidmore is marked with CC BY-SA 2.0). Il film è "Zodiac".
Robert Downey Jr. [“Robert Downey, Jr.” by Gage Skidmore is marked with CC BY-SA 2.0.]

ZODIAC

diretto da David Fincher (2007) – Il film riprende la storia vera di un serial killer (mai scoperto) noto come Zodiac Killer le cui delittuose gesta hanno avuto luogo nell’area di San Francisco a cavallo fra gli anni ’60 e ’70. Questa sordida vicenda è l’occasione per riflettere su cosa possa accadere alla mente umana quando le capacità logiche risultano completamente sganciate da etica e sentimenti.

Persone anche dotate di brillante raziocinio possono arrivare a impegnarsi in imprese efferate e sciaguratamente gratuite. Uccidere diventa un gioco persino raffinato con cui sfidare il consesso civile e le forze dell’ordine.

Uccidere è una pulsione irrefrenabile: per quanto lui cerchi d’ignorarla non può resisterle; ce l’ha nel sangue (Melvin Belli interpretato da Brian Cox in “Zodiac”, 2007).

Il film è basato sui libri Zodiac (1986) e “Zodiac Unmasked” (2002) di Robert Graysmith.

Robert Downey Jr. interpreta Paul Avery.

Brano suggerito (nella colonna sonora): “Soul sacrifice”Santana (1969) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


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Titoli con Numeri

Immagine di Naomi Watts (“Naomi Watts” by Gage Skidmore is marked with CC BY-SA 2.0).
Naomi Watts (“Naomi Watts” by Gage Skidmore is marked with CC BY-SA 2.0).

21 GRAMS (21 grammi)

diretto da Alejandro González Iñárritu (2003) – La vita e la morte. Le imprevedibili e impercettibili differenze in grado di causare l’una (la vita) o l’altra (la morte). Il battito del cuore. Lo spostamento del cuore da un corpo a un altro. Il peso dell’anima (21 grammi secondo uno studio realizzato dal dottor Duncan MacDougall).

Così, è questa la sala d’attesa della morte. Questi assurdi tubi. Gli aghi sulle braccia. Cosa ci faccio in questo club di quasi cadaveri? Cosa c’entro io con loro? Non so più dire quando tutto è iniziato, né quando finirà. Chi sarà il primo a dire addio alla vita? Quello lì in coma? O io? (Paul Rivers interpretato da Sean Penn in “21 grammi”, 2003).

Naomi Watts interpreta Cristina Peck.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “21 grams”Thundamentals (2017) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


1408 
Locandina del film "1408".

diretto da  Mikael Håfström (2007) – La morale del film è senza dubbio “non giocare col fuoco“. Il protagonista – pur scrivendo libri su luoghi stregati – è uno scettico e non crede affatto alle presenze demoniache o agli spiriti infestanti di cui narra nei suoi scritti. Perciò, si reca, a cuor leggero, al fine di includerla in un suo nuovo libro, in una famigerata stanza d’albergo sulla cui porta campeggia il numero del titolo del film.

Ovviamente, il malcapitato diviene protagonista di una serie spaventosa di eventi sempre più estremi e quella stanza si trasforma in una maledetta trappola.

Le camere d’albergo sono inquietanti per definizione. Ma ti pare? Quante persone hanno dormito in quel letto prima di te? Quante di loro erano malate? Quante di loro sono impazzite? Quante di loro sono morte? (Michael “Mike” Enslin interpretato da John Cusack in 1408).

Samuel L. Jackson interpreta Gerald Olin.

Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1999 di Stephen King.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Hotel room service”Pitbull (2009) -> ASCOLTA SU YOUTUBE


2001: A SPACE ODYSSEY (2001: Odissea nello spazio)
Locandina del film "2001: A Space Odissey".

diretto da Stanley Kubrick (1968) – E’ nella natura umana lo slancio insaziabile a superare i propri limiti e a effettuare sempre nuove scoperte. Fa altresì parte della natura umana l’ipotesi di non esser soli nell’universo, accompagnata – l’ipotesi – persino dal sospetto di una vera e propria nostra discendenza da creature viventi (magari tuttora viventi su altri lontani pianeti).

La proiezione verso lo spazio infinito è affascinante in tutte le sue declinazioni e la fantascienza è essa stessa una espressione filosofica ricca di spunti interminabili.

Ho preso delle decisioni molto discutibili ultimamente… ma posso assicurartelo: il mio lavoro tornerà a essere normale. Ho ancora il massimo entusiasmo e la massima fiducia in questa missione, e voglio aiutarti. [David inizia a disconnettere HAL] David… Fermati… ti prego… Fermati, David. Vuoi fermarti, David? Ho paura… Ho paura, David… David… La mia mente se ne va… Lo sento… Lo sento… La mia mente svanisce. Non c’è alcun dubbio… Lo sento. Lo sento. Ho paura… Buongiorno, signori. Io sono un elaboratore HAL 9000. Entrai in funzione alle Officine H.A.L. di Verbana, nell’Illinois, il 12 gennaio 1992. Il mio istruttore mi insegnò anche a cantare una vecchia filastrocca. Se volete sentirla, posso cantarvela (il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery HAL 9000 interpretato dalla voce di Douglas Rain – originale in inglese – e Gianfranco Bellini – doppiaggio in italiano – in “2001: Odissea nello spazio”, 1968).

Keir Dullea interpreta David Bowman.

Il film è ispirato al racconto breve del 1951 The Sentinel di Arthur C. Clarke.

Brano suggerito (non nella colonna sonora): “Space oddity”David Bowie (1969) -> ASCOLTA SU YOUTUBE